Capitolo 11

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Lo avevo sognato. Un’altra volta. Un altro sogno aggiunto ai tanti altri. Io,lui e quel dannatissimo bacio che mai ci sarà. E indovinate? Era lunedì. Il giorno più brutto per qualsiasi persona sulla terra e cosi sarebbe stato anche per me. Mi alzai e mi lavai in fretta. Mi vestii senza nemmeno guardare cosa indossavo,molto probabilmente misi un jeans e una maglia con una piuma e con su scritto ‘HOPE’. Adoravo quella maglia. Me l’avevano regalata le ragazze. Ripensai a quel sogno mentre mi truccavo e mi aggiustavo i capelli. Come le sue mani mi accarezzavano,le sue labbra sfioravano le mie e come mi stringeva. Purtroppo,sarebbe rimasto solo un sogno. Scesi le scale sbattendo i piedi,quasi lo stessi facendo apposta. Ma non ero io. Era la me del lunedì e quella giornata non era iniziata affatto bene. Non salutai nessuno. – Non si usa più dire buongiorno signorina?- mi chiese la mamma. Annuii e una volta presa la borsa uscii fuori casa,ovviamente sbattendo la porta. Tutto quel parlare di prima mattina mi irritava. Arrivai alla fermata dell’autobus e mi sedetti sul marciapiede. Ero stanca,non avevo affatto voglia di vedere le papere che sicuramente mi avrebbero importunato e nemmeno Lorenzo. Ripensare al sogno mi avrebbe fatto troppo male. L’unica cosa bella di quella giornata sarebbero state le uniche due cose importanti ormai. Le mie migliori amiche e il mio migliore amico. E quando si dice ‘parli del diavolo e spuntano le corna’ ecco arrivare Andrea. Aveva i jeans,le converse e un maglioncino. I suoi capelli erano ribelli come sempre,quasi come quelli di un leone. Le mie labbra si incurvarono all’insù e ne uscì un sorrisetto. Intanto lo vedevo camminare con la borsa tra le mani mentre sistemava i libri. Arrivò accanto a me quando aveva già lo zaino in spalla. Mi scrutò dall’alto e poi si abbassò piegandosi sulle ginocchia e arrivando alla mia altezza. Lo fissai senza tralasciare alcuna espressione. Rise e mi mostrò le sue fossette. Risi anche io. – Buongiorno Grace- mi disse per poi alzarsi. Mi alzai anche io. – Giorno Andrea-. Restammo così in silenzio mentre aspettavamo l’autobus. – Oggi è lunedì?- mi chiese ad un tratto. – È lunedì- mi voltai di scatto. Allargò le braccia e quel gesto mi parve così bello quanto inaspettato. Rimasi ferma per tre secondi,ma poi mi ricordai dell’ultima volta che Andrea mi aveva abbracciata. Era stato uno degli abbracci più belli che avessi mai ricevuto. Mi ci fiondai e mi strinsi al suo petto mentre lui circondò le sue enormi braccia intorno a me. Il suo calore corporeo mi invase all’istante facendomi rilassare. – Di lunedì ti abbraccerò sempre- disse. – Perché?- risi. – Il lunedì è un giorno brutto,quindi se ti abbraccio magari va un po’ meglio- mi rispose. – Grazie- sussurrai ancora appoggiata al suo petto,mentre sentivo ogni nota del suo cuore. All’improvviso arrivò l’autobus e ci affrettammo a salire. Ci sedemmo ai soliti posti e mi accorsi che aveva ancora un libro tra le mani. – Interrogazione?- gli chiesi. – Dannazione mi ha scoperto- sussurrò voltandosi. Risi e gli scompigliai i capelli. – Mm...e se adesso mi vendico?- gli domandai. Non rispose,allora afferrai il libro dalle mani e lo aprii iniziando a leggere. Mm...filosofia. – Dai,ti faccio qualche domanda- sospirai,ma continuava a non voltarsi. Gli afferrai il viso e lo feci girare. La sua espressione era terrorizzata. – Non so nulla- sibilò. All’inizio scoppiai in una fragorosa risata ma poi mi feci seria. – A che ora ce l’hai?-gli domandai. – Dopo la ricreazione- si lamentò appoggiando la testa sullo schienale del sediolino avanti. Senza accorgercene l’autobus si era fermato così scendemmo. Mezza scuola era già tutta lì e ci osservava ad uno ad uno. Odiavo questa cosa. Attraversammo la strada e ci trovammo nel cortile. Iniziai a guardarmi intorno e poi mi ricordai di Andrea che cercava una soluzione da me. lo bloccai. – A ricreazione vieni giù nel giardinetto e lo impariamo insieme,ok?- gli dissi. Annuì. – Ti adoro- disse schioccandomi un bacio sulla guancia per poi andarsene. Arrossii per quel gesto inaspettato. Quel ragazzo mi sorprendeva ogni giorno di più. La campanella suonò e salii sopra dove trovai già le ragazze. Le abbracciai. – Ragazze,oggi vogliamo stare un po’ insieme?- domandò Nicole. – Da chi?- chiesi io. – Da me!- alzò la mano Jessica e poi ridemmo tutte e tre. – Non ci potete credere. A ricreazione devo aiutare Andrea a imparare una quindicina di pagine di filosofia. Non ha studiato- gli dissi ridendo. – Poverino,non c’è nulla da ridere- lo difese Nicole.

La campanella della ricreazione suonò ma purtroppo fuori pioveva ed era impossibile andare nei giardinetti. Uscii fuori dalla porta dell’aula e mi ritrovai davanti Andrea. Tremava come una foglia. – Abbiamo un quarto d’ora,come faremo? Fuori piove anche! Ora come studio?- disse in meno di tre secondi. – Tu mi sottovaluti troppo,Bertini- gli dissi prendendolo per il polso. Lo trascinai con me sulle scale e lo feci sedere. – Adesso concentrati e cerca di memorizzare il maggior numero di cose. Un sei è assicurato-gli dissi e subito ci mettemmo a lavoro. Dopo un quarto d’ora Andrea aveva imparato tutto quello che c’era da imparare. Ero soddisfatta come insegnante del momento. Ci alzammo e ritornammo nei corridoi. Ormai erano già tutti vuoti. Arrivò quasi alla porta della sua classe e poi si girò. – Grace,più o meno?- mi domandò passandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli ancora di più. – Sette,vai sicuro- gli feci l’OK con il pollice. Sorrisi ed entrai in classe. – Allora?- mi chiese Jessica. – Ha imparato tutto. Ora tocca a lui- risposi. L’ora di grammatica passò in fretta tra i mille esercizi da correggere. All’ultima ora,finalmente,c’era educazione fisica. Non sapete che sollievo era scendere in quel campetto e non fare assolutamente nulla. Fortuna era avere quel professore. Uscimmo dall’aula e Andrea era lì fuori. Lo salutai con un cenno della mano e lui iniziò a correre venendomi incontro. Mi prese in braccio e mi fece girare. Quando mi rimise a terra ero ancora stordita. – Tu sei un fottutissimo genio!- mi abbracciò. Risi,stringendolo forte. – Allora?- gli chiesi,e a quel punto anche Jessica e Nicole si avvicinarono salutandolo. – Otto! Otto grazie a te!- esultò Andrea. – E bravo il mio alunno- scherzai. – Ora vado,ci vediamo dopo bimba- disse scompigliandomi i capelli. Sbuffai e mi voltai per scendere giù. – Bimba...-tossì Jessica accanto a me. – Ragazze è dolcissimo ed è il mio migliore amico. Ad esempio tu sei dolce ma sei solo la mia migliore amica!- le spiegai. – Ah perché da quando sei lesbica?-.- Da sempre!- risposi ridendo. Una volta arrivata nel campetto mi misi al solito posto con le ragazze. All’improvviso vidi quattro ragazzi scendere e uno di loro aveva una chioma bionda che avrei riconosciuto tra mille. Era Lorenzo. – Ragazze! C’è Lorenzo! Madonna,nascondetemi!- dissi ansiosa. – Ma che fai? Mica ti mangia? Qui davanti e testa alta!- mi rimproverò Nicole. Mi gettò davanti a lei e lì rimasi torturandomi le mani. Lorenzo mi passò accanto e si voltò. Il mio cuore perse un battito quando capii che mi stava guardando. Non mi guardava mai. Sembrava che nemmeno mi vedesse,come fossi trasparente. E invece quella volta si girò e mi squadrò dalla testa ai piedi. Rimasi scioccata e mi persi nel guardarlo. Distolse lo sguardo e sorrise,come se gli avesse fatto tenerezza il mio volto incantato dalla sua bellezza. Andò più in là e io iniziai a farmi già tantissimi film con le ragazze. – Non montarti la testa!- mi disse Jessica. – Si,lo so ma era troppo...- non finì nemmeno la frase che qualcuno mi toccò la spalla. Mi voltai ed era Lorenzo. – Ciao,io sono Lorenzo- mi disse offrendomi la mano. Mi voltai a bocca aperta verso le ragazze che avevano gli occhi fuori dalle orbite. Mi rivoltai subito,non potevo sprecare quest’occasione. – Piacere Grace- gli porsi la mia mano. – Oggi come te ne vai?- mi chiese. – Me ne vado,io? Perché me ne vado?- chiesi più a me stessa che a lui. Nicole mi tirò un calcio. – Ah,si. Con l’autobus- gli risposi,cercando di non sembrare una pazza in preda alle crisi di nervosismo. – Ti va di venire a piedi con me?- mi domandò. Perfetto. Direi davvero perfetto. Avevo il cuore che stava per uscirmi dal petto e le gambe non mi reggevano più. Annuii più di una volta. – Perfetto,ci vediamo all’uscita allora- mi disse sorridendomi. Si girò e andò via di nuovo. Mi girai verso le ragazze e feci un gridolino smorzato. – Il tuo sogno si sta avverando- mi abbracciarono entrambe. Presi il cellulare tremando e scrissi un messaggio ad Andrea. Grandi Notizie. Oggi non me ne vengo con te. Lorenzo si è avvicinato a me,mi ha parlato,e mi ha chiesto di andarmene con lui a piedi. IO e LUI. SOLI. Sto crepando. La risposta mi arrivò dopo un po’. Metticela tutta,bimba

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