Capitolo 25

33 13 19
                                        

Niente sveglia a interrompere il mio sonno stamattina. E' il venti di dicembre ed il giorno del grande ballo di Natale a cui non vorrei andare. Mi alzo dal letto e apro le tende della finestra. Guardo fuori e mi sembra un quadro la vista che ho davanti. Le macchine sono piene di neve, i tetti delle case si confondono con le nuvole, mentre alcune persone cercano di spazzare via i fiocchi di neve dai vialetti di casa.

Alla fine ieri siamo andati via da scuola nel tardo pomeriggio, io ed Evan ci siamo finiti di vedere 'Notting Hill' e poi abbiamo visto un film che piace a lui 'Baby Driver', bello, ma lo avevo già visto con mio padre.

Katrine starà correndo da un parte all'altra per essere perfetta stasera, mentre Julie si troverà ancora nel suo letto. Esco dalla camera e mi trovo davanti un episodio straordinario. Katrine dorme. Julie sta impazzendo. Okay, questo è strano.

"Julie che succede?" chiedo.

"La piccola Bailey mi è saltata addosso stamattina e mi ha svegliata e quindi sto preparando qualcosa per colazione" risponde.

"Katrine come mai dorme?"

"Non lo so e ne sono stupita anch'io" ridacchia, mentre finisce di fare il caffè.

"Che fai stamattina?" chiede lei.

"Credo di passare in ospedale a salutare papà e poi mi preparo per stasera" sbuffo.

"Vedi che ti divertirai, solo una pazza come te si poteva saltare il ballo" dice ridacchiando.

"Julie" le dico allarmata.

"Dimmi" risponde lei guardandomi.

"Julie, il caffè. Sta fuoriuscendo dalla moka" le dico quasi gridando.

"Merda"

Ridiamo insieme mentre pulisce il disastro che ha combinato, scende le scale una Katie assonnata che sta per cadere inciampando nella cinta della vestaglia, si rimette in equilibrio e fa finta di niente strofinandosi gli occhi.

"Buongiorno" dice con la voce impastata dal sonno.

"Ei Katie come mai hai dormito tanto oggi?" chiedo.

"Perché al ballo non ci vado" risponde.

"COSA?" urliamo all'unisono io e Julie.

"Avete sentito bene, io al ballo non ci vado." ripete.

"E perché?" chiedo.

"Perché non ho l'accompagnatore" risponde.

"Io neanche"

"Bene, neanche io" dice Julie prendendo il telefono.

"E Marco?"

"Gli ho appena detto che noi tre ci presentiamo da single, senza accompagnatore e che nel caso ci vediamo lì" dice alzando le spalle.

"E perché lo hai fatto?"

"Perché non vi lascio da sole" risponde come se fosse ovvio.

Katie corre ad abbracciarla e io mi fiondo sulle mie amiche. Non posso crederci che Julie ha scaricato Marco solo perché noi eravamo senza accompagnatore, è davvero un'amica, non so che dire. Loro due sono le amiche migliori dell'universo cosa farei senza di loro. Sarei persa.

"Sei matta" dice Katie ridendo.

"Nah, se la caverà" risponde lei pensando a Marco.

"Ora facciamo colazione" dice Julie.

"Julie"

"Dimmi"

"i pancake credo siano andati" dico vedendo che si sono bruciati.

"Sono negata in cucina" Risponde lei sbuffando.

"Mangiamo fuori?" chiede Katie.

"Andata" Rispondiamo noi aiutando Julie a pulire il disastro che ha fatto.

Ci vestiamo di fretta vista la fame che abbiamo, infiliamo i cappotti e ci facciamo forza a uscire da quella porta perchè dopo il caldo ci avrebbe abbandonato. Messo un piede fuori vuoi tornare dentro. Una folata di vento si abbatte sui nostri volti scoperti facendoci pentire di essere uscite. Le scarpe affondano nella neve, sembra di camminare sulle nuvole. E' bellissimo, semplicemente bellissimo.

Camminiamo godendoci quello spettacolo, allarghiamo le braccia e volteggiamo, non vedevo la neve da moltissimo tempo ed è semplicemente magnifico, mi ricordo quando da bambina costruivamo sempre dei pupazzi di neve con la mamma e papà, ci mettevamo sotto casa tutti incappucciati e poi cominciavamo, uscivano pazzeschi, devo averne ancora le foto, oppure quando con Julie e Katie facevamo a palle di neve il giorno dopo ci ritrovavamo sempre con il raffreddore e lo passavamo insieme.

Mi manca tutto quello, mi manca la normalità. Prima non la apprezzavo affatto, adesso la rimpiango, prima ogni cosa che facevo la trovavo monotona, pensavo solo al futuro, al domani e non mi sono mai goduta il presente, facevo sempre tutto di fretta, non pensando mai che quei momenti potevano essermi sottratti in futuro.

Ho sempre passato tutto il mio tempo sopra decine di libri senza mai alzare lo sguardo e ammirare il cielo, adesso i libri li apro nel giusto eppure a scuola vado come sempre. A volte bisogna lasciarsi andare, bisogna guardare il cielo e perdersi nel suo infinito, bisogna guardare le stelle e perdersi nella loro luce, bisogna guardare il mondo e perdersi in fantasie straordinarie.

Devo dire che un pochetto mi fa paura l'infinito, cioè qualcosa che va avanti per sempre che non si ferma, che ha un inizio, ma non una fine. E' strano pensarlo, perché tutto inizia come finisce ed è questo il brutto delle cose, se tutto fosse infinito be' sarebbe strano, perché tu sai che non finirà mai e quindi non riesci a godertelo come devi. Ed è questo il bello delle cose, sai sempre dove, quando, come, perché iniziano, ma non sai niente su quando finiscono.

Mi ero persa talmente tanto nei miei pensieri che non mi ero accorta che Julie e Katie stanno correndo in direzione del parco ormai tutto innevato su cui si sono appena buttate e qualche istante dopo le raggiungo. Mi butto tra la neve facendomi abbracciare dal morbido tappeto candido dell'inverno, il sole bacia dolcemente il mio volto in modo da non farmi sentire neanche tanto freddo, le nuvole sono disposte attorno a questo facendogli come da contorno e rendendo questo posto ancora più magico.

In questo momento rido e scherzo con le mie amiche e credo che la colazione sia andata visto che è quasi mezzogiorno, ma va bene così, mangeremo abbondante a pranzo. Quando siamo insieme ci siamo solo noi e le nostre risate. Con la neve come sfondo, come poggiate su una nuvola infinita.

Effetti collaterali Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora