Capitolo 34

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"Dieci...."

"Nove...."

"Otto...."

"Sette...."

"Sei...."

"Cinque...."

"Quattro...."

"Tre...."

"Due...."

"Uno..."

"Buon anno!" gridano tutti di fianco a me.

E già, un altro anno è passato, molto in fretta direi. Uno dopo l'altro i momenti di quest'anno mi passano davanti agli occhi, a pensare a quante cose sono cambiate in pochissimo tempo. E' stato un anno pieno di emozioni. In quest'anno ho imparato milioni di cose, ho fatto milioni di errori, ma sono sempre riuscita a rialzarmi e ad apprendere da questi. Niente è uguale ad un anno fa, io in prima persona. Sono una persona nuova, circondata da effetti collaterali che cerco di prendere nel migliore dei modi, sono certa che l'anno che ho davanti non sarà di certo semplice, niente lo è e l'ho imparato troppo tardi. Quest'anno mi godrò ogni istante che verrà, ogni singolo momento. Niente mi impedirà di vivere come voglio vivere.

"Bee, quest'anno facciamo diciott'anni, ci credi?" domanda al settimo cielo Katrine che mi butta le braccia al collo.

"Tu solo a quello pensi eh" le dico ricambiando l'abbraccio.

"Julie vieni qua" dico lasciando Katie per fiondarmi sulla mia amica.

La stringo forte, i suoi occhi lacrimano sopra la mia spalla, riesco a sentirlo. Io le voglio un bene immenso e non riesco a vederla debole perché lei non lo è. E' una ragazza straordinaria piena di talenti e pregi. Io sono certa che chi se la lascia scappare è uno stronzo e non sa che si perde.

Quando ci stacchiamo le asciugo le lacrime come le dita e le rivolgo un dolce sorriso.

Dietro di le assisto a una scena bellissima. Finalmente Katrine e Dave ci sono riusciti. Sono davvero felice per loro, se lo meritano, sono i miei migliori amici e credo che non ci sia niente di meglio che vederli felici e insieme.

Stasera vorrei vedere felice anche me ed Evan. E' tutto il giorno che sta in disparte e che non mi parla, non mi calcola neanche, nemmeno gli auguri ci siamo scambiati. E' pallido e sembra non dormire da giorni, gli fa male spesso la testa e non si sente bene anche se dice il contrario. Non lo so cosa gli sta succedendo, ma intendo scoprirlo al più presto. Non può fare sempre finta di niente, non questa volta. Ormai è tardi e stiamo rientrando in hotel, ma sicuramente gli palerò appena avremo un secondo.

***

Sono con Julie, Katie, Dave e Evan. Julie voleva girare per le vie del centro di Pescara quindi l'abbiamo accompagnata. Con Evan ancora ci parlo e lui ancora mi rivolge parola. Non so cosa gli sta prendendo, è sempre più strano. E' Capodanno e le strade sono piene di gente, i negozi sono chiusi, ma riusciamo a vedere le vetrine. Julie si ferma ogni metro e noi, anche se controvoglia, le dobbiamo stare dietro.

Sono certa che questo che verrà non sarà un anno come tutti gli altri. Sarà diverso ora che ho Evan nella mia vita, ma non solo per quello. Sarà diverso perché ho imparato che bisogna godersi ogni attimo che viviamo. Sarà diverso perché in un certo senso ho imparato ad apprezzare anche solo un sorriso, a cui prima non facevo molto caso. Prima ero molto superficiale, credevo che ogni cosa che succedesse fosse scontata, invece no, niente è scontato.

"Ei Evan" dico avvicinandomi a lui.

"Dimmi"

"Ti senti bene? So che te lo chiedo spesso, ma non ti vedo molto in forma"

"Si sto bene Bee davvero, mi fa male la testa come sempre" risponde.

"Sicuro sia solo questo?" insisto.

"Si tranquilla"

So che mi dice così per rassicurarmi, non ci credo che abbia solo un semplice mal di testa credo che sia molto di più di questo.

"Ragazzi io torno in hotel sono stanca vado a riposare un po'" dico grattandomi la testa.

"Va bene ci vediamo dopo?" chiede Dave.

"Si certo" rispondo per poi andare via.

Commino per un po' per poi arrivare in hotel, qui si sta decisamente meglio. Fa molto più caldo di fuori.

Busso nella stanza dei genitori e mi apre Stephenie. È da sola. Perfetto.

"Bee, ciao, ti serviva qualcosa?" chiede.

"Si vorrei parlarti" rispondo.

"Entra su" dice facendomi entrare per poi chiudere la porta alle mie spalle.

Ho un po' paura a come potrebbe rispondere alla domanda che sto per porgerle. Ho paura solo a pronunciare le parole che devo pronunciare. Mi siedo sul letto e faccio un respiro profondo cercando di restare calma.

"Ascolta..." cominciò "Io sono preoccupata per Evan, lo vedo molto strano questi giorni e anche se mi dice che sta bene non ci credo molto" sospiro.

"Anche io l'ho notato e ve ne volevo parlare"

Parla come se ci fosse già passata in questa situazione è stranamente calma e tranquilla. Io invece sono molto preoccupata. Mi guarda rivolgendomi uno sguardo materno che mi sembra aver visto non si quante volte, con quegli occhi sempre più simili a quelli di mamma, sembra di averla qui, con me ancora. Quanto lo vorrei, mi manca davvero tanto e si sente a volte più, a volte meno. Ma si sente sopratutto in momenti come questo quando hai bisogno di aiuto e la vorresti qui accanto a te a tranquillizzarti con solo la sua voce.

Lei non potrà mai sostituirla, ma nonostante non sia mia madre c'è sempre, non mi ha mai abbandonato nel momento del bisogno e per questo le saró sempre eternamente grata.

"Ascoltami, io direi che se noti qualcos'altro vieni da me e me lo dici così che prendiamo una decisione" dice lei.

"Va bene, sono davvero preoccupata" rispondo quasi sottovoce.

"Tranquilla sul serio"

Esco dalla stanza ringraziandola ancora con un po' di ansia.

Quando esco trovo la porta della stanza di Evan e Dave aperta. Mi avvicino per dare un'occhiata e rimango spaventata e ancor più preoccupata da ció che vedo.

Effetti collaterali Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora