Capitolo 10

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Salutai Andrea e iniziai a correre verso l’entrata sul retro della scuola. Mi arrivò un messaggio da parte delle ragazze che mi avvisavano che mi stavano aspettando in classe. Corsi su per le scale e quasi non inciampai. Quando arrivai in classe avevo il fiatone e il cuore a mille ma sul mio viso si allargava un enorme sorriso. – Cos’è successo?- mi chiese Jessica preoccupata. – Rosalie si è lasciata con Lorenzo!- urlai abbracciandole. Saltellarono ed esultarono insieme a me. – Che bello! Se non è un’altra speranza,almeno non sta con quella civetta- mi disse Nicole. Aveva ragione,non dovevo illudermi che ora sarei stata io il centro del suo mondo. Lorenzo non sapeva nemmeno della mia esistenza e questo non gli avrebbe fatto accorgere di me. Ma in quel momento volevo essere masochista,volevo farmi del male e sperare. – Ma prima,dov’eri?- mi chiese Jessica. – Ero con Andrea. È stato davvero molto dolce,mi ha consolato e mi ha anche fatto fare colazione. Non mangiavo da ieri a pranzo!- gli raccontai. – Come mai?-.- Mi sono addormentata dopo aver pianto un bel po’- gli dissi un po’ imbarazzata. Jessica mi odiava ogni qual volta io piangessi per Lorenzo. – Ma ora non c’è più nulla per cui piangere perciò...allegria!- mi abbracciò Nicole. Ridemmo insieme. Senza nemmeno accorgercene la campanella suonò la seconda ora e ci preparammo alla lezione di matematica. Mentre facevamo una delle tante espressioni Nicole ci chiamò. – Ragazze non sapete chi ho incontrato prima!- sussurrò ma con un segno di gioia negli occhi. – Chi?- chiesi. – Matteo...mi ha chiesto il numero...- disse imbarazzata. Le diedi una spinta. – Alla faccia della tipa casa e chiesa- risi sotto i baffi. – Non ho mai detto di essere così. Sono la prima a trasgredire le regole- esclamò sussurrando. Ridemmo e la prof ci richiamò. Passammo altre due ore noiose come al solito quando finalmente la campanella della ricreazione suonò. Tirai un sospiro di sollievo e mi avvicinai alla porta. Vidi Lorenzo da lontano e il mio cuore prese a battere più forte. Sembrava felice,sereno,sembrava tutt’altro che un ragazzo che si è appena lasciato. Rimasi ad osservalo per un po’,quella bellezza mi faceva rimanere immobile. Mi affascinava. – Bu- qualcuno mi sussurrò all’orecchio facendomi sussultare. Mi voltai e la risata di Andrea si fece spazio tra i corridoi. Non potei fare a meno di ridere. – Allora,felice?- mi chiese facendomi voltare nella direzione di Lorenzo. – Felicissima...- gli confessai. – Lo sai che non devi crearti false speranze,vero?- mi disse. – Shh,fammi sognare- lo zittii. – Io ti ho avvertito- disse prima di voltarsi. Lo chiamai facendolo bloccare. Si voltò. – Stasera ti va di uscire con me dietro al campetto? I ragazzi stanno sempre tutti lì- gli chiesi intrufolando le mani nella tasche dei jeans. – Venire per ammirare da lontano il tuo principe azzurro? No grazie- si voltò di nuovo. Gli andai dietro e mi appoggiai con le mani alla sua spalla. – Dai! Prometto che non ammireremo il mio principe azzurro!- gli dissi mettendo la mano sul cuore. – A una condizione!- si girò verso di me. Si avvicinò al mio orecchio e si abbassò leggermente siccome è più alto di me. – Farai tutto quello che ti dico- sussurrò. I brividi mi percossero la schiena e sorrisi scuotendo la testa. – A stasera incomprensibilmente incompresa che posso capire solo io- si allontanò. La campanella suonò ed entrai in classe. – Grande notizia ragazze! Stasera esco! Con Andrea...- le avvisai. – Ci incontriamo lì allora- si guardarono tra loro con fare malizioso mentre le tre papere davanti a me risero con gusto. All’uscita mamma mi venne a prendere perché dovevo arrivare prima a casa siccome non c’era nessuno. Così,non presi l’autobus e non vidi Andrea. Una volta arrivata a casa mangiai e poi mi gettai sul divano. Misi le cuffiette e iniziai a fare gli esercizi di inglese e poi quelli di grammatica. – Tesoro allora,stasera io e papà abbiamo una cena di lavoro,Benedetta sta con la nonna e i tuoi fratelli escono quindi sei sola a casa. Se vuoi uscire chiudi tutto,mi raccomando. Ora vado,ciao- mi disse velocemente mamma. Annuii e ripresi a canticchiare ‘L’ultima notte al mondo’. Amavo stare a casa da sola. Mi rilassava e potevo fare quello che volevo. Dopo aver finito i compiti mi preparai il pan bauletto con la Nutella,guardando uno dei soliti film americani del sabato. Fatte le sette e mezza andai a prepararmi. Mi feci una lunga doccia rilassante e pensai a molte cose. Forse quella sera il destino mi avrebbe fatto conoscere Lorenzo,l’amore della mia vita,o sarei inciampata passando accanto a lui e avrei fatto una figuraccia. Gettai l’ultima ipotesi nel cassetto dei pensieri da buttare e mi asciugai i capelli. Li feci liscissimi e passai anche la piastra. Poi mi truccai con l’eye-liner,il mascara e il fard. Andai in camera e indossai un leggins nero,gli stivaletti e una maglia lunga e larga verde. Verso le otto e mezza ero pronta e presi il cellulare. Avevo 5 messaggi di Andrea. ‘Alle otto. Sto venendo. Sono qui fuori. Quanto ci metti?. Sto da mezz’ora.’ Risi e chiusi tutto per poi uscire di casa. Lo vidi appoggiato al cancelletto. Mi avvicinai silenziosamente e gli coprii gli occhi con le mani. – Scusami davvero. Se hai intenzione di uccidermi ritiro il mio invito-gli dissi e poi mi allontanai un po’. Si voltò e mi squadrò. – Sei una figa assurda- commentò. Rimasi bloccata e arrossii. – Stavolta non ti scompiglio i capelli. Sarebbe un peccato- disse ancora. – Dai scemo andiamo- lo spinsi. Aveva un jeans,una camicia azzurra e un giubbotto di pelle nera sopra. Chiusi il cancelletto e ci avviammo al campetto. – Allora,cosa hai intenzione di farmi fare?- gli chiesi ridendo appena arrivammo. – Per il momento aspetta,devo vedere una cosa- mi disse andando verso un gruppo di ragazzi. Io intanto mi giravo intorno fino a che non vidi Lorenzo. Era bellissimo. Aveva i capelli pieni di gel e un maglione scuro. Lo osservavo da lontano e mi innamoravo sempre di più. Però non notai le ragazze. Forse uscivano più tardi. Ad un tratto le papere si avvicinarono e il guaio era che ora erano in tre. – La piccoletta esce con Bertini- disse Irene. – Ti sbagli,siamo amici- risposi cercando di ignorarle. Intanto pregavo che Andrea arrivasse il più presto possibile. – Si,come no? Perché non l’aiutiamo ragazze? Le diamo un’aggiustatina prima dell’appuntamento- disse Rosalie. Tutte risero e lei aprii il tappo della bottiglia di plastica che aveva in mano e mi getto tutta l’acqua addosso,bagnandomi quasi tutta. Risero e andarono via. – Oh ma insomma!- urlai. Sbuffai e feci per andarmene ma Andrea mi raggiunse subito. – Mi dispiace Andrea,non posso fare più nulla,torno a casa,non posso stare così!- dissi arrabbiata. Si tolse la giacca e me l’appoggiò sulle spalle. – Andiamo!- mi disse. Continuai a camminare e solo a metà via mi accorsi che stavamo andando a casa mia. Ero arrabbiatissima e non avevo voglia di fare nulla. Aprii la porta ed entrammo. – Vatti a cambiare,ti aspetto qui- mi ordinò. – Non ho più voglia di uscire...- gli dissi. – Puoi anche mettere una tuta,non importa- mi capì al volo. Salii le scale in fretta e mi cambiai mettendo una semplice tuta. Asciugai i capelli e li piastrai di nuovo. Scesi giù ed era lì che mi aspettava. Mi fece chiudere tutto e prendemmo a camminare. Non sapevo dove mi stava portando ma la mia rabbia era sempre lì. Avrei ucciso quelle tre se solo ne avessi avuto il coraggio. Brutta fifona che non sei altro,mi ripetevo. Ad un tratto Andrea si fermò,si abbassò e mi afferrò sotto le gambe. Successe tutto così in fretta che solo dopo realizzai che ero sulle sue spalle. Iniziò a correre. – Andrea! Non correre ho paura!- risi stringendomi a lui. Ridemmo insieme. Ad un certo punto fu come se la rabbia fosse svanita del tutto e la mia mente era circondata da pensieri felici. Arrivammo al parco e mi fece scendere. – Così dovevamo arrivare qui?- gli domandai. Annuì. Camminammo e si fermò ad una panchina. Si sedette,porto le mani dietro la nuca e iniziò a guardare il cielo. Lo imitai. – Che belle le stelle- sospirai. Restammo in silenzio. Poi,senza sapere il perché mi appoggiai al suo petto e lui mi strinse. – Sei davvero una persona speciale Andrea,ti voglio bene. Tu sei...sei..ecco,tu sei il mio migliore amico- gli confidai. Lo sentii sorridere e immaginai le sue fossette. – Finalmente hai capito perché ti capisco solo io!-. 

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