Capitolo 28

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Sentii qualcosa bagnarmi il viso e mi buttai sotto le coperte,mettendo la testa sotto il cuscino. Qualcosa si intrufolò sotto le mie coperte e mi provocò solletico. Sorrisi e mi alzai,appoggiandomi alla testiera del letto. Rimasi per qualche minuto zitta. – Preso!- urlai,afferrando il piccolo Argo tra le mie braccia. – Sei venuto a darmi il buongiorno?- gli chiesi con una voce altamente idiota. Continuai ad accarezzarlo mentre guardai i piccoli raggi di sole sul piumone. Argo abbaiò e scappò via da me,uscendo fuori dalla mia stanza. Mi alzai e mi stirai provocando il rilassamento di tutto il mio corpo. Guardai la sveglia ed erano già le tre del pomeriggio. Ieri dopo aver visto la neve avevo passato almeno mezz'ora in camera con Andrea a parlare sul letto. Poi quando se ne andò,misi il cd di Tiziano e lo ascoltai tutto quindi andai a letto tardi. Scesi giù e c'era un biglietto dove i miei mi dicevano che nessuno sarebbe stato a casa. La cosa bella della mia famiglia e che avevamo deciso da poco era che a Natale ognuno poteva stare con chi gli pareva. Questa decisione fu presa perché i miei fratelli grandi non c'erano mai a casa e quindi rimanere solo in quattro non era molto bello. Iniziai a canticchiare una canzone che c'era nel cd e che avevo ascoltato a palla. Difendimi per sempre. Presi qualcosa dal frigo e mi preparai un panino al volo. Mangiai in fretta e poi corsi di sopra. Accesi il cellulare e notai i messaggi di buon Natale. Rimasi bloccata però quando non vidi nessun messaggio di Lorenzo. Oggi era un mese,un mese di noi. Era il giorno più bello del mondo ed io mi sentivo come una principessa. Sentivo che d'ora in poi nulla più mi avrebbe fatto paura,che avrei lottato,sentivo di diventare una persona migliore. Perché l'amore è anche questo. L'amore ti fa stare bene,ti completa,ti rende migliore. Mi affacciai alla finestra e portai le mani alla bocca. Tutto e dico tutto era ricoperto da un bianco manto di neve. Sorrisi come una bimba. Afferrai un jeans e una felpa al volo e li indossai. Mi coprii con giubbino,cappello e sciarpa e scesi giù. Aprii la porta e il freddo mi fece tremare. Si ghiacciava. Sorrisi e mi accasciai a terra,toccando la neve soffice. Le mie mani si colorarono di un rosso vivace. All'improvviso il cellulare vibrò e vidi il numero di Lorenzo. – Ehi- risposi. – Finalmente sei sveglia! Guarda a sinistra- disse in un attimo e staccò. Posai il cellulare e mi voltai alla mia sinistra. Dei piccoli petali rossi segnavano un percorso. Il contrasto tra il bianco della neve e il rosso delle rose creava un bell'effetto. Lo seguii camminando lentamente e non alzai mai lo sguardo fino a quando non arrivai in giardino. Era lì,appoggiato all'albero di noci con il sorriso più dolce del mondo. I petali continuavano e si formava sulla neve soffice la scritta 'Ti amo'. Rimasi imbambolata e qualche lacrima mi scese. La cacciai via e corsi da lui. Era bellissimo,semplicemente meraviglioso. Quando arrivai tra le sue braccia i suoi occhi fissavano intensamente i miei. – Amo i tuoi occhi- sussurrai. – Io amo te- disse prima di impossessarsi delle mie labbra. Mi baciò dolcemente e si ridusse pian piano a piccoli morsi. – Grazie- gli dissi. – E di che?- chiese. – Sei qui,per me,è così strano eppure così bello. Così sbagliato eppure mi sento così felice- gli spiegai. – Sbagliato?- domandò,incredulo. – Sai che meriti di più- abbassai la testa. – Non rovinare questo momento- disse lui. Diventai tutta rossa e subito mi sentii in colpa ma poi mi prese il viso tra le mani. – Il fatto sai qual è? È che all'uscita della scuola tutte le ragazze escono e sorridono a tutti,si accendono la sigaretta e se ne vanno sculettando,a testa alta. Poi ci sei te,esci sempre a testa bassa,hai paura di non essere abbastanza,poi sorridi ed il tuo sorriso è meglio di tutti quei sorrisi stupidi,perché tu sei diversa. È come se tu vedessi in me qualcosa che ti salva,ed io voglio continuare a salvarti. Quindi smettila di pensare questo,perché a massimo sono io che non merito te- disse svelto. Lo abbracciai forte e lo strinsi a me. – Entriamo dentro e guardiamo un film mangiando schifezze?- mi chiese. – Assolutamente...non andare via,ti prego. Litigheremo,ci vorremo scannare,ci insulteremo. E succederà tante volte, lo sai. Ma promettimi che poi ci ritroveremo in un abbraccio e in un "Scusami se sono una testa di cazzo, ma mi conosci". Promettimi che faremo sempre pace e che tornerai a farmi il solletico e a baciarmi per farmi stare zitta. Promettimi che riusciremo a capirci, sempre- continuai. Mi sentivo stranamente debole in quel momento. – Te lo prometto ok? Resterò insieme a te. Non me ne andrò. Ti starò accanto quando mi fai incazzare,quando mi fai ingelosire,quando fai la scema. Resto,si- disse mentre mi accarezzava i capelli. Mi baciò di nuovo ed entrammo dentro per goderci tante,ma tante coccole.

Verso le otto di sera Lorenzo andò via,informandomi che sarebbe stato con i suoi amici,cosa che probabilmente avrei fatto anche io. Infatti,appena se ne andò,iniziammo a parlare nel gruppo Whatsapp e decidemmo che saremo andati alla pista di pattinaggio,cosa che non avevo mai fatto. Deciso tutto,andai a farmi una doccia e mi preparai in poco tempo. I ragazzi vennero a prendermi con l'auto di Antonio,l'unico patentato usufruito d'auto. Quando entrai salutai tutti. – Andrea?- chiesi. – Il tuo piccioncino viene con Sharon- mi informò Jessica. Risi per il 'piccioncino'. – Palle quella oh- sbuffò Matteo. Risi anche per quello,di nascosto. Quando arrivammo alla pista di pattinaggio era affollata ma Andrea ci aveva mantenuto il posto in fila. Nonostante le varie bestemmie di tutti i poveretti in fila,riuscimmo ad intrufolarci. – Ciao- salutai Andrea con la mano da lontano. Ognuno prese i propri pattini e in poco tempo erano già sul ghiaccio. Solo la povera incapace tentava ancora di metterli. Sorrisi e fui inondata dalla tenerezza quando vidi Nicole e Matteo ridere a terra,uno sopra l'altro. Li amavo troppo insieme. Intanto ritornai ai miei stupidi pattini e sbuffai. – Serve aiuto?- sentii una voce familiare. – Magari,grazie- risposi ad Andrea che intanto si era inginocchiato a terra e mi stava aiutando. – Allora,con Sharon?- chiesi,curiosa più che mai. – Stiamo uscendo insieme- rispose stringendo il nodo ai miei lacci. – Quindi state insieme- conclusi. – No...si..no cioè- balbettò qualcosa. Risi per tutta risposta e lui mi aiutò ad alzarmi. Misi piede nella pista e sembravo davvero un procione paralitico,l'unica da sola che usufruiva della ringhiera come aiuto. Ora sarei diventata la candela del gruppo? Alla faccia degli amici e dell'amore! All'improvviso qualcuno mi venne addosso,i miei pattini andarono in avanti ed io caddi all'indietro,con il sedere per terra. Sbuffai. Andrea passò e rise insieme a Sharon. – Tanto me la paga- borbottai tentando di alzarmi. Ad un certo punto mi trovai davanti due splendidi occhi azzurri. Ok,inutile dire che avevo un debole per gli occhi azzurri. Ma i suoi sono tutt'altro rispetto a quelli di Lorenzo. Mi porse la sua mano ed io l'afferrai. Mi posizionò davanti a lui e mi strinse i fianchi,mentre cercava di farmi rimanere in equilibrio. – Senti,riguardo il regalo di Natale...- accennai qualcosa. – Si me lo hanno detto- rispose. – Ecco,se non ti dispiace,vorrei annullare. Magari ci vai con Sharon. Sai,per Lorenzo- dissi. Rimase in silenzio e mi aspettai una sua possibile reazione. – Va bene- sospirò. Un altro spintone arrivò dall'ammasso di gente che c'era in quella pista e cademmo entrambi a terra. Iniziammo a ridere come due idioti mentre tutti ci guardavano. Poi,ci girammo e ci guardammo negli occhi. I suoi erano stupendi in quel momento. – È inutile che fai così con gli occhi- mi rialzai. Si alzò anche lui. – Tu avrai anche gli occhi azzurri come il mare,ma i miei sono marroni come la Nutella e non c'è paragone- gli feci la linguaccia. Mi prese per i fianchi e mi fece il solletico fino a quando non sbattei accanto alla ringhiera. Il suo viso era vicino al mio e potevo sentire il suo respiro regolare. – Infatti,non c'è paragone- sorrise. 


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