Io e Dave abbiamo parlato del più e del meno, visto che la prof. non si è sentita bene e quindi non è venuta a far lezione e nessun supplente era disponibile, ora buca, che bellezza. Manca un quarto d'ora e comincia la seconda ora, ricordo a stento ciò che ho, Dave mi ha sconvolto totalmente.
"Ciao piccola Katie!" Katrine e lui sono stati sempre molto legati, e la cosa mi ha sempre reso felice. La stessa cosa vale con Julie.
"Ciao Dave!" lo saluta lei con un sorriso smagliante.
Io e Dave siamo partiti con lo stuzzicarci, lui avevo capito fin da subito che avrebbe preso un ruolo importante nella mia vita, siamo partiti con prenderci in giro, sempre e comunque, ma ci siamo sempre detti 'ti voglio bene', siamo sempre stati a conoscenza dei sentimenti dell'altro, col tempo è diventato come un fratello maggiore nella mia vita, ci sono state volte in cui l'uno o l'altro possa aver preso in considerazione l'idea di poter essere di più, ma quell'idea veniva scacciata subito quando ci rendevamo conto di essere migliori amici, fratelli. Ognuno ha sempre preso la sua strada, però lui è sempre stato geloso nei miei confronti, diciamo molto protettivo, è sempre stato il primo a partire per farmi stare bene e ci è sempre riuscito. E' stato l'effetto collaterale migliore tra tutti, l'ho sempre pensato e sempre lo penserò.
"Allora credo che dovremmo andare a lezione" dice Katrine.
"Giusto, ma che lezione abbiamo?" domando.
"Bee, sei sempre la solita eh. Non sei cambiata di una virgola. Comunque credo che abbiamo latino" risponde Dave ridacchiando.
"Oh, ehm, si giusto, hai ragione" dico uscendo dalla classe.
"Bee, sai la classe di latino è di qua" dice indicando il corridoio opposto a quello che stavo prendendo io.
"Si, certo, lo sapevo, volevo solo vedere se ti ricordavi com'era la scuola" invento una scusa.
"Mi sa che ti serve Google Maps anche qui dentro eh?"
"Finiscila" dico mettendo il broncio.
"Eddai, lo sai che ti voglio bene" dice mettendomi un braccio attorno alle spalle.
Le lezioni successive passano velocemente, non ho ascoltato una sola parola, perché degli occhi di ghiaccio mi fissavano incessantemente e non capivo cosa volesse. Mi manda in confusione totalmente. Non faccio altro che pensare al suo comportamento, un giorno mi parla da amico, il giorno dopo sembra essere pronto a puntarmi una pistola sulla testa.
Prendo lo zaino ed esco dalla classe con quegli occhi che mi scrutano attentamente.
Evan esce dalla classe poco dopo di me, passandomi affianco e incenerendomi con lo sguardo, ma che gli prende?
Voglio arrivare in fondo a questa situazione.
"Evan, aspetta" grido. Lui dopo aver sbuffato sonoramente, si gira.
"che vuoi?" chiede evidentemente scocciato.
"Voglio sapere perché mi ignori. Un giorno fai tanto l'amico e quello dopo come se non mi conoscessi, ma che ti prende?" domando alzando leggermente il tono della voce.
"Niente" dice voltandosi.
"Aspetta" sporgo una mano verso di lui e per sbaglio gli levo il cappuccio, rivelando i suoi bellissimi ricci scuri. Mi guarda con gli occhi fiammeggianti dalla rabbia, e credo che se lo sguardo uccidesse io adesso non mi ritroverei qui.
"Scusa, io non avevo intenzione di... " non mi fa neanche finire di parlare che va via rimettendosi il cappuccio e andando verso la sua macchina a passo svelto.
Decido di rinunciarci, non so cosa possa aver fatto, ma come sempre non bisogna affezionarsi a nessuno, eppure ogni volta mi contraddico. Mi ero lasciata un po' andare, ma evidentemente devo ritornare fredda con quel ragazzo.
Comincio ad uscire da scuola, ma vengo fermata. Che novità!
Sbuffo girando la testa e mi trovo quei ricci inconfondibili e gli occhi color nocciola.
"Dave! Dimmi, non avevo visto che eri tu" dico ritornando in me per non subirmi il terzo grado.
"Chi pensavi che fosse?" chiede, ecco che cominciamo.
"Nessuno, dimmi che c'è?" chiedo cercando di cambiare argomento.
"Volevo chiederti di andare nel nostro parchetto" dice sorridente, quanto mi è mancato quel sorriso.
"Certo, è da quando sei partito che non ci vado" dico cominciando a camminare in direzione del parco.
***
Durante il tragitto parliamo del più e del meno. Mi ha detto che ha saputo di Matt e che gli dispiace, io gli ho subito detto che non ce ne è motivo perché piano piano la devo superare, poi con lui che non si fa sentire, che sembra morto, mi sembra semplice. Anche se in fondo non lo è.
Gli ho detto di papà e sembrava davvero dispiaciuto, io so quanto è legato a mio padre e ha detto che dopo vorrebbe venire a trovarlo con me.
Arrivati al parchetto, mi rendo conto che non è cambiato di una virgola. E' tutto uguale a un anno fa quando ancora ci venivamo. Non sono più voluta venire qui, per paura che i ricordi riaffiorassero, ma come sempre hanno trovato un altro modo per farmi piangere. Perché credo che per quanto noi vogliamo sfuggire alle lacrime e al dolore loro trovano sempre una strada per raggiungerci. I ricordi sono l'unica cosa che ci rimane quando non possiamo più avere le persone che ne fanno parte, ma invece di renderci felici ci rattristano e rendono tutto più nostalgico.
Questo è il nostro posto. Da bambini venivamo spesso qui, per giocare, per stare insieme, per fare i compiti a volte. Mi ricordo che tutto partì da quell'altalena. Ero lì che mi dondolavo con il mio orsacchiotto in mano e Dave stava giocando a pallone con dei suoi amici. La palla mi sfiorò il volto e fece cadere l'orsetto, mi arrabbiai molto con Dave, e lui cominciò a volermi bene e col tempo gli ricambiai il sentimento. Crescendo ci prendevamo in giro a vicenda con stupide battutine come facciamo tutt'ora ed è semplicemente bellissimo.
Il parchetto non è grandissimo, ha parecchi alberi, querce soprattutto. Sono così grandi e imponenti che sotto di loro quasi mi sento al sicuro. I loro rami e le foglie sono mossi dal casto vento che soffia. L'erba è sottile sotto di noi e ci sono vari fiorellini qui e lì. Ormai i giochi sono vecchi, gli scivoli sono bagnati a causa dell'acqua rimasta lì dopo la pioggia e sulle altalene non ci entriamo più. Però questo è e sarà sempre il nostro posto, perché qui c'è il nostro inizio e di noi mai ci sarà fine.

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Effetti collaterali
RomanceDue ragazzi. Un solo amore. Una vita. Infinite emozioni. Bridget Collins si ritroverà ad affrontare situazioni che non sarebbe mai riuscita ad immaginare. Evan Cooper ha la sua vita programmata minuto per minuto su una tabella di marcia che non s...