Capitolo 30

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"Quindi? cosa devi dirci?" dico cercando di farla parlare. Mi sta mettendo ansia e curiosità soprattutto.

"Chiama Evan deve ascoltare anche lui" mi dice, così sbuffando mi alzo e prendo il telefono per metterlo in videochiamata e vedere se Katrine riesce a dire quello che deve dire perché sto perdendo la pazienza con tutta questa attesa.

"Ei Bee che c'è?" chiede Evan.

"Niente, Katie deve fare un annuncio e dice che devi ascoltare anche tu quindi mi ti ha fatto chiamare" rispondo semplicemente mentre lui mima un semplice 'okay' e prende ad ascoltare.

"Perfetto, ci siamo tutti. Bene. Preparate i bagagli, perché domani si parte" urla, l'avranno sentita anche i vicini. Ma riavvolgiamo un secondo il nastro. Si parte? ma che sta dicendo?

"ma che?" chiedo con le parole che mi muoiono in bocca.

"Mia cara amica Bridget, la sottoscritta ha detto a Julie di chiamare Beatrice e dirle che saremmo andate in Abruzzo sia per Natale, sia per Capodanno, mia madre ha acconsentito e volevamo fare una sorpresa a te e a tuo padre" spiega la mia amica. Ho le lacrime agli occhi non riesco a crederci. E' bellissimo, è il miglior regalo che potessero farmi.

"Grazie ragazze" dico abbracciandole.

"In realtà anche io ho contribuito"

"E io anche"

Due voci maschili entrano in casa. Due voci che riconoscerei a miglia di distanza. Mi asciugo gli occhi e vedo Dave e Evan. Dave ha le braccia muscolose incrociate al petto e Evan anche. Quest'ultimo porta una bellissima felpa grigia che gli avrei rubato al più presto e gli sta da Dio. Mentre Dave porta la felpa che gli ho regalato l'anno scorso per Natale.

Lo abbraccio, proprio come questa mattina, con le sue braccia che mi sorreggono e mi staccano da terra. Affondo la testa nell'incavo del suo collo assaporando il suo profumo. Gli lascio un casto bacio sulla guancia e poi rivolgo la mia attenzione al mio ragazzo. Cavoli, fa strano dirlo.

Mi fiondo tra le sue braccia, facendolo barcollare, essendo una lastra potevamo cadere entrambi. Gli scompiglio i ricci che ha sulla testa. Li amo sono bellissimi. Sono scuri, ma non troppo. Su un castano e non gli ricadono mai sugli occhi. Sono meravigliosi. Incastro il mio sguardo nel suo e mi godo il suo sorriso e i suoi occhi incantevoli. Poggio delicatamente le mie labbra sulle sue, facendo confondere i nostri respiri, sentendo il cuore battere e non sapendo se è il mio o il suo, ma una cosa la so che il mio cuore sta per uscire dal petto. Incrocio le braccia dietro al suo collo e lui poggia le sue mani sui miei fianchi. Sto per cadere me lo sento, le gambe stanno cedendo. Ci stacchiamo l'uno dall'altro e troviamo su di noi lo sguardo di tutti che applaudono. Vorrei sparire. Avvampo come mai prima d'ora e mi sento più che a disagio.

"Scusatemi, allora vi siete presi baci e abbracci, ma che avete fatto? no perché non me lo ricordo" dice Julie rivolgendosi ai ragazzi di fronte a me.

"Abbiamo accettato di venire. Senza di noi non sapreste come fare. Quindi dovete solo ringraziarci."

Julie e Katrine scoppiano a ridere e io mi unisco a loro.

"Voi siete solo dei montati" rispondiamo tutte e tre continuando a ridere.

"Ridete ridete, poi quando vi perderete in mezzo all'Abruzzo ci ringrazierete. Vero amico?" domanda Dave, col broncio, a Evan.

"Vero" risponde quest'ultimo.

Katrine ci spiega un po' come faremo. Per esempio andremo con due macchine. Io, Julie, lei, Evan, Dave con una macchina. Mentre tutti gli altri, i genitori di Katie e mio padre, ne prendono un'altra. La piccola Bailey va con i genitori. In macchina nostra si alterneranno a guidare Dave e Evan, mentre in quella dei genitori guiderà il padre di Katrine. Dave ha detto di aver già prenotato l'hotel situato a Pescara, vicino al paesino dove abita Beatrice. Ha trovato alcuni ristoranti carini nei dintorni e dice che l'hotel non dista molto dal mare. Saremmo partiti domani mattina alle nove da qui così da stare lì poco prima di mezzogiorno e saremmo rimasti fino a circa il due gennaio.

Finito di pranzare ognuno va nella propria stanza a preparare i bagagli, mentre Dave e Evan rimangono al piano di sotto a giocare alla play, i soliti sfaticati, invece di aiutarci. Ma io non lo so.

Salgo in camera, ormai diventata mia, e prendo tutto ciò che ho nei cassetti rimponendo ogni cosa in valigia, almeno cerco di farcela entrare, ma ho un problema la valigia non si chiude.

"Dave" urlo sperando che mi senta.

"Che vuoi?" urla sbuffando dal piano di sotto.

"Sali"

Lo sento sbuffare e poi sale fino a trovarsi in camera mia.

"Non si chiude la valigia" dico mordendomi un labbro.

"Spostati" dice.

"Ma quanta roba ci hai messo?" chiede provando a chiuderla.

"Uh, diciamo tutti i vestiti che ho?"

"Tu sei matta"

Dopo vari sforzi riusciamo a chiuderla, ma ho la sensazione che possa scoppiare da un momento all'altro.

"Grazie"

"Niente" risponde lui uscendo dalla stanza.

Preparo il beauty e poi prendo le scarpe. Quando finisco di preparare il tutto mi butto sul letto esausta. Non ci posso credere andremo in Abruzzo. Wow. Prendo il portatile e comincio a vedere in quali posti potremmo andare. Pescara, vorrei tanto vedere il mare dev'essere favoloso, poi il centro. Uno spettacolo. Potremmo andare a Chieti o anche Chieti scalo, che molti dicono essere la stessa cosa, ma evidentemente si sbagliano, perché non sono la stessa cosa. C'è Cepagatti anche, un paesino in provincia di Pescara ed è lì che abita Beatrice se non mi sbaglio. Sono strafelice. Dopotutto c'è sempre qualcosa che ti fa tornare la voglia di vivere e questo accade sempre proprio quando stai per toccare il fondo.

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