Ero sconcertata. Guardavo Andrea da lontano andare via,con le mani nelle tasche dei jeans e mi chiedevo il perché di quello sguardo freddo,di ghiaccio. Non mi aveva mai guardata così prima d’ora. I suoi occhi mi avevano rivolto sempre e solo sguardi teneri e dolci,a massimo di rimprovero. Ma quegli occhi,lucenti nell’oscurità,quegli occhi di ghiaccio ma che avevano il fuoco dentro,non li avevo visti mai. Scossi la testa e abbassai lo sguardo. Decisi che per quella sera era meglio non pensare ad altro e godermi ciò che avevo accanto. La mano di Lorenzo continuò ad accarezzarmi e mi circondò la vita. – Andiamo?- mi sussurrò. Mi voltai sorridendo e annuii più di una volta. Mi prese per mano,intrecciando le sue dita alle mie. Quel gesto mi ricordò Andrea che solo tenendomi la mano era riuscito a tranquillizzarmi. Entrammo nel parco,illuminato dalla luna e dai pochi lampioni che c’erano. Solo il piccolo chiosco era popolato da due o tre coppiette che bevevano qualcosa e si coccolavano. Quella situazione mi mise un po’ a disagio e mi imbarazzò. Guardai le nostre mani e sospirai. Ci sedemmo su una panchina. Aveva ancora la mano intrecciata alla mia. Decisi che dovevo parlare,certe cose vanno dette. – Vorrei rimanere così per sempre- dissi indicando le nostre mani con gli occhi. Sorrise e baciò la mia,delicatamente. Un brivido mi percosse la schiena. Era tutto silenzioso,solo la musica leggera e lenta del chiosco ci intratteneva. – Ti va di ballare?- mi chiese a un tratto alzandosi. Sorrisi e il mio cuore tremò. Mi attaccai a lui mentre mi strinse a sé. La musica di sottofondo era lenta e si sentiva appena. Lorenzo iniziò ad ondeggiare ed io lo seguii,incerta sul da farsi. Sentivo il suo respiro sul collo e credevo che il cuore mi sarebbe quasi uscito dal petto. Così provai a regolare il respiro ma nulla. Ero troppo emozionata e follemente innamorata di lui. Restammo così per un bel po’,poi si staccò da me e iniziammo a camminare. Le mani sempre unite. Arrivammo accanto alla fontana e ci sedemmo. Lo scrosciare dell’acqua era rilassante. Lorenzo mise la mano dietro la mia nuca e stavo quasi per svenire credendo che mi avrebbe baciata. Ma nulla,iniziò ad accarezzarmi i capelli ed io chiusi gli occhi. – Sei bella- disse ad un tratto. Cosa? Lorenzo ha davvero detto che sono bella? Dopo ben 2 anni ora mi dice che sono bella? Il mio cuore voleva esplodere di gioia. Mi limitai a sorridere e ovviamente la mia bocca parlò prima di consultare la mente. – Anche tu sei molto bello- dissi. Lui rise mentre io abbassai lo sguardo imbarazzata. All’improvviso vidi che immerse la sua mano nella fontana e con un movimento fulmineo mi schizzò. Mi alzai di scatto e poi risi. Iniziai a schizzarlo anche io e arrivammo a bagnarci tutti. Ci rincorremmo e lui mi acchiappò,abbracciandomi da dietro. – Presa!!- esclamò. Ridemmo insieme. – Uffa,di nuovo tutta bagnata. Prima o poi mi verrà la febbre!- risi. – Vieni qui- sussurrò. Mi prese sulle sue spalle e iniziò a uscire dal parco. – Lorenzo posso anche camminare!- gli dissi. – Mi va di portarti sulle spalle. Sei la mia principessa,non posso permettermi che tu ti prenda un malanno!- disse. Rimasi in silenzio,appoggiando la testa tra l’incavo del collo e della spalla. La sua principessa. Ringrazia di nuovo il cielo che era buio e che non mi poteva vedere il viso perché diventai rossissima. – So già che stai arrossendo. Sei ancora più bella quando diventi tutta rossa- continuò. O mio Dio. Questa è la serata dei complimenti. Mi sentivo morire dentro. Ero sicura che quando mi avrebbe messa con i piedi per terra non mi sarei retta all’in piedi e sarei caduta. Mi portò sulle spalle fin sotto casa. Lì mi fece scendere piano e mi sorrise. – Ho passato una magnifica serata- disse grattandosi la nuca. Io intanto mi torturavo le mani dall’imbarazzo. – Già- risi,nervosamente. – Allora a domani- disse balbettante senza sapere cosa fare. – A domani- sospirai. Ci sorridemmo poi a un tratto tornammo seri. Con tutte e due le mani afferrò la felpa a panda e mi attirò a sé. Aveva il respiro affannato mentre io,il respiro,non lo avevo più. Incamerai aria con un respiro profondo perché se si sarebbe avvicinato di più non avrei respirato per un altro po’. Si avvicinò alla mia mandibola e la baciò e seguì il percorso fino alla punta delle labbra,con dei piccoli baci. Poi,si avvicinò alle mie labbra e ci stampò un bacio. Sorrise. Tremavo. Le mie gambe stavano per cedere e se non mi avesse tenuto per la felpa sarei caduta. Sorridevo e avevo il cuore a mille. Le farfalle nello stomaco non erano più solo farfalle,era uno zoo intero. Mi accarezzò una guancia e si voltò per andare via. Rimasi lì a guardarlo fino a quando non lo vidi più. Infilai la chiave nella porta di casa ed entrai. Avevo il sorriso stampato in faccia. Salii fino in cameretta e mi misi in fretta il pigiama. Presi la chat con le ragazze e gli raccontai tutto. Ogni singola e minima cosa. Ovviamente Jessica si era messa con Antonio e il giorno seguente ci avrebbe raccontato tutto. Toccava solo a me. Ero felice? Si,no,forse. Toccavo il cielo con un dito e avrei potuto fare qualsiasi cosa,anche urlare a squarciagola in mezzo alla strada. Non me ne sarebbe importato nulla. Ero felice? Si,forse si. Ero a un passo dalla felicità. Mandai un messaggio ad Andrea ma non mi rispose. Ad un tratto mi tornò in mente quello sguardo freddo di prima e cercai di pensare che cosa avessi sbagliato. È tanto sbagliato desiderare un amore che sto aspettando da ben 2 anni? È così sbagliato guardare Lorenzo e pensare che è l’uomo che vorrei accanto per tutta la vita? Credo di aver aspettato fin troppo la felicità e che quindi ora me la merito tutta. Credo di aver aspettato fin troppo l’amore e ora che è arrivato di certo non me lo farò scappare. Decisi di addormentarmi,ancora sorridente. Abbracciai il cuscino e lo strinsi forte al petto. Si,sarebbe andato tutto bene. Lo sentivo.
Il mattino dopo mi svegliai di fretta e feci una doccia. Mi vestii con jeans e maglioncino e legai i capelli in una coda di cavallo. Odiavo farmi la coda,sembravo un fagiolo,però quando scrivevo era sempre comodo. Scesi in fretta giù e salutai mamma e papà con un bacio. Ovviamente restarono allibiti da quel mio gesto e io per tutta risposta alzai le spalle. il buongiorno di Lorenzo subito arrivò appena accesi il cellulare e le farfalle allo stomaco tornarono. Feci colazione in fretta e uscii fuori per andare a prendere l’autobus. Ripensavo intanto a tutto quello che era successo ieri. Gli abbracci,le carezze,il suo “bacio”. Mi portai le mani sulle labbra e le accarezzai. Avrei voluto tanto che quel bacio diventasse un vero bacio. Avrei voluto sentire il suo sapore,il suo profumo. Arrivai alla fermata e l’autobus era già lì. Salii in fretta e mi accorsi che Andrea era davanti a me. Gli scompigliai i capelli. – Buongiorno- sorrisi. Non rispose e ci sedemmo entrambi. Decisi di non attaccare discorso ancora intimorita al pensiero di quello sguardo di ghiaccio della sera precedente. In poco tempo arrivammo fuori scuola e scesi dall’autobus. Andrea non mi guardò nemmeno e passò avanti. Strinsi i pugni e gli corsi dietro. Lo feci voltare e mi guardò dritto negli occhi. – Cos’hai?- gli chiesi. – Oh guarda! C’è Lorenzo! Mi dispiace,a dopo!- mi salutò con la mano,si voltò e andò via.
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A Little Warrior
RomanceSi ama davvero una sola volta nella vita,Juliàn,anche se non ce ne rendiamo conto. -L'ombra del vento