Anche la Vigilia di Natale era arrivata. Ero seduta sul divano e scrivevo qualcosa sulla mia agenda,accanto al camino,nel silenzio più totale. Mi piaceva a volte immergermi nella scrittura. Scrivere i miei pensieri,le mie emozioni. Così,lasciavo che la Biro nera scivolasse sul foglio come se stesse pattinando. Scrivevo di quella sera alla festa,del gesto di Lorenzo che dopo due giorni non avevo dimenticato e delle parole di Andrea. Penso che non troverò mai una persona a cui voglio così bene come lui,tranne le mie migliori amiche. È capace di farmi stare bene con il minimo sforzo,è sempre lì a sostenermi,mi protegge e mi rimprovera se faccio qualcosa di sbagliato. Davvero non so perché il destino lo abbia mandato sulla mia strada. Se credo al destino? Si,forse è davvero tutto scritto. Poi ti chiedi,"e se prendessi una decisione diversa?". È scritta anch'essa. Quindi,forse Andrea è con me per uno scopo. L'altra notte,quando mi stringeva tra le sue braccia,ho persino pensato che fosse il mio angelo custode,che fossimo in uno di quei film fantastici. Poi ho riso della mia stupidità. Eppure sembra esserlo davvero,il mio angelo. <<Tu presto volerai e ne morirò. Non saluterai e poi fuggirai. Cercherò di non scordati mai,angelo mio.>> Sospirai quando la canzone di Tiziano mi ritornò in mente. Chiusi l'agenda di colpo quando vidi entrare mia mamma dalla porta di ingresso. – Tesoro,puoi darmi una mano con le buste della spesa?- mi chiese barcollando. Lasciai l'agenda sul divano e corsi ad aiutarla. Quelle buste erano davvero pesanti. Le posai sul tavolo e iniziai a svuotarle insieme a lei. – Allora,stasera verranno gli zii qui?- gli chiesi. È sempre stato così,fin da quando ero piccola. La Vigilia di Natale tutti i miei zii e i miei cugini venivano a mangiare da noi. – Si e infatti devo sbrigarmi a cucinare. Puoi darmi una mano?- mi chiese disperata. – Solo per due ore,poi penso che esco- sbuffai. Mi legai i capelli e,dopo aver indossato il grembiule,aiutai mamma a preparare. Odiavo tutto quel pesce puzzolente,ma ormai non potevo tirarmi più indietro. Impasticciai qualcosa e solo dopo una lenta spiegazione di mamma riuscii a comprendere cosa fare. Aspettai con ansia che si facessero le sei per abbandonare quella puzza tremenda. Afferrai l'agenda che avevo lasciato sul divano e salii sopra. La posai sulla mia scrivania,dopo averla chiusa attentamente e mi rifugiai in bagno. Feci una doccia e lo shampoo per eliminare quella puzza che si era impossessata persino dei miei capelli. Una volta uscita mi asciugai e li lisciai per poi vestirmi con un jeans,gli stivaletti e la maglia Natalizia che mi aveva fatto la nonna. Ormai era una tradizione. Era rossa e aveva sopra un pupazzo di neve,con tanto di fiocchi e un albero di Natale. Un po' ridicolo per uscirci ma la tradizione è la tradizione. Mi truccai e indossai il giubbino. Scesi giù comprendoni il più possibile e 'fuggii' di casa. Una volta uscita mi incamminai verso il centro. Era tutto bello. Le luci,i colori,le musiche Natalizie,quella dannata puzza di pesce e frittura,la gente che usciva dai negozi con i regali tra le mani,i bambini sorridenti. All'improvviso il cellulare vibrò. Era Lorenzo. Da quella sera aveva cercato di rintracciarmi ma io non avevo mai risposto. Trascinai con il dito lo spazio verde e risposi. – Dimmi- ero fredda e distaccata. – Possiamo vederci?-. Rimasi in silenzio per un po'. – Sono in centro. Raggiungimi al parco- chiusi la chiamata. Un'altra cosa che mi piaceva assolutamente nel periodo Natalizio era il parco. Era sempre illuminato,c'erano delle decorazioni bellissime. Inoltre alla fontana erano stati aggiunti delle luci che cambiavano ogni volta e nel chiosco c'erano sempre e solo musiche natalizie. Arrivai e mi sedetti su una panchina,stringendo le mani nel giubbino. Faceva freddissimo e si prevedeva la neve. Io intanto non stavo nella pelle,perché non avevo mai visto la neve. Lorenzo arrivò dopo un po' e si sedette accanto a me. – Sei venuto con l'auto?- gli domandai. – No,a piedi- mise anche lui le mani nelle tasche del cappotto. Io annuii e lui sospirò. – Senti Grace non possiamo andare avanti così. Sai che non sono stato io,te lo ha detto anche Andrea. Ora dubiti del tuo migliore amico?- iniziò a parlare. – Io non dubito del mio migliore amico,dubito di te- risposi,secca. Mi prese il volto tra le mani e mi obbligò a guardarlo. – Grace,ascoltami. Io non ce la faccio più. Davvero non riesco a capacitarmi che tu non lo capisca. Perché? Ma lo vuoi capire o no che per me sei importante? Che sei entrata nella mia vita e hai portato un casino assurdo? Hai portato gioia,felicità,risate. Lo vuoi capire che sei così bella,che ti adoro quando ti prepari solo per me,perché tu sei solo mia. Lo vuoi capire che sei così dolce quando ti abbuffi di cioccolata o cibo spazzatura? Vuoi capire che non ti lascerò mai,te lo giuro. Io resto,te lo prometto. E sai perché,vuoi sapere il perché? Perché ti amo Grace e non c'è cosa più bella al mondo di dirtelo adesso,guardandoti negli occhi. Ti amo e penso che continuerò a farlo per un tempo indefinito-. Le lacrime arrivarono veloci e scesero lente. Mi avvicinai alle sue labbra e lo baciai,con dolcezza. – Ti amo anche io- sussurrai per poi abbracciarlo.
Subito dopo essere stata con Lorenzo,lo informai che mi sarei vista con i ragazzi perché dovevamo scambiarci i regali. Inutile dire che mi fece tardare di almeno dieci minuti perché doveva riempirmi di baci. Ricordo una ad una tutte le parole che mi ha detto e quel 'ti amo' alla fine. È stato così magico,così romantico,così me. In quel preciso istante ho pensato "perché non fidarsi?". Del resto Andrea aveva detto più di una volta che non era lui e di certo non potevo restare lontana da lui per una cosa di cui non ero nemmeno tanto certa. Corsi verso l'altro lato del parco,dove c'era la fontana e i ragazzi erano lì. Rimasi delusa quando i miei occhi non incontrarono quelli furbi e limpidi del mio migliore amico. – Ciao! E Andrea?- chiesi riscaldandomi le mani con il fiato. – Non è potuto venire- disse Jessica. – Ah- mi limitai a rispondere. – Allora,questi regali?- chiese Matteo. Tutti sorridemmo e prendemmo i rispettivi regali. Siccome la maggioranza erano coppie,avevano avuto la brillante idea di fare un regalo per ogni coppia ed io ovviamente ero con Andrea. – Allora io e Andrea abbiamo deciso di comprarvi i biglietti per il cinema per il nuovo film che uscirà tra poco,a entrambe le coppie- dissi dandogli i biglietti. Loro sorrisero e risposero in coro con un grazie. – Beh,noi invece abbiamo pensato a una cosa simile- disse malizioso Antonio. Alzai gli occhi al cielo. – Una cena a lume di candela,in riva al mare,da Waves,a Gaeta!- urlò Jessica quasi spaccandomi i timpani. Risi e afferrai il mio buono. – Grazie mille anche da parte di quel coglione,ovvio- dissi. Finito di scambiarci i regali,ci augurammo una buona Vigilia e ritornammo a casa. Durante il tragitto risi pensando a me e Andrea in un ristorante elegante con il mare di fronte come due piccioncini e poi il fatidico bacio. Mi maledissi anche solo per aver pensato quella cosa. Insomma,avevo appena detto di amare il mio ragazzo. Avrei parlato con Andrea,lui di sicuro avrebbe capito e avrebbe annullato tutto. Se solo si fosse fatto vivo. Arrivata a casa di nuovo quella puzza infestava tutto. Mi tolsi il giubbino e andai a riporre il buono nel cassetto del comodino. Scesi giù e apparecchiai la tavola insieme a mia sorella Giusi. – Mi ama- le sussurrai mettendo la forchetta accanto al coltello. Lei sorrise maliziosa e andò di là. In poco tempo arrivarono tutti i miei parenti e anche i miei bellissimi cugini,li adoravo. Erano tutti più grandi di me ma con loro mi trovavo benissimo. A differenza della puzza,il pesce cucinato da mamma era squisito e tutti le fecero i complimenti. Arrivata mezzanotte stappammo lo spumante e ne bevvi due bicchieri. Mi piace,oh. Presi il cellulare e trovai tantissimi messaggi di auguri. Tra i tanti trovai anche quello di Andrea. È mezzanotte passata. Se magari vieni nel giardino ti do il tuo regalo. Sorrisi e salii sopra per andare a prendere quello che io avevo fatto a lui. Uscii fuori e rabbrividii per il freddo. Andai nel giardino ed era lì,più sorridente che mai. Lo abbracciai. – Ehi,bimba- sorrise. – Perché non sei venuto oggi?-.- Avevo da fare. Tieni il tuo regalo-. Aprii la carta colorata tra le mie mani e uscii il cd di Tiziano Ferro. – Oh mio dio,Andrea. Ma è magnifico. Grazie,grazie,grazie!- gli saltai in braccio,strapazzandolo di baci. – Questo è il mio- glielo porsi,solo dopo essermi staccata da lui. Lo scartò piano e quando lo ebbe tra le mani rise. – Così finalmente mi avrai sempre davanti- risi davanti alla cornice con una nostra foto buffa. Mi baciò la fronte e poi mi abbracciò. Restammo così per un po' di tempo,era piacevole stare tra le sue braccia. All'improvviso qualcosa mi andò sul viso. Pensavo fosse pioggia ma poi mi accorsi che erano tantissimi fiocchi di neve. – Andrea,la neve! La mia prima neve!- urlai. Lui mi abbracciò e mi fece girare. Una volta che i miei piedi toccarono terra mi abbracciò da dietro e mi cullò,mentre entrambi ammiravamo quello spettacolo.
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A Little Warrior
RomanceSi ama davvero una sola volta nella vita,Juliàn,anche se non ce ne rendiamo conto. -L'ombra del vento