Capitolo 23

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Sto andando a casa sono stanca morta e Dave aveva l'allenamento della squadra di nuoto quindi non mi ha potuto accompagnare. Evan non lo voglio vedere, non posso vederlo perché se no cadrei nella trappola dei suoi occhi azzurri e non devo caderci ancora, sono già stata abbastanza male.

Entro in casa e salgo rapidamente le scale con ancora l'occhio che mi fa male, sono stanca ho bisogno di risposo, tanto riposo. Mi stendo sul letto e cerco di prendere sonno invano, gli occhi si aprono e si chiudono, non ci riesco proprio a dormire. Sbuffo e ci riprovo. Chiudo gli occhi e un immagine di me e Evan che ci baciamo si fa spazio nella mia mente, poi lui mi guarda dispiaciuto e scappa via da me. Riapro gli occhi di soprassalto e comincio a piangere. Cerco di calmarmi, ma non ci riesco tutto mi riporta a quel dannato momento e non c'è niente che me lo faccia dimenticare.

Qualcuno bussa alla porta mi asciugo velocemente le lacrime e mi metto a sedere sul letto sussurrando un debole 'avanti'.

Dalla porta spuntano dei ricci mori e due grandi occhi azzurri mi guardano. Sono letteralmente scioccata, cosa ci fa lui qui?

"Cosa ci fai qui?" chiedo.

"Sono venuto a vedere come stavi."

"Come vuoi che stia?" chiedo guardandolo con le lacrime sul punto di fuoriuscire.

"Esci ti prego" la voce mi si è spezzata e lui si accorge che stavo piangendo, le lacrime escono, ma le asciugo velocemente, cercando di trattenere tutto quello che ho dentro.

"No te lo scordi, non piangere, lo so sono un coglione, ma non versare lacrime per uno come me, non devi stare male tu perché poi sto male anch'io" dice abbracciandomi.

"Ti prego no stai peggiorando la situazione"

"Bee, guardami, sono uno stronzo, però non piangere, non dovevo mentirti, ho sbagliato, scusami" dice carezzandomi la guancia con il pollice.

Abbasso lo sguardo, mentre una scarica di brividi inonda il mio corpo, non posso dargliela vinta così facilmente, però ho bisogno di lui.

"Non ti perdonerò così facilmente lo sai?" gli dico sorridendo.

"Non mi aspettavo neanche un perdono, quindi va benissimo" ridacchia prendendomi la mano.

Mi lascia un bacio sulla fronte e si avvia verso la porta intento a uscire, io voglio che resti, ma non voglio chiederglielo, voglio che si metta affianco a me e che mi faccia stare bene che mi faccia riposare, perché se esce da questa stanza io riprenderei a piangere e non dormirei proprio per niente.

"Aspetta" sussurro, credo non mi abbia sentito.

"Evan aspetta" dico con tono poco più alto da farlo girare.

"Che c'è?" chiede venendo verso di me.

"Rimani? Ma solo perché se no ricomincerei a piangere" dico mordendomi un labbro per l'imbarazzo.

"Va bene" dice sorridente.

"Levati quel sorriso dalla faccia Cooper, devo dormire" dico stendendomi sul letto.

Lui si stende dietro di me e mi passa un braccio in vita per farmi avvicinare a lui, chiudo gli occhi ispirando il suo profumo, tutto mi sembra così strano, io, lui, è tutto diverso, perché adesso che lo guardo riesco a scorgere nei suoi occhi il suo grande effetto collaterale: la malattia. Ecco perché è sempre stato scontroso, probabilmente non si fida delle persone su questo punto siamo simili. Non riesco a pensare ad altro che a noi, a quello che è successo e se mai potremmo ricominciare, io non voglio lasciarmi andare però è anche molto difficile non lasciarsi andare e non amarlo.

In questi giorni ho imparato a voler bene a quegli occhi azzurri velati dal mistero, mistero che ormai non esiste più, perché adesso tutto sembra avere più senso, ormai lo guardo con occhi diversi e lui guarda me con occhi diversi. E' tutto molto più reale.

Quando mi sveglio all'incirca due ore dopo non c'è nessuno affianco a me, sbadiglio e mi stiracchio, noto sul comodino un foglietto. Lo prendo in mano e lo apro.

Ei, Bee, scusami sono dovuto andare via perché avevo un controllo e tu dormivi ancora quindi non volevo svegliarti. Scusami ancora.
Evan.

Mi alzo e vado in salotto e trovo Katie e Dave sul divano a guardare una commedia di Natale, sono così carini insieme, sono davvero la coppia perfetta.

"Buongiorno dormigliona" dice Dave.

"Buongiorno ragazzi, che fate?" chiedo.

"Film" risponde la mia amica alzando le spalle.

"Evan è dovuto andare per un controllo" dice Dave.

"Si lo so, mi ha lasciato un biglietto" rispondo prendendo il telefono.

"uuuu" dice Katie che sarà già partita con i suoi film mentali.

"Finiscila" le dico incenerendola con lo sguardo.

***

"No, non mi piace è troppo corto" rispondo all'ennesima proposta di Julie.

Siamo chiuse in questo negozio da circa un'ora e stiamo cercando un vestito per il ballo di Natale, non ci voglio andare perché sono convinta che finirà a schifo come ogni altra festa a cui vado, ma a quanto pare devo andarci. Katie ha preso un abito formato da un corsetto argentato di pizzo e una gonna indaco che arriva poco su il ginocchio e le sta a meraviglia; mentre Julie ha comprato un abito nero con la gonna più corta davanti e più lunga dietro.

Comincio a gironzolare per il negozio alla ricerca di qualcosa che potrebbe andare.

Trovo un abito bellissimo, me ne innamoro subito, è blu scuro sembra quasi nero e arriva fino al ginocchio ha una scollatura a cuore ed è trasparente sopra la scollatura e le maniche terminano con una rifinitura in pizzo. E' magnifico.

Entro nel camerino e lo provo.

"Che ne dite di questo?" chiedo alle mie amiche che mi squadrano da capo a piedi.

"Wow, sei bellissima" dicono insieme.

Ridacchio imbarazzata.

"Lo prendo, mi piace" dico facendo una giravolta su me stessa.

Andiamo a pagare e poi usciamo dal negozio e ci avviamo verso casa. Julie si ferma a casa di Katrine e quindi passiamo una serata tutte insieme.

Sono ancora indecisa su cosa fare con la situazione Evan. Sinceramente sento che lui è diverso dagli altri, mi fa sentire protetta e in un certo senso speciale ai suoi occhi, e sento che forse vale la pena lasciarmi andare e provarci, provare ad amare e lasciarmi amare indipendentemente da come andrà a finire, probabilmente mi ritroverò con il cuore spezzato, ma quello col tempo, anche se molto, si ripara, invece gli attimi e i momenti speciali non tornano e io questa volta voglio cogliere l'attimo e far parlare il cuore.

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