Capitolo 30

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Finalmente Sabato. Più o meno,finalmente. Quella sera ci sarebbe stata quella stupidissima festa e non avevo affatto voglia di andarci. Ci sarei andata solo perché Nicole stava parlando della festa da una settimana e non vedeva l'ora di andarci e perché ci voleva qualcuno che sorvegliasse Lorenzo. A fidarmi,mi fido. È delle troiette che non mi fido per niente. L'ora di italiano sembrava non passare mai. Al diavolo lei e quei Promessi Sposi,non ne potevo più. Ondeggiavo la matita e sbuffavo di tanto in tanto,mentre le ragazze cercavano di prestare attenzione. Appoggiai la testa sulla mia borsa e chiusi gli occhi. Ripensai a quel giorno in cui Andrea mi disse 'Non è di lei che sono innamorato'. Allora,di chi? I giorni seguenti aveva cercato in tutti i modi di sviare l'argomento. Insomma,sono la sua migliore amica,perché non vuole dirmi nulla? – Carillo!- sentii la prof chiamarmi. Alzai di scatto la testa. – Si prof,mi scusi,non mi sento molto bene- sospirai. – Vuole andare in infermeria?- mi chiese preoccupata. – Si,se esco forse è meglio,grazie- mi alzai dalla sedia sotto lo sguardo preoccupato delle ragazze. Quando arrivai alla porta feci loro cenno di non allarmarsi e subito capirono. Appena uscii fuori il freddo del corridoio mi pervase. Iniziai a camminare e arrivai accanto alla porta del bagno. Mi appoggiai con la schiena alla porta e sospirai. Non avevo più voglia di stare là dentro ed era appena una settimana che la scuola era ricominciata. Dovevo ancora iniziare a studiare per recuperare il debito di storia e la cosa mi metteva in ansia,però Lorenzo ancora non si era fatto vivo riguardo questo. Vidi qualcuno uscire dalla 5H ed era proprio Lorenzo. Sorrisi vedendolo arrivare verso di me. – Che ci fai qui?- mi sorrise e mi circondò i fianchi con le sue braccia. Alzai le spalle. – Ho fatto finta di non sentirmi bene e sono uscita. La lezione di italiano mi stava opprimendo- risi. Rise e mi abbracciò. Inspirai il suo profumo e mi sentii stranamente piena,sazia. – Allora stasera vieni?- mi guardò. – Te l'ho già assicurato 10 volte,vengo-. Avvicinò le sue labbra alle mie e mi baciò lentamente. – Ti amo- sussurrò sulle mie labbra prima di ribaciarmi. – Ti amo anche io- sorrisi. Il suono della campanella ci fece subito staccare. – A stasera- mi accarezzò una guancia. Gli sorrisi e mi avviai verso la mia aula. Passai accanto all'aula di Andrea e lo vidi lì fuori. Mi tirò per un braccio e in un attimo mi ritrovai tra le sue braccia. Lo strinsi forte. Amavo le braccia di Andrea. – Ciao bimba!- lo immaginai sorridere mentre la mia testa era intrufolata nel suo petto muscoloso. Mi staccai e gli sorrisi. – Verrai stasera?- mi chiese. – Oddio,ma è mai possibile? Voi e questa dannata stupida festa!- imprecai. Rise e mi arruffò i capelli. – Dai bimba,ci si diverte- mi disse. Sorrisi. – Ci vediamo lì signorino- incrociai le braccia al petto e andai via. Quando ritornai in classe le ragazze mi chiesero perché fossi uscita così,all'improvviso. – Insomma,se voi siete forti a resistere a due ore di italiano sono felice per voi. Ma io non ce l'ho fatta sorelle,mi dispiace- poggiai una mano sulle loro spalle e poi scoppiammo a ridere tutte e tre. Fortunatamente all'ultima ora c'era educazione fisica,la salvezza dei miei neuroni. Scendemmo e le ragazze subito iniziarono a parlare della festa. – Mi spiegate perché siete tutti così felici per questa festa?- chiesi. – Beh,è una festa Grace. Ogni ragazzo è felice quando c'è una festa- mi guardò stupita Jessica. – Sarà- risposi e mi misi gli auricolari. Il tempo passò così in fretta che non mi accorsi nemmeno che la campanella era suonata. Le ragazze mi tirarono via e dopo essere uscite da scuola ci avviammo a piedi verso casa di Nicole. Avremmo fatto uno dei tanti MEL DAY (così li chiamiamo noi,i giorni in cui siamo insieme) e poi saremmo andate alla festa. Ovviamente poi la sera avremmo dormito lì con i ragazzi. Arrivammo a casa e Jessica iniziò a prepararci qualcosa che doveva assomigliare a pasta col sugo,ma somigliava più a pasta e qualche pomodoro sparso qua e là. Mangiammo con fatica e poi andammo di sopra. Ci sedemmo sul letto e Nicole ci fece vedere il suo vestito. – Wow ma è fighissimo- mi avvicinai e lo toccai. – Mi piace!- esclamò Jessica. – Io però ho scelto una cosa più semplice- ci mostrò il suo. Anche quello era bellissimo. Il mio invece era il più semplice tra i due. Aveva la parte di sopra nera,che scendeva morbida e una gonna che arrivava a metà coscia tutta paillettata oro. Sotto ovviamente avrei messo i tacchi neri. Passammo l'intero pomeriggio a fare le stupide e ridere come matte,del resto è l'unica cosa che sapevamo fare. Ma amo le mie migliori amiche per quello che sono. Verso le sette e mezza ci iniziammo a preparare. Indossai il vestito,i tacchi,mi lisciai i capelli e mi truccai. Quando le ragazze furono pronte Antonio venne a prenderci. – Oh oh! Ma che ragazze sono appena entrate nella mia macchina! Posso portarvi via con me?- scherzò Antonio. – Parla per la tua ragazza- rise Nicole. Matteo mise una mano sulla sua spalla e la baciò. Mi imbarazzai leggermente. – Povero Andrea però,non viene mai con noi. Antonio devi comprare una navetta- risi. Arrivammo in poco tempo al locale e quando scendemmo dall'auto la musica si sentiva già. Ci incamminammo e arrivammo all'entrata dove mostrammo i nostri biglietti. – Eccomi!- una voce richiamò la mia attenzione. Era Andrea. Aveva un pantalone nero,una camicia e una giacca sopra. – Oh,siamo eleganti stasera- risi prendendolo in giro. – Oh ma siamo bellissime stasera- mi disse all'orecchio. Arrossii fin quando Matteo non lo chiamò e lui fu scomparso dalla mia visuale. Entrai dentro e la puzza d'alcool mi entrò nei polmoni. Qualcuno mi toccò un braccio mi voltai ed era Lorenzo. – Amore- sorrisi. Mi baciò. Mi trascinò con se in pista e iniziammo a ballare. – Vuoi qualcosa da bere?- urlò ad un tratto. Annuii più di una volta. Mi portò qualcosa,penso di molto forte perché subito mi andò alla testa. Continuammo a ballare e sentivo il sangue pulsare nelle vene. Mi portò altri 5 bicchieri di quella roba fin quando avevo la testa che scoppiava. Iniziai a dire cose assurde e a ballare come una pazza. Ero ubriaca,si. Iniziai a muovere il mio bacino accanto a quello di Lorenzo e gli baciai il collo. Lo trascinai su un divanetto e mi sedetti su di lui. Iniziammo a baciarci. – Grace,ma che fai?- qualcuno mi chiamò. – Ohi Andrea, che fai qui?- risi. – Per caso sei ubriaca?- mi mise una mano sulla spalla. – Io? Ubriaca? Nha,ora vai via- mi concentrai di nuovo sulle labbra di Lorenzo. Molto probabilmente andò via sul serio perché non sentii più la sua voce. Lorenzo si alzò e mi prese per mano. Avevo la testa che mi scoppiava e non capivo più nulla. Arrivammo in un angolo più buio e mi sbatté contro il muro iniziando a baciarmi con foga. Misi le braccia intorno al suo collo e forse qualcosa,forse l'alcool,mi spinse ad andare oltre. Passai alla sua camicia e iniziai a sbottonarla. – Scommetto che a letto ci sai fare- sussurrò baciando il mio collo. Calcolai poco quello che mi disse mentre la sua mano si intrufolava sotto il mio vestito. Arrivò al mio seno e lo strinse. Continuai a baciarlo mettendo le mani tra i suoi capelli. La sua mano toccò i miei slip e per un attimo la mia mente riuscii ad avere un minimo di buon senso. Lo bloccai e lo guardai negli occhi. – Lasciati andare- riprese a baciarmi il collo. – Grace!- di nuovo quella tenera voce a me familiare. Mi voltai di scatto. – Vattene Bertini,fatti i fatti tuoi- disse Lorenzo mettendosi davanti a me. I loro sguardi erano di fuoco. Andrea mi afferrò per un braccio. – Mi dispiace ma non ti scoperai la mia migliore amica così!- mi tirò a se. Mi portò fuori di lì e arrivammo alla macchina. – Come stai?- mi chiese. – Bene- risi. – Sei ubriaca fradicia- mi aggiustò il vestito. – Se penso a cosa stava per fare quel maiale io..- disse serrando la mascella. Appoggiai le mani sul suo viso e lo guardai. – Tu sei bellissimo,sei bellissimo-. Mi guardò negli occhi e sorrise,poi,mi baciò la fronte. – Andiamo a casa adesso eh- rise e mi prese la mano. – Si però tu resti con me sempre sempre,vero?-.- Sempre sempre- sorrise.


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