Capitolo 23

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Ero in uno stato di trans ancora seduta sullo scalino che poi portava all'aula di musica. Avevo ancora la testa tra le mani e la sentivo scoppiare. Avevo fatto una cosa a Nicole che se fosse stata un'altra persona non mi avrebbe mai perdonato. Ma come ho fatto a dimenticarmene? Come ho fatto a dimenticarmi della mia migliore amica? Non posso nemmeno dire 'capita',perché certe cose non capitano. Capita che dimentichi le chiavi di casa,capita che fai cadere il cellulare,ma dimenticarsi della propria migliore amica,questo mai. Sbuffai e afferrando la borsa mi rialzai. Buttai i capelli all'indietro e,una volta uscita dall'aula,richiusi la porta dietro di me. Uscii da scuola e iniziai ad avviarmi verso casa mentre componevo il numero di Lorenzo. – Amore- rispose subito. – Ehi,stasera andiamo alla fiera?- gli chiesi cercando di mantenere un tono normale. – Certo,da te alle otto- mi disse e poi staccò. Sospirai e in poco tempo arrivai fuori casa. Entrai e salutai mamma. – Tesoro dove sei stata?- mi domandò mentre mescolava quello che presumo era sugo all'interno della pentola. – Sono stata alle prove di Nicole dopo scuola-. Bugia. – Tra un'oretta esco- dissi mentre salivo le scale. mi fiondai in bagno per farmi una bella doccia. Presi il telefono e misi le canzoni di Tiziano,mi avrebbero calmato di sicuro. Mi gettai sotto la doccia e iniziai a insaponarmi e a farmi lo shampoo. Stavo bene,non avevo nulla di strano,eppure c'era un dolore che sembrava fracassarmi lo stomaco. Uno strano vuoto che molto probabilmente Lorenzo avrebbe colmato. Uscii dalla doccia e mi avvolsi nell'accappatoio per poi asciugarmi. Indossai un paio di leggins di pelle neri,gli stivaletti neri,una camicetta rossa a giro maniche e il giubbino di pelle sopra sempre nero. Sapevo che mi sarei congelata ma mi piaceva quell'abbinamento. Asciugai i capelli lunghi sempre lisci e poi mi truccai,stavolta aggiungendo il rossetto rosso. Stava benissimo sulle mie labbra solo che avevo sempre vergogna di metterlo. Uscita dal bagno vidi che erano già le otto così recuperai la pochette e corsi giù. – Mamma vado!- urlai e poi chiusi la porta dietro le mie spalle. Fuori casa c'era Lorenzo nella sua macchina e faceva un freddo cane che iniziai a tremare. Entrai in macchina e gli sorrisi. – Wow! Ma stasera sei stupenda!- esclamò per poi baciarmi. Fortunatamente il rossetto era indelebile e non ci sporcammo affatto. Lorenzo fece partire la macchina e iniziò a parlarmi. – I tuoi amici si sono arrabbiati molto?- mi chiese. – Non molto. Stasera saranno lì- gli sorrisi. Siccome la fiera non permetteva di far circolare le auto,parcheggiammo la macchina non molto distante da lì e poi continuammo il percorso a piedi. Lorenzo mise il suo braccio sulla mia spalla e iniziammo a camminare. La fiera era una delle cose che avevo amato fin da piccola. Mamma e papà mi ci portavano sempre. Arrivammo all'entrata e delle bellissime decorazioni a forma di arco ci accolsero. – Dopo di lei,principessa- disse Lorenzo inchinandosi. Risi di gusto e dopo aver fatto un inchino continuai a camminare. Lui mi afferrò subito. Camminavamo e intanto ci fermavamo a qualche stand. Ero con Lorenzo eppure quel vuoto che avevo dentro ancora non andava via e lo odiavo. Dopo poco arrivammo al lato della ristorazione e il profumo di carne e varie schifezze mi fece venire l'acquolina in bocca. Tra i tanti tavoli di legno scorsi i capelli biondi e lunghi di Jessica. – Sono lì- dissi indicando la mia comitiva a Lorenzo,con il volto stampato in faccia. Arrivammo lì accanto e salutammo tutti. – Ciao ragazzi!- sorrisi. – Ciao!- dissero tutti in coro. – Non credi sia meglio andare?- mi sussurrò all'orecchio Lorenzo. – No,voglio stare un po' qui- dissi ancora sorridente. Mi sedetti di fronte a Jessica che continuava a guardarmi in modo interrogativo. Ad un certo punto mi sentii a disagio dove mi ero sempre sentita a casa. Cercai con lo sguardo Andrea ma era impegnato a parlare con una ragazza che non avevo mai visto. Aveva dei capelli rossi che le cadevano appena sulle spalle e degli occhi verdi da gatta. Era davvero bella. Mi avvicinai. – Ciao,scusa se vi interrompo. Io sono Grace,tu sei?- mi presentai alla ragazza. – Oh,io sono Sharon- mi strinse la mano amichevolmente. Andrea intanto fissava me e poi Lorenzo con lo stesso sguardo di Jessica ed io mi sentii di nuovo a disagio. La mano di Lorenzo mi strinse un fianco. – Andiamo?- mi chiese. Rimasi per tre secondi in silenzio. – Posso rubartela per un po'?- chiese Andrea. Mi voltai di scatto e Lorenzo annuì. Mi alzai ed io e Andrea prendemmo a camminare. Si voltò per guardare Sharon e le sorrise. – Mm,Sharon allora- dissi io. – Oh si. L'ho conosciuta stasera. È bellissima e mi interessa,penso che le chiederò di uscire- sorrise,imbarazzato. – E bravo Andrea- dissi dandogli un colpetto sul braccio. Arrivammo al lato delle giostre e gli presi un braccio,tirandolo. – No ok. Adesso io e te andiamo sul Dominator!- gli urlai siccome la musica era forte. – No Grace dai!- si lamentò. Lo trascinai con me e subito facemmo il biglietto. Salimmo e la giostra partì immediatamente. Inutile dire la mia reazione. Capovolta a testa in giù riuscivo solo a urlare. Mi stavo divertendo da matti. Quando scendemmo Andrea rideva con me e per un attimo fu come se quel vuoto si fosse chiuso. – Ora possiamo parlare?- mi chiese. Annuii soltanto e lo seguii. Si allontanò dalla musica,in un posto più appartato dove avremmo potuto parlare. – Dimmi tutto- risi nervosamente. – Credevo che non ti avrei parlato mai più- sorrise e sospirò. -Insomma Grace che ti succede? Da quando stai con Lorenzo per te la nostra comitiva non esiste più. Stai sempre con lui e non ci vediamo più- cercò di dirmi. – Ti hanno detto la ragazze di parlarmi,vero?- incrociai le braccia al petto e iniziai ad arrabbiarmi. – Non c'entra questo. Guardati non sei più la Grace che conoscevo- indicò il mio abbigliamento. – Perché lo stai facendo? Per apparire più bella per lui? Avrai freddissimo- continuò ed io abbassai lo sguardo. Si avvicinò e mi passò una mano tra i capelli. – Non sei più la mia Grace- sospirò. Si sentiva l'amarezza nella sua voce. Mi allontanai dal suo tocco e indietreggiai. – Ma perché non riuscite ad accettare il semplice fatto che sono felice?- domandai. Avevo gli occhi lucidi e un groppo in gola. Volevo andarmene da lì. Me ne andai e mentre camminavo a testa bassa sbattei contro qualcuno. Alzai il volto ed era Lorenzo. – Amore perché piangi? Che ti ha fatto quello stronzo?- disse arrabbiato.- Nulla,non ti preoccupare. Lui non ha fatto niente. Sono io,per favore portami a casa- gli chiesi. – Certo- mi disse. Arrivammo alla macchina e mi ci fiondai dentro. Erano circa le dieci di sera. Il tragitto fu silenzioso e guardai tutto il tempo fuori dal finestrino,tirando su con il naso. Arrivati fuori casa mia,aprii lo sportello ma Lorenzo mi bloccò. – Dimmi che hai,per favore- sussurrò. – Ho litigato con le ragazze,aggiusteremo tutto- sorrisi. Mi avvicinò a se e mi baciò. Scesi dalla macchina e aspettai che andasse via. Salii lentamente le scale del porticato,quasi trascinandomi. Mi sedetti su uno scalino. Non ce la facevo più. Portai le ginocchia al petto e le strinsi forte mentre iniziai a singhiozzare. Cosa avevo fatto? Mi ero circondata solo dell'amore di Lorenzo e avevo abbandonato quell'amore che c'era sempre stato. Quell'amore che non aveva bisogno di baci o abbracci,ma quello che si percepiva nell'aria,mentre eravamo assieme. Avevo perso le mie migliori amiche e molto probabilmente il mio migliore amico. Stavo perdendo tutto per un'unica persona di cui non avevo nessuna certezza. I miei migliori amici si invece,loro erano la mia certezza. Restai lì fuori al freddo per almeno una mezz'ora quando mi arrivò un messaggio. Non avevo nemmeno la forza di prendere il cellulare,ma ci provai. Lo afferrai e misi la password. Era Andrea. Esci fuori casa. È un ordine! Io e te dobbiamo fare una bella chiacchierata. Rimasi paralizzata davanti a quel messaggio e subito dopo me ne arrivò uno più o meno uguale da parte delle ragazze. Dovevamo vederci e così decidemmo a casa di Andrea. Mi asciugai il trucco sciolto ed entrai dentro e salutai mamma. – Ehi mamma,se stasera torno più tardi? Sto a casa di Andrea con la comitiva- le chiesi,quasi implorandola. – Va bene- rispose. Giù non c'era nessuno. Probabilmente i miei fratelli non c'erano e papà e Benedetta dormivano. Salii in camera e mi cambiai indossando un jeans e un maglione enorme. Dov'eri finita Grace?

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