"Trama sintetica di una giornata storica"
Quando finalmente aprii gli occhi,il mio corpo iniziò a sentire dei dolori lungo tutta la schiena. Tentai di ricordare dove fossi e le mie mani tastarono il petto scolpito di Andrea. Mi stropicciai gli occhi e mi scostai piano dal suo petto,per poi stirare i muscoli. Purtroppo dormire su di lui non fu una buona idea visto che mi faceva male tutto. – Buongiorno- la sua voce bellissima mi richiamò e mi voltai di scatto verso di lui. I suoi occhi blu erano puntati nei miei e mi osservavano con un velo di dolcezza. – Buongiorno- sorrisi e mi voltai. Eravamo ancora in barca e il sole era alto nel cielo. – Sarà tardi,dobbiamo tornare a casa o mia madre mi ammazza- risi. – Tranquilla,ho già chiamato i soccorsi e stanno venendo- si sistemò,sedendosi meglio. Rimasi in silenzio e mi persi nel guardarlo,poi notando i suoi capelli arruffati tentai di aggiustarli. – Che fai?- ridacchiò. – Zitto tu- risi e continuai. – Buon compleanno bimba- sussurrò dopo un po'. Il mio compleanno. Già,me ne ero quasi dimenticata. Mi immobilizzai. – Diciassette anni,mi sto facendo vecchia- abbassai lo sguardo sorridendo appena. – Oh tranquilla,hai ancora tanto tempo per fare le cazzate più grandi- mi passò una mano tra i capelli. – Più passa il tempo e più mi accorgo che fino ad ora non ho fatto altro che sprecarlo- guardai il mare e il suo colore cristallino. – Allora smetti di perdere il tempo così e prendi in mano la situazione. Vivi la vita al massimo. Ridi,piangi,urla,sbaglia,ama,prendi decisioni affrettate e pentitene un minuto dopo. Ma vivi- mi guardò. Presi la sua guancia destra tra le dita e la tirai un po'. – Sai sempre cosa dire tu- sorrisi e in quel preciso momento arrivarono i soccorsi. Ci lasciarono la benzina per il motore della barca e si assicurarono che partisse e poi andarono via. – Facciamo partire questa barca!- urlai ridendo. – Vieni qui Grace- mi chiamò Andrea. Andai verso di lui che stava facendo partire la barca. – Dimmi- sorrisi. Mi fece cenno di avvicinarmi e di mettere le mani sul timone,se così si chiama. Lo assecondai e lui si mise dietro di me,con le sue mani sulle mie. Qualcosa mi portò un brivido lungo tutta la schiena e sorrisi. Il vento mi andava sul viso e mi scompigliava i capelli e sembrava davvero di volare. – Wow,è una sensazione bellissima- risi mentre Andrea appoggiò il mento sulla mia spalla. In poco tempo arrivammo a riva e Andrea mi aiutò a scendere e a non farmi bagnare. Percorremmo tutta la spiaggia e arrivammo di nuovo sull'asfalto sani e salvi. Ci fermammo a un bar e prendemmo due cornetti per poi metterci subito in viaggio verso casa. Davvero non so quale scusa avrei inventato con mia madre. In realtà speravo con tutto il cuore che le mie amiche avessero sistemato tutto dicendo che ero a dormire da loro,ma non si poteva mai sapere. In ogni caso,non avevo nessuna sua chiamata sul cellulare e questo mi rasserenava. – A che pensi?- mi chiese a un tratto Andrea mentre guardava fisso la strada davanti a se. Era un figo assurdo anche mentre guidava. – A cosa inventare con mia madre- guardai fuori dal finestrino. – Tranquilla,le ragazze avranno sistemato tutto. Dopo aver fatto tutto ciò,credo che abbiano organizzato tutto nei minimi dettagli- scosse la testa ridendo. Alzai un sopracciglio. – Cosa intendi?-. Mi guardò esitante per un attimo,poi parlò. – Beh,non te ne sei accorta? Stanno tentando in tutti i modi di farci mettere insieme- rise. – Oh..- riuscii a dire. Poi,silenzio assoluto. Appoggiai la testa al finestrino e guardai la strada. Le mie migliori amiche stavano facendo tutto ciò e io non me ne ero accorta affatto? All'improvviso pensai alla serata di ieri,non penso che Andrea abbia organizzato tutto. Le sue emozioni così come i suoi gesti con me sono sempre stati sinceri e spontanei. Mi voltai verso di lui. – A-allora..hai fatto tutto quello solo p-per accontentarle?- deglutii. Perché mi importava così tanto? E pure se fosse? Alla fine doveva solo riuscire bene la sorpresa per il mio compleanno. – No Grace,affatto. Tutto quello che faccio con te è perché io voglio farlo- strinse forte il manubrio,lo capii dalle nocche delle sue mani. Sospirai. – P-perché hai detto e fatto quelle cose ieri?- non so cosa mi spinse a parlare ancora. Subito dopo mi maledissi mentalmente. – Cos'ho fatto?- eravamo arrivati in paese,mancava poco per arrivare fuori casa mia. – Tutti quei gesti,quelle parole magnifiche. Mi hai trattato in modo diverso. Tu mi tratti sempre bene,anche quando non me lo merito. Ma ieri,ieri mi hai trattato come se fossi qualcosa in più- sentivo il cuore esplodermi dal petto e l'ansia a mille. Probabilmente avevo le guancie in fiamme poiché avevo caldissimo. Restò un po' in silenzio e senza accorgermene arrivammo fuori casa mia e fermò l'auto. – Grace,ti ho trattato come sempre. Era la vigilia del tuo compleanno e volevo fosse una serata speciale. Sei la mia migliore amica e ti voglio bene,tu meriti tutto il bene di questo mondo- mi accarezzò leggermente una guancia in fiamme. Io annuii e poi tentai di sorridere. – Grazie ancora per tutto,ci vediamo stasera- mi avvicinai a lui e gli baciai una guancia,uscii dall'auto e subito chiamai Jessica. La macchina di Andrea intanto sfrecciò via. La mia migliore amica rispose dopo due squilli e urlò,probabilmente insieme a Nicole,almeno 10 volte "Auguri". Sorrisi e mi tappai le orecchie. Le chiesi di mia madre e mi rispose che era tutto ok,avevo dormito a casa sua e più tardi sarei tornata a casa. La ringraziai tantissime volte e riattaccai. Cosa avrei fatto senza le mie migliori amiche? Entrai in casa e salutai tutti. Mamma e papà subito vennero a farmi gli auguri,così come i miei fratelli. Sorrisi più di una volta ma avevo bisogno di stare un po' da sola,con me e con i miei pensieri. Con una scusa salii di sopra e mi chiusi in camera. Mi spogliai e tolsi anche le mie povere converse rosse,sporche di sabbia. Mi gettai sotto il getto caldo della doccia e ripensai alla serata passata con Andrea e alla conversazione in macchina. Feci il resoconto della situazione e scoprii cos'era quella sensazione. Ero delusa. Ma,delusa da cosa? Delusa dalle parole di Andrea? "Sei la mia migliore amica e ti voglio bene". È così,punto. Cosa mi aspettavo? Un "provo qualcosa per te"? Oh insomma,basta! Cosa diamine vado a pensare? Uscii dalla doccia in fretta mandando via quei pensieri strani. Mi asciugai e indossai una tuta per poi andarmi a sdraiare sul letto. Chiusi gli occhi per qualche secondo. Quando li riaprii le mie orecchie erano infastidite dalle urla delle mie migliori amiche. Tentai di capirci qualcosa,invano. – Insomma ti muovi? Dobbiamo andare a festeggiare!- mi scosse Nicole. Giusto,stasera sarei andata in un locale con la mia comitiva,niente di che. Mi alzai e mi trascinai in bagno dove Nicole iniziò a truccarmi. Dopo prese due ciocche di capelli e fece due trecce,per poi unirle dietro e lasciare i lunghi capelli con dei boccoli sotto. Entrai in camera e Jessica aveva un vestito tra le mani. – Buon compleanno!- esultarono assieme. Era bianco e scendeva stretto lungo il corpo fino a metà coscia. Le maniche arrivavano ai gomiti e metà vestito era coperto da un merletto nero che si attaccava alla cintura,anch'essa nera. – È magnifico!- feci un gridolino e corsi ad indossarlo per poi aggiungere i tacchi neri. Una volta pronte uscimmo di casa e ci dirigemmo al locale poco distante da casa mia. Anche le ragazze erano magnifiche. Avevano entrambe un vestitino. Jessica,un vestito blu che era stretto sul petto e poi scendeva leggero fino a metà coscia,mentre Nicole un vestito nero,sempre fino a metà coscia con parte della schiena scoperta. Quando arrivammo al locale c'era molta gente e la musica era forte,fortunatamente avevamo un tavolo tutto nostro. Quando arrivai lì salutai tutti,anche Andrea e i ragazzi subito mi fecero gli auguri. Mi sedetti sorridente. – Comunque,ogni vostro tentativo di farci mettere insieme è stato completamente inutile- guardai Andrea e risi leggermente. Lui sorrise. – Ci hanno scoperto- disse Antonio ridendo. La serata passò piacevolmente. Bevvi,poco ovviamente,ballai,risi tanto. Quando fu l'ora di andarcene uscimmo fuori e i ragazzi mi bloccarono. – Ecco il tuo regalo- Matteo mi porse una busta delle lettere. Sorrisi e l'aprii piano. Il mio cuore prese a battere fortissimo quando qualcosa di giallo spiccò ai miei occhi. – Oddio i biglietti per il concerto!- urlai e le lacrime non tardarono ad arrivare. Abbracciai tutti. - Ragazzi grazie mille,vi adoro!- tentai di asciugarle. Avevo un sorriso a 32 denti. Erano i biglietti per il concerto di Tiziano Ferro,il mio idolo,e non potevo desiderare di meglio. Tornai a casa e sfinita mi gettai sul letto. Notai un'altra busta sul comodino e l'afferrai. L'aprii piano,era di Andrea. Lessi,mentalmente. Era una frase,che probabilmente mi aveva dedicato.
"Non cambiare mai,conserva quell'ingenuità' che hai,quelle insicurezze,quella timidezza e quella fiducia nei sogni. Ora ti fanno sentire sciocca,eppure sono le parti migliori di te. Non smettere mai di rincorrere la felicità,nemmeno quando tutto ti sembrerà inutile,nemmeno quando saranno mesi,anni che non la trovi da nessuna parte,in nessuno sguardo,in nessuna passione,in nessun abbraccio.
Credi sempre nell'amore come fai adesso,anche se ti avranno deluso,calpestato,usato,tradito. Imbarazzati pure quando stringi la mano a qualcuno che non hai mai visto,arrossisci,continua a cantare a squarciagola le canzoni che ami davanti allo specchio,continua a sottolineare le frasi più significative nei tuoi libri. Non cambiare mai,nemmeno quando ti diranno che e' assurdo essere come te,che ti troverai male,che ti divoreranno. Non ascoltarli,di persone cattive,vuote, ingiuste, ciniche ed aride ce ne sono fin troppe.
Fai la differenza. Resta così come sei."Sorrisi. Tanto.
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A Little Warrior
RomanceSi ama davvero una sola volta nella vita,Juliàn,anche se non ce ne rendiamo conto. -L'ombra del vento