Capitolo 38

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"Puoi rimanere? Perché fa male,male,male da morire senza te"

Quelle sue parole,dopo tanto tempo,ancora mi rimbombavano nella testa. Aveva ragione,aveva fottutamente ragione. Come sempre,del resto. Cosa diamine mi prendeva? Perché stavo scappando da Andrea? Perché avevo tutta questa paura se in fondo io...lo amavo? Si,lo avevo ammesso. Io amavo Andrea. Mi ero innamorata,come succede tante volte. Ma questa volta,sentivo che era diverso. Io non lo amavo solo per la sua bellezza,lo amavo per come era,per come mi faceva sentire. Amavo il suo modo di essere,il suo modo di fare,di vivere. Amavo le sue labbra,il suo viso. Amavo i suoi occhi blu come il mare. Lo amavo e basta,non c'era un perché. Perché allora stavo cosi male e avevo paura di affrontare i miei sentimenti? Restai appoggiata alla testiera del letto per altri cinque minuti,in silenzio,mentre la mia camera era ancora buia. All'improvviso sentì la porta della camera spalancarsi. – Tesoro sveglia! È ora di...oh..già sveglia?- mia madre era entrata in camera come un uragano pieno di energia,pronta a scaraventarmi giù dal letto. Purtroppo quel giorno non era andata a lavoro ed io dovevo entrare alla seconda ora. – Eh già- sospirai mentre la osservavo spalancare la finestra. I raggi del sole arrivarono fin sul mio viso. Finalmente,il tempo era ritornato bello e la primavera si stava facendo sentire sul serio. – Mamma!- mi lamentai coprendomi il viso. Si sedette accanto a me e mi scrutò a lungo senza parlare. – Che c'è?- le chiesi alzandomi di scatto dal letto e avvicinandomi all'armadio. Una cosa che odiavo di mia madre è che riusciva a capire tutto con uno sguardo. – Sei strana in questi giorni. Sei più triste e pensierosa e mangi più Nutella. Tutto bene con le ragazze?- mi chiese,senza sembrare invadente. Ecco,presa in pieno. – Si mamma,tutto ok- dissi mentre presi un jeans e una maglia a strisce blu e bianche. – Successo qualcosa con il tuo migliore amico?- continuò. Chiusi le ante dell'armadio e mi bloccai. – No,tutto normale- sorrisi,cercando di sembrare disinvolta. Annuì più di una volta e restò in silenzio. – Perché ho paura di ammettere quello che provo?- la guardai. – Beh,dipende tesoro- incrociò le mani. Mi andai a sedere accanto a lei,lentamente. – Provo dei sentimenti e dopo tanto tempo l'ho ammesso a me stessa. Ma non riesco ad ammetterlo al destinatario di questi sentimenti. È come se avessi paura,paura di perderlo definitivamente a causa di un amore che forse finirà come tutti gli altri. Perché si sa,nulla dura per sempre- spiegai. Avevo il cuore a mille per paura che mamma potesse capire chi fosse il destinatario. Inutile pensare,mamma aveva già capito tutto. – Tesoro,non devi avere paura di esprimere i tuoi sentimenti. Se la persona ti vuole realmente bene non ti perderà mai,qualsiasi cosa accada. C'è una cosa che va ben oltre i baci,gli abbracci e il chiamarsi "amore". È come un piccolo filo legato al tuo mignolo che ti unisce al mignolo dell'altra persona. Quando senti di appartenere ad una persona,quando vi appartenete,nulla potrà dividervi- sorrise,uno di quei sorrisi da mamma che amavo. Sorrisi anche io e le diedi un bacio. – Grazie- mi alzai e mi rifugiai in bagno. Feci una doccia veloce e poi mi vestii. Mi truccai e feci uno chignon disordinato. Uscii dal bagno e afferrai la borsa per poi uscire di casa. Iniziai a camminare sotto quel sole che mi rilassava in una maniera assurda e misi le cuffiette. Feci partire "Sere nere" e iniziai a canticchiarla mentalmente. All'improvviso qualcuno mi toccò una spalla. Mi voltai e mi trovai il sorriso di Andrea davanti agli occhi. Sorrisi,come d'istinto e tolsi gli auricolari. – Ciao- mi salutò. – Ciao- sorrisi di nuovo continuando a camminare. – Ti prego...ti prego non sorridere,non fare così. Lo sai che poi mi viene voglia di abbracciarti e non si può- fece una piccola smorfia. E in un attimo tutta la felicità del vederlo sparì. Io lo rendevo infelice. Lui stava male a causa mia. – A-Andrea,non dire così- scossi il capo lasciando che altri ciuffi di capelli mi coprissero il volto. – Posso chiederti una cosa?- mi domandò mentre eravamo quasi fuori scuola. Annuii,incapace di parlare. – Tu una volta mi hai detto che per te è una cosa importante e l'avresti fatto con la persona che ami. Allora...perché con me?- si voltò a guardarmi. Giuro che in quel momento sentii qualcosa esplodermi dentro,come un vulcano in eruzione. Non potevo dirgli la verità,non ora,non così. Non ci sarei riuscita. Ormai eravamo fuori scuola e mi fissava impaziente. La campanella suonò e giurai che per quella volta fui felicissima di entrare in classe. Feci un debole sorriso e mi voltai. Ripresi a camminare velocemente verso le scale,a testa bassa. Ero una fifona,questo è poco ma sicuro. Quando finalmente entrai in classe e vidi le ragazze fu una liberazione per me. Corsi ad abbracciarle come per trovare riparo e mi sentii subito meglio. Ci sedemmo e iniziammo a parlare prima che arrivasse il professore. – Basta Grace devi dirglielo!- mi rimproverò Nicole. – Vorrei ma ho troppa paura. Quando lo guardo negli occhi e ci provo sento un qualcosa dentro che mi blocca e mi dice "Vuoi davvero perderlo per sempre?"- spiegai,lamentandomi. – Devi smettere di pensare questo! Andrea ti vuole bene,ti ama Grace. Ti rendi conto di tutto quello che ha fatto per te? Di tutte le volte che c'è stato,di quando stavi male per Lorenzo e lui era accanto a te mentre piangevi? Ha inzuppato tutte le sue felpe con le tue lacrime,ti ha donato gli abbracci più belli,ha conservato per te i migliori sorrisi e tutto questo perché ti ama- disse Jessica. Si vedeva una sicurezza e una sincerità nei suoi occhi che non vedevo quasi mai. – Buongiorno ragazzi!- il professore entrò in classe riportandola all'ordine e interruppe la nostra conversazione.

Dopo ben 5 dannatissime ore di scuola la campanella suonò di nuovo,stavolta però segnando la mia morte. Iniziai a correre per le scale. Dovevo fare di tutto pur di non incontrare Andrea. Una volta arrivata giù le ragazze mi affiancarono,quasi per farmi da scudo e ci mettemmo in un angolo. – Questa storia deve assolutamente finire!- sbuffò Jessica. La guardai con sguardo implorante. – Lorenzo ti sta fissando- mi informò Nicole mentre io guardavo Jessica. Non risposi e lei mi scosse per un braccio. – Lorenzo. Ti. Sta. Fissando.- scandì bene tutte le parole. Rimasi impietrita e mi girai per guardarlo. Era vero,mi stava fissando. Devo dire che era piuttosto inquietante. Mi fissava come se fossi una preda,un qualcosa da raggiungere. Ad un certo punto scostai lo sguardo e salutai le ragazze. – Ciao bellissime,vado. Grazie di tutto- gli feci uno dei sorrisi più convincenti che avevo e andai via. Mi incamminai verso casa mentre la scuola si era spopolata man mano ed io,fortunatamente,non avevo incontrato Andrea. – Grace- una voce che avrei riconosciuto tra mille mi chiamò e giuro di aver sentito il sangue nelle vene gelarsi. Mi immobilizzai per poi voltarmi lentamente. Lo guardai fisso negli occhi senza tralasciare alcuna espressione. Ora che cavolo voleva da me? – Cosa vuoi Lorenzo?- gli chiesi,fredda. Si avvicinò di più,ma io arretrai. – Per prima cosa volevo chiederti scusa per tutto quello che ti ho fatto. Scusami,davvero- disse. Sembrava sincero. Scoppiai a ridere. – E poi... volevo dirti che ci possiamo riprovare. Come se ci fossimo appena conosciuti. Fingeremo anche i sorrisi,i baci,fingeremo che la tua mano nella mia non ci sia mai stata. Cancelleremo tutto. Rifaremo tutto. Sbaglieremo ancora. Ci feriremo ancora. Ci vorremo bene ancora. Lasceremo alle spalle i tuoi dubbi, le mie paranoie. Lasceremo alle spalle la volta in cui mi hai mandato a fanculo. Lasceremo alle spalle la gente che mi dice di lasciarti perdere. Lasceremo alle spalle gli sguardi cattivi di chi non ci voleva insieme. Lasceremo alle spalle le mie,le tue,le nostre insicurezze- mi guardò negli occhi con quel suo sguardo ammaliatore. Incrociai le braccia al petto mentre in me cresceva un odio smisurato. Avevo voglia di vomitare. – Ma ci credi veramente alle stronzate che dici,o stai semplicemente sperimentando fin dove puoi spingerti in ridicolo? No perché,nel secondo caso,credo proprio che il tuo esperimento sarà interminabile-. BAM. Spento. – No,no,no Grace- si avvicinò a me e prese le mie mani tra le sue. – Io ti amo Grace,sul serio. Dopo tutti questi mesi l'ho capito solo ora. Mentre baciavo Rosalie e pensavo a te,mentre ti vedevo con quell'Andrea. Stavi con lui,ero geloso. E poi Dio! Ti guardava...- iniziò a dire. – Come mi guardava?- chiesi,inarcando un sopracciglio. – Come se fossi l'unica cosa bella nella sua vita-. Sorrisi,per qualche secondo,poi scostai le mani dalle sue e mi allontanai. – Non serve più a nulla questa messa in scena. Io non ti voglio- mi voltai e ripresi a camminare. Una cosa era certa. Lorenzo era sincero stavolta. – Vuoi lui,vero?- urlò. Mi bloccai,di nuovo. Mi girai e strinsi i pugni fino a farmi male. – Si. Voglio lui. Voglio lui perché è diverso. Voglio lui perché so che gli piace farmi ridere. Voglio lui perché non gli trovo difetti,anche se mi assicura di averne. Voglio lui perché Dio,ha due occhi. Voglio lui perché chiacchierare tutto il giorno sembra non bastare mai. Voglio lui perché lo trovo buffo quando parla. Voglio lui perché mi scuote il cuore. Voglio lui perché scherza sempre,ma mai su ciò che prova per me. Voglio lui perché provocargli un sorriso mi riempie di gioia. Voglio lui perché abbiamo una complicità unica. Voglio lui perché mi dimostra sempre di volermi bene. Voglio lui perché mi addolcisce anche quando vorrei fare la dura. Voglio lui perché spesso fa notte tarda solo per parlarmi. Voglio lui perché non si rende conto di quanto sia speciale. E ora tocca a me ricordarglielo- dissi,sicura,con le lacrime agli occhi. Sospirò. – Allora va da lui- sorrise e andò via.



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