Capitolo 21

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Strinsi gli occhi e corrucciai la fronte quando una forte luce entrò nella stanza. Aprii gli occhi e sbadigliai e solo dopo un minuto capii che mi trovavo in una situazione abbastanza imbarazzante. Andrea dormiva tranquillo sul divano,io ero accanto a lui con la testa sul suo petto e le gambe intrecciate alle sue,mentre Maria ci fissava sorridente. – Buongiorno!- esclamò. Saltai subito in piedi e cercai di mettere a fuoco le immagini intorno a me. Maria si diresse in cucina canticchiando mentre apriva le ante dei mobili cercando delle merendine. – Hai dormito bene?- mi chiese. La domanda mi imbarazzò molto e infatti arrossii subito. – C-certo- risposi. – Vuoi qualcosa?- disse ancora. Mi ripresi e guardai di scatto l'orologio. Era già mezzogiorno. Afferrai il giubbino e lo misi in fretta. – No,signora. Grazie lo stesso,ma ora devo proprio scappare- dissi veloce,poi,aprii la porta e andai via. Mi avviai verso casa e già sapevo cosa mi aspettava. Una sfuriata di mamma sicuramente,ma anche una bellissima doccia calda. Una volta arrivata entrai e salutai. Mamma subito si avvicinò a me. Aveva le mani ai fianchi e uno sguardo che se avesse potuto sparare laser a quest'ora sarei già cenere. – Allora signorinella! Ci siamo divertite?- mi chiese in tono ironico. – Non mi sono andata a divertire mamma! Andrea stava male perché il nonno è stato operato al cuore! Mi ha chiesto di restare con lui per fargli compagnia. È il mio migliore amico!- subito partii sulla difesa. – Questo non ti consente di passare una notte fuori,a casa con un ragazzo!- urlò. – Ma è assurdo! È il mio migliore amico! Mamma io ho già un ragazzo! Cosa credi che faccia la troia con tutti? Tua figlia non è una puttana!- urlai di più. Per tutta risposta mi arrivò uno schiaffo in faccia,forte. La incenerii con lo sguardo e corsi in camera mia. Sbattei forte la porta e presi tutto il necessario per la doccia. Ero arrabbiatissima e avrei mandato a quel paese chiunque mi avesse rivolto la parola. Mi buttai sotto il getto caldo della doccia e ci stetti per un quarto d'ora. Quando uscii mi asciugai e indossai il jeans con la felpa dell'Adidas fucsia e le mie solite converse. Asciugai i capelli perfettamente lisci e mi truccai. Ritornai in camera leggermente più rilassata e mi sdraiai sul letto accendendo la tv. Accesi il cellulare e mi ritrovai tantissimi messaggi tra cui molti di Lorenzo. Lo risposi subito,spiegandogli la situazione,ma tralasciando la dormita a casa di Andrea. Non volevo litigare proprio ora che stava andando tutto bene. Ora che finalmente ero felice. L'ora di pranzo passò ed io rimasi in camera senza mangiare nulla. Solo quando mi assicurai che i miei fossero andati a lavoro scesi giù e mi preparai un po' di pasta. Avevo una fame tremenda. Fatte le quattro e mezza mi arrivò un messaggio di Lorenzo che chiese di vederci. Acconsentii e andai nella camera di mia sorella Giusi per chiederle di coprirmi. Fui costretta,però,a raccontare prima tutto. – Va bene,ci penso io- rispose. La ringraziai con tantissimi baci. – Però quando torni voglio più dettagli- mi fece l'occhiolino. Sorrisi ed uscii. Andai nel giardino dietro casa e presi una scala,appoggiandola al tetto del gazebo. Così,se fossi arrivata tardi sarei salita per di lì e mi sarei ritrovata subito nella mia camera. Sorrisi per la mia furbizia e,a pochi passi da casa mia,ritrovai l'Audi A1 di Lorenzo. Entrai sorridente. – Ciao- lo salutai e subito la rabbia svanì. Lui si avvicinò a me e mi baciò,con foga. Non sembrava affatto uno dei tanti baci di ieri. Mi staccai leggermente. – Tutto bene?- gli chiesi. – Mi sei mancata- sussurrò prima di afferrare nuovamente le mie labbra. Mi feci coinvolgere subito da quel bacio che mi ricordò per quanto tempo avessi aspettato questo momento. Non è il tempo di fare i perfettini del cazzo. Bisogna fare le cose con il cuore e non con la mente. Si staccò da me dopo un po' e mi sorrise. – Dove ti va di andare?- mi chiese riprendendo la voce dolce della sera prima. – Ti va di fare un semplice giro in centro?- gli chiesi. Lui annuì e accese il motore. Partì veloce verso il centro e una volta arrivati scendemmo dall'auto. Non appena la chiuse con un semplice clic delle chiavi,afferrò la mia mano. Il mio cuore prese a battere all'impazzata e arrossii subito. – Sai ieri quando sono uscito con i ragazzi è stato troppo divertente. Giuseppe si è ubriacato a tal punto che è uscito fuori strada e ha iniziato a ballare senza sosta. Abbiamo riso tantissimo e non sai che abbiamo dovuto fare per riportarlo a casa!- mi raccontò. Io intanto lo guardavo e sorridevo all'idea della sua risata contagiosa. Mi piace quando mi parla,a prescindere da che cosa mi voglia dire. Mi piace il semplice fatto che voglia dirmi delle cose. – Mi dispiace che tu hai passato la notte in ospedale- disse,con tono un po' più triste. – Lo so,ma dovevo stare con il mio migliore amico- risposi. Intanto nella mia testa si ripetevano quelle immagini dolci e gli occhi blu di Andrea puntati nei miei. Qualcosa di meraviglioso. – Prendiamo un gelato?- mi chiese ad un tratto. – Siiii gelato!- esultai. – Sembri una bimba- rise. – Oh,lo sono eccome!- risposi. Entrammo nella gelateria e prendemmo due coni. Lui a stracciatella ed io a Kinder cereali. Lo mangiammo seduti l'uno di fronte all'altro,ridendo e scherzando. All'improvviso il cellulare vibrò. Lo afferrai al volo e notai che era Andrea. Risposi. – Pronto?-.- Grace nonno si è svegliato! Per favore vieni qui!- mi disse Andrea con voce euforica. – Va bene,tra poco arrivo- gli dissi prima di chiudere la telefonata. Posai il cellulare mentre Lorenzo mi guardava con sguardo interrogativo. – Il nonno di Andrea si è svegliato,vuole che vada. Mi dispiace- gli dissi accarezzandolo. – Davvero preferisci andare lì piuttosto che stare con me?- mi domandò. Un colpo al cuore. – No,Lorenzo. Ma cosa pensi? Ma è il mio migliore amico e...-. – Si,è il tuo migliore amico e non puoi lasciarlo solo. Lo so- disse voltandosi. – Capiscimi. Non hai mai avuto un migliore amico?- gli chiesi. Si voltò di scatto. – Si,Rosalie- affermò. Poi,prese a camminare. Lo seguii. – Ma lei è la tua ex!- esclamai. - E allora? È solo la mia migliore amica!- spiegò. Raggiungemmo in poco tempo la macchina. Entrammo e lui fece partire il motore. – Vengo con te- chiarì. Non pensai nemmeno a quello che disse e ripresi il discorso di prima. – Come fai ad essere geloso di Andrea?-. – E tu come fai a essere gelosa di Rosalie?-.- Ma lei è la tua ex! E so com'è...- dissi imbronciando. Non rispose più e il tragitto fino all'ospedale fu silenzioso. Quando arrivammo e spense la macchina,feci per scendere ma mi bloccò. – Pace?- disse atterrandomi con quei suoi magnifici occhi. Lo baciai e basta. Scesi dall'auto e afferrai la sua mano. Quando entrammo prendemmo l'ascensore e salimmo al secondo piano fino a raggiungere la camera 204. Lorenzo rimase fuori ed io bussai leggermente. Una volta dentro sorrisi mentre vedevo Andrea venirmi incontro. Aveva la felicità stampata sul volto. Mi prese in braccio e mi fece girare. – Grace!- urlò. – Ehi...- sorrisi. Mi prese per mano e mi portò accanto al nonno. – Nonno questa è Grace- mi presentò. – Salve signor Andrea-. – Oh,è davvero bella la tu regazza Andrè- disse in uno stretto romano. Sorrisi e arrossii. – Nonno,non è la mia ragazza- precisò Andrea. Gli appoggiai una mano sulla spalla. – Andrea sono venuta solo per un saluto. Sono qui con Lorenzo,sai...ora- cercai di dirgli ma lo vedevo fissare qualcosa. Mi voltai e Lorenzo era sulla porta. Entrambi si scambiavano sguardi di sfida. Presi Lorenzo per mano e lo presentai alla famiglia di Andrea. – Ah,che peccato. Davvero un peccato- disse il nonno scuotendo la testa. Arrossii. – Ora vado Andrea,ciao- gli dissi. Lui mi baciò la fronte. – A dopo,bimba- mi disse. Uscimmo da quell'ospedale e mi feci lasciare a casa da Lorenzo. Il tragitto in macchina fu tranquillo e divertente e prima di scendere mi godetti uno dei suoi baci dolci. Guardai l'ora sul cellulare ed erano già le otto e mezza quindi i miei di sicuro erano già in casa. Andai nel giardino e salii la scala. Mi arrampicai sul tetto e raggiunsi la finestra per poi entrare in camera. Mi tolsi il giubbino e le scarpe e scesi giù. Salutai tutti e feci l'occhiolino a mia sorella. Mentre mangiavo mi ricordai che Andrea mi aveva detto 'a dopo',ma io avevo tralasciato un piccolo particolare. Non potevo uscire di casa. Salii in camera e gli inviai un messaggio spiegandogli tutto. Mi rispose dopo ben 10 minuti. Apri la finestra. Fissai il cellulare per un minuto e poi mi accorsi che Andrea era sul tetto. Uscii anche io e risi. – Che diavolo ci fai qui?-gli chiesi ridendo. – La mia migliore amica ha un bel po' da raccontarmi- sorrise. Si sedette in un angolo ed io tra le sue gambe,appoggiata al suo petto. Le sue braccia mi tenevano strette mentre gli raccontavo tutto. – Eh beh,si può dire che ce l'hai fatta- mi disse. – Si,ce l'ho fatta- sospirai. Restammo un po' in silenzio. – Comunque grazie per stanotte- disse a bassa voce. – Non ti preoccupare,l'ho fatto per te-. Mi morse una guancia ed io mi girai di scatto. – E no! I morsi no!!!!-. 

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