Sto correndo verso casa con l'aria fredda che punge sul mio volto solcato dalle lacrime. Mentre immensi nuvoloni riversano pioggia e piano piano le strade e i marciapiedi sono pieni di acqua.
Continuo a correre con il cappotto tutto bagnato, le scarpe da cui fuoriesce acqua, i capelli attaccati alla faccia tutti fradici e gli occhi che cercano di non far uscire ulteriori lacrime. Sono certa che appena torno a casa dovró delle spiegazioni a Katrine e o gli dico tutta la verità, oppure non so cosa inventarmi.
Non posso credere che Evan mi abbia mentito per tutto questo tempo, ecco la ragione per cui non ho mai incontrato gli occhi di Paul o perchè non ho mai potuto guardare i suoi capelli serici, perchè se no lo avrei riconosciuto.
E adesso? Io so di provare qualcosa per quel maledetto ragazzo, ma non posso perdonarlo dopo quello che mi ha fatto.
Io non ci posso credere, più ci penso, più la situazione mi sembra un grandissimo scherzo, uno scherzo della natura e mi vogliono far credere che sia tutto vero quando invece sembra tutta una grande buffonata.
Arrivo davanti al portone di casa, finalmente a riparo dalla pioggia che continua a scendere incessante.
Entro e salgo di corsa le scale levandomi il cappotto inzuppato e le scarpe che sono piene di acqua da non riuscirci a camminare.
"Dove sei stata?"
Faccio un balzo per lo spavento, quando mi giro trovo Katrine appoggiata allo stipide della porta a braccia conserte che mi scruta attentamente.
"in ospedale" rispondo sembrando convincente, perchè in effetti sono stata in ospedale quindi non sto mentendo.
"Mh, e perchè non me lo hai detto con questo freddo avremmo potuto accompagnarti"
"Non volevo disturbare" rispondo alzando le spalle.
"Cos'è successo in ospedale?" continua l'interrogatorio.
"perchè pensi sia successo qualcosa?" chiedo incalzandola.
"Perchè ogni persona normale sarebbe rimasta in ospedale con questa pioggia, invece tu sei andata via, per di più correndo e anche piangendo" spiega velocemente.
Okay, ora non so proprio cosa inventarmi. Sono davvero fregata. Credo mi convenga raccontarle tutto, ma non posso dirle che Evan è malato, ci sarà un motivo per cui voleva tenerlo nascosto no? Quindi non saró di certo io a dirlo a tutti, peró potrei dirlo solo a Katie e Julie facendo giurare di non farne parola con nessuno.
"Te lo dico solo se mi giuri di non farne parola con nessuno. E dico nessuno" la guardo seria.
"Lo giuro" risponde lei entrando per poi sedersi sul bordo del letto.
Le racconto tutto nei minimi dettagli, di Paul, del bacio, del medico, tutto tutto e lei ascolta ogni mia parola annuendo e incintandomi ad andare avanti. Quando finisco rimane in silenzio, guardandomi attentamente senza fiatare, sembra aver aperto la bocca per parlare, ma la richiude un istante dopo.
"quindi?"
"quindi che? È la cosa più incredibile che abbia mai sentito" risponde lei lentamente.
"Si va bene, ma che devo fare?"
"Niente, ci devi solo parlare e risolvere"
Sta scherzando spero. Io con quello non ci parlo neanche morta. Prima mi prende in giro e poi ci dovrei parlare. Ma anche no.
"Te lo scordi" rispondo convinta.
"Allora parlaci al ballo di Natale, la scuola dovrebbe organizzarlo il venti dicembre" risponde lei alzando le spalle.
"Io non vado" rispondo.
"E come mai?"
"Perchè non ho nessuno che mi accompagna" rispondo come se fosse ovvio.
"Non fa niente, vieni lo stesso"
Stavo per ribattere quando Stephenie esce dalla doccia. Mi alzo in piedi, prendo un pantalone della tuta e una felpa gigante e molto calda ed esco dalla stanza.
"Mi vado a fare una doccia" dico prima di uscire.
Entro in bagno e chiudo la porta dietro di me, avvio la mia playlist che mi mette sempre di buon umore e apro il getto caldo della doccia. Mi ci infilo subito sotto, rilassandomi e riscaldadomi.
Canticchio sotto voce una dopo l'altra le canzoni, ascoltando il suono della pioggia che sbatte sul vetro della finestra. E' rilassante, penso a tutto quello che è successo e non mi sembra vero, sembra tutto un orrido sogno, un sogno da cui vorrei risvegliarmi, ma che purtroppo non è un sogno.
La mia vita è segnata da milioni di effetti collaterali, pensavo di averne trovato uno positivo, ma evidentemente mi sbagliavo e non dovevo lasciarmi andare perché adesso quella che ci sta male e ci soffre sono io non lui, come sempre. Tutti i nostri momenti insieme scorrono uno dopo l'altro nella mia testa dandomi uno pugno allo stomaco, mi accascio nella doccia, con l'acqua che continua a scendere come le lacrime sul mio viso, comincio a singhiozzare, ma il mio pianto viene sovrastato dal rumore della pioggia e dell'acqua della doccia.
Esco dalla doccia avvolgendomi in un asciugamano per poi mettermi i vestiti e andare davanti allo specchio per strecciare i capelli e poi asciugarli. Mi guardo allo specchio, sono un mostro non riesco a riconoscermi, ho gli occhi segnati dalle occhiaie e sono rossi dai troppi pianti, le labbra screpolate dal freddo, il naso che sembra quello di un clown per quanto è rosso e le guance sono talmente rosse che sembra abbia messo troppo fard: assomiglio a una brutta copia di una bambola.
Finito di asciugare i capelli esco dal bagno e mi butto sul letto, con ancora le lacrime minacciose di scendere, il corpo che nonostante i numerosi strati di vestiti felpati trema, le mani gelide e i piedi anche.
"Bee, tranquilla ci sono io"
L'abbraccio, è quello che mi serviva, lei rimane qui affianco a me carezzandomi la schiena e cercando di tranquillizzarmi, non ho bisogno di nient'altro che le mie amiche.
"Stai tranquilla, sta salendo Julie" dice lei.
"E' qui?" le chiedo.
"E' arrivata mentre ti facevi la doccia"
"Bee, eccomi, sono qui, ti prego non piangere" dice Julie saltandomi quasi addosso.
"A lei puoi dirlo, solo se giura di non dirlo a nessuno" dico rivolta a Katie.
"Ditemi tutto quello che volete, giuro di non dirlo a nessuno" giura Julie passando il suo sguardo curioso da me alla mora.
Katie le racconta tutto quello che le ho detto ripetendo le mie stesse identiche parole, alla fine Julie mi abbraccia forte e dice che gliele suoneremo facendomi ridere, menomale che ci sono loro. Ci sdraiamo tutte e tre sul letto e parliamo, parliamo del Natale alle porte e dei gossip più recenti, ad esempio c'è Cyntia la ragazza più antipatica di tutta la scuola che si è appena messa assieme a Trevor uno della squadra di football e stando a quello che dice Jason è antipaticissimo. Ma in questo momento non importa di cosa parli, di quello che dici, ti devi godere momenti come questi, con il diluvio universale fuori la porta e tu che sei con le tue migliori amiche che cercano ti tirarti su il morale con delle cavolate, ma ci riescono e per questo ho bisogno di loro perché senza sarei persa e quest'ora starei ancora piangendo.
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Effetti collaterali
RomanceDue ragazzi. Un solo amore. Una vita. Infinite emozioni. Bridget Collins si ritroverà ad affrontare situazioni che non sarebbe mai riuscita ad immaginare. Evan Cooper ha la sua vita programmata minuto per minuto su una tabella di marcia che non s...