Capitolo 19

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Mi sveglio in tutta tranquillità visto che oggi è sabato, non ho mai amato tanto il sabato. Mi serviva una pausa da professori, scuola, compiti, test, Evan e tutto il resto. Scendo dal letto abbandonando il mio caldo e morbido piumone. Infilo le pantofole e metto una maglietta più pesante visto che oggi tira una bella arietta fresca e sento freddo.

Scendo in salotto, dove Stephenie prepara la colazione, pancake, buoni!

Ripenso a quando li mangiavo con papà, spero tanto di tornare a farlo, mi mancano i nostri momenti padre e figlia, mi mancano da impazzire.

"Buongiorno" dico sedendomi e prendendo in braccio la piccola Bailey.

"Ciao Bee" dice lei dandomi un bacio sulla guancia.

"Ciao piccola"

"Bee, dormito bene?" chiede Stephenie.

"Si, grazie" rispondo.

Ieri sera sono tornata a casa con le lacrime che minacciavano di scendere, ho pianto, e poi mi sono addormentata, mi sono fatta una lunghissima dormita e credo mi abbia fatto bene perché mi sento come rinata.

Accarezzo i capelli biondi della piccola Bailey, è così tenera, sta giocando con la manica della mia maglietta mentre è accoccolata contro il mio petto. La sua pelle è liscia e chiara e le sue piccole manine le adoro, sono tenerissime.

Katrine scende ancora assonnata e facciamo colazione tutti assieme. Arriva poco dopo anche suo padre, avrà all'incirca una cinquantina d'anni, è pelato e ha gli occhi scuri, e c'è un po' di barbetta che spunta sul suo volto.

Finito di fare colazione ci andiamo a vestire, metto una felpa gialla che arriva poco sopra il ginocchio con dei leggings blu Adidas.

Katrine appare sulla soglia della porta della mia stanza e mi rivolge uno sguardo dolce, ieri alla fine le ho raccontato di Evan e di quello che è successo tra di noi.

"Stai bene?" chiede venendo verso di me.

"Si sto bene" dico cercando di convincere più me stessa che lei.

"Non ti credo proprio per niente"

"E fai bene" ridacchio.

Viene verso di me e mi abbraccia, mi stringe forte a sé. Menomale che c'è lei, se no non so come farei.

"E' Natale Bee, concediti un po' di risposo, te lo meriti, ora scendiamo papà ha portato l'albero" dice lei sorridendomi calorosamente.

"Hai ragione, dai andiamo" le dico alzandomi in piedi.

Siamo nel periodo natalizio, il Natale è fatto per essere gioiosi e felici e non per deprimersi con i problemi amorosi, spero solo di ricevere il mio miracolo di Natale, ovvero che papà si svegli e che festeggi qui con me, rendendomi la ragazza più felice di tutte.

Scendiamo in salotto dove troviamo un grande abete al centro della stanza, vari scatoloni si espandono all'interno del salone, alcuni contengono soprammobili incartati, altri le palline per l'albero, e altri ancora le luci sia interne che estende.

"Allora cominciamo a levare la roba dagli scatoloni e poi pensiamo all'albero" dice Stephenie cominciando a cacciare da uno scatolone alcuni addobbi natalizi incartati.

Mi sento un tantino fuori posto qui, tutti sanno ciò che devono fare mentre sono appoggiata alla porta che li guardo, sono davvero una bella famiglia, c'è Katrine che sta spargendo le palline rosse e argento sul tavolo, alcune sono brillantinate, altre opache, altre ancora lucide, mentre c'è suo padre che toglie le luci interne argentate e rosse da una scatola e poi passa a quelle esterne color ghiaccio proprio come gli occhi di Evan, al solo pensiero mi vengono i brividi. Stephenie sta scartando numerosi addobbi come angioletti, vasi, candele, magneti, piccoli Babbi Natale e infine c'è la piccola Bailey che gioca con i peluche di Babbo Natale e della Befana, io cosa c'entro?

"Bee, tesoro, puoi aiutare Katrine con i nastrini per legare le palline all'albero" dice Stephenie carezzandomi la schiena con la mano.

"Certo" rispondo andando verso la mia amica.

Prendo i nastrini argentati e li taglio per poi attaccarli sulle palline rosse, mentre taglio i nastrini rossi per le palline argentate. Pochi istanti dopo partono le canzoni natalizie, amo le canzoni di Natale, sono quelle di paperino, mi piacciono tantissimo, ti mettono sempre di buon umore e ci stanno riuscendo anche quest'ultima volta.

"Vedi noi mentre addobbiamo casa ascoltiamo sempre le canzoni natalizie di paperino" ridacchia lei sorridendo.

"Grazie Katie" le dico io interrompendo per un attimo ciò che stavamo facendo.

"Bee, non dirlo neanche per scherzo, tu sei di famiglia ormai" dice lei.

Vorrei tanto qui la mia di famiglia, lo so, adesso sto facendo la bambina capricciosa, ma è Natale diamine e mio padre è chiuso in una stanza d'ospedale addormentato senza sapere se si riveglierà, mia madre non c'è più da quando sono piccola, cosa mi rimane? Gli zii sono troppo lontani e i nonni troppo vecchi per occuparsi di me. E io devo rimanere qui a cavarmela con le mie forze perchè non si puó contare su nessuno a questo mondo.

L'abbraccio, mi serviva un abbraccio da Katie, lei quando mi serve c'è sempre stata, Julie anche. Ma Katie è Katie e io sono molto fortunata ad averla come amica.

Quando finiamo di addobbare la casa rimaniamo estasiati alla vista, facciamo tutti e cinque un passo indietro per ammirare quello spettacolo, l'albero è addobbato nei minimi dettagli io e Katie ci abbiamo appeso anche dei bastoncini di zucchero e in cima abbiamo messo la stella cometa, poi le palline sono posizionate qua e la dappertutto, suo padre ha fatto un lavoro spettacolare con le luci, quelle color ghiaccio esterne danno l'idea delle neve e le adoro sono semplicemente romanticissime e bellissime.

Una lacrima solca il mio volto, poi un altra, un altra ancora e così via dicendo. Piango in silenzio non voglio rovinare questo momento magico, le lacrime continuano a scendere, ma io sorrido e guardo quello spettacolo che ho davanti, con la canzone 'Let it snow' che risuona nelle nostre orecchie l'atmosfera si fa ancora più natalizia, la piccola Bailey è abbracciata a me e sorride, ha un sorriso spensierato e tenerissimo, quel sorriso che tutti i bambini hanno a Natale, il sorriso della felicità. E credo che io in questo momento stia piangendo sia dalla gioia che dalla felicità, stia piangendo dalla nostalgia e dalla tristezza, stia piangendo perché rimpiango quel Natale di tantissimi anni fa, con tutta la mia famiglia, con l'albero sullo sfondo e noi come protagonisti, con il salone illuminato e la ghirlanda fuori la porta, i dolci caldi in forno e la tavola apparecchiata, il camino acceso e un film romantico in televisione. Quel Natale che ogni famiglia passa tutti gli anni.

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