Cosa poteva essere accaduto? Che fine avevano fatto le notti passate a messaggiare con Lorenzo,le giornate passate nel letto,al calduccio,le uscite con gli amici,il non far nulla tutto il giorno? Perché proprio a me doveva capitare una cosa del genere? Perché il destino era così crudele con me e aveva lasciato passare i giorni così velocemente,facendoli scorrere lentamente di nuovo il giorno 7 Gennaio 2015. Stava ripartendo tutto,dall'alzarsi presto al mattino all'andare a scuola,i compiti,Lorenzo,Andrea,le ragazze. E io non ero psicologicamente pronta,ma forse nemmeno tanto fisicamente. Dopo quel meraviglioso Natale anche l'anno nuovo era arrivato ed io ero pronta a viverlo in pieno. Non volevo privarmi di nessuna emozione,di nessuna esperienza. Avrei vissuto la mia vita a pieno e l'avrei spremuta fino all'ultimo,per godere fino all'ultima goccia di gioia o dolore che sarebbe stata. Mi sentivo carica,mi sentivo pronta. Pronta non a tutto ovviamente. Tipo alzarmi dal letto e andare a scuola,a quello non sarei mai stata pronta. Sbuffai e mi alzai a fatica. Mi trascinai in bagno e mi feci una doccia veloce,per poi prendere qualcosa a caso dall'armadio. A parte la scuola,il quale inizio mi spaventava,avrei odiato anche un'altra cosa. Recuperare storia. Ne avevo già parlato con Lorenzo ed era disponibile,ma io come avrei fatto? Come mi sarei concentrata,come avrei fatto a pensare a Napoleone Bonaparte se avevo davanti a me quella bellezza sconfinata? Come avrei fatto a capire l'Illuminismo se tutto quello che avrei fatto fosse stato guardare le sue dannate labbra? No ce l'avrei fatta mai. Recuperai la borsa e scesi giù dove tutto per fortuna era in silenzio. – Giorno tesoro! Allora,inizia di nuovo la scuola. Carichi,carichi!- papà che tentava di darmi energia. – Una cosa che ancora non comprendo è come nel 2015 possano esistere ancora persone che parlano di prima mattina!- esclamai prima di chiudere la porta alle mie spalle. Uscii fuori e l'auto di Lorenzo era lì che mi aspettava. Da oggi in poi sarei andata a scuola con lui, eravamo una vera coppia. Ecco,un'altra cosa di cui mi preoccupavo. Rosalie,sarebbe rimasta ferma e zitta al suo posto dopo aver visto me e Lorenzo? Non ne ero affatto sicura ma di certo non potevo rovinare la mia vita sentimentale per colpa sua. Lorenzo ama me ed è questo ciò che conta. Entrai e mi avvicinai a lui per baciarlo. – Buongiorno!- sorrise. Lo guardai torva e mi scoppiò a ridere in faccia. – Bell'incoraggiamento! È lunedì,è il 7 Gennaio e indovina cos'ho alla prima ora. Quel maledetto scarafaggio di storia!- imprecai. – Ma dai,non partire così. Se vuoi recuperare storia per prima cosa inizia a rispettare il prof- disse mentre ormai la scuola era più vicina. – Stai scherzando! Lo odierò sempre. Non stai mica dicendo che devo fare la leccaculo?- sbarrai gli occhi. Lui mi fissò a lungo quando arrivammo al semaforo. – Mi dispiace piccola ma si. È proprio quello che ti sto dicendo- ripartì. Sbuffai. In poco tempo arrivammo fuori scuola e una volta scesi dall'auto Lorenzo appoggiò un braccio sulle mie spalle e prese a camminare. Sentivo gli occhi di tutti addosso ma quelli che mi preoccupavano di più erano di una persona. Lorenzo avvicinò le mie labbra alle sue e mi diede un leggero bacio. – Ci vediamo dopo- mi disse all'orecchio. Gli sorrisi e mi incamminai verso le ragazze. – Ehi,stronza- Rosalie mi si parò davanti con le sue contesse. Nulla di imprevisto,mi aspettavo tutto. – Rosalie- dissi,a testa alta. – A quanto pare non te ne sei affatto fregata di quello che ti dissi un po' di tempo fa- iniziò incrociando le braccia al petto. Vidi le ragazze raggiungermi e mettersi al mio fianco. – Non vedo perché debba importarmi. Tu e Lorenzo vi siete lasciati tempo fa,ora sta con me. Vai avanti,che ti importa?- cercai di dire come una persona civile. – Non devi stare con lui- sibilò lei. Risi. – La gelosia è una brutta bestia,eh? Lui ama me,fattene una ragione- sogghignai. – Ama te? Ma ti senti? Io gelosa di te? Senti cara sono centomila volte più bella di te e posso avere tutta la scuola al solo schioccare delle mie dita. Tu stai proprio fuori- rise animatamente. Poi,si voltò e se ne andò. Le ragazze mi strinsero in un caloroso abbraccio. – Beh,che dire? Si ricomincia!- esclamai e nello stesso momento la campanella segnò l'inizio delle lezioni. Entrammo in classe e quelle pareti mi riportarono alla mente molti ricordi,uno in particolare. Ero seduta sul primo banco e Andrea vicinissimo a me,quasi che sentivo il suo profumo,mentre mi diceva che aveva capito com'ero. In un attimo arrossii pensando a come le mie guance erano diventate di fuoco al suo avvicinamento. Il prof di storia entrò e saluto tutti. – Buongiorno ragazzi. Oh,buongiorno Carillo,spero sia venuta con una testa nuova quest'anno- commentò. Stavo per rispondergli ma poi pensai alle parole di Lorenzo. Dovevo fare la leccapiedi,tutto qui. Strinsi i pugni. – Ma certo professore,non la deluderò- sorrisi,mentre mentalmente già lo avevo mandato al diavolo. Durante la lezione ascoltai,presi appunti,feci finta di essere interessata anche se non mi importava un fico secco dell'Illuminismo. Che le idee illuministe stiano per i fatti loro,io ho già troppe cose a cui pensare. All'intervallo finalmente potemmo uscire e andare dove ci pareva. Io uscii fuori e andai nel giardinetto. Mi sedetti sull'ultima panchina,quella coperta dall'enorme cespuglio di foglie. Incrociai le gambe e alzai la testa. Il cielo era limpido e luminoso. – Ma guarda qui chi c'è!- qualcuno mi svegliò dalla mia trans. Mi voltai di scatto. – Andrea!- urlai e gli saltai in braccio. Lui mi fece girare e mi strinse fortissimo. – Ehi,da quanto non ci vediamo!- scherzò. – Esattamente ventiquattro ore e dieci minuti- sorrisi. Rise anche lui e ovviamente si formarono le meravigliose fossette. – Allora,che ci facevi qui?- mi chiese. – Nulla,pensavo- dissi rimettendomi a sedere. Lui si sedette accanto a me. – Con Sharon?- gli chiesi. Scrollò le spalle. – Dimmi tutto- mi girai verso di lui come una dannata che aveva bisogno di sapere. – L'ho lasciata- alzò le spalle. – Ma come? Ma ti sei rincoglionito?- iniziai a insultarlo. – Ehi calma!- fece cenno di calmarmi. Respirai a fondo. – Perché lo hai fatto?- chiesi,non sembrando più una pazza nevrotica in prenda agli spasmi. – Non illudo le persone- rispose,semplicemente. – E lei come ha reagito?-.- Un po' ci è rimasta male,ma mi assicurato lei stessa che le passerà subito. Del resto,non era successo nulla tra noi,nemmeno...- e lasciò tutto in sospeso. – Oh,capito- diventai rossa. – Beh,è una cosa importante,si fa con la persona che si ama- spiegai. Restò un attimo in silenzio,poi rise. – Tu ancora non?- mi chiese cercando di trattenere la risata che gli stava per esplodere dentro. – Io ancora non. Cosa credi? Non la do a chiunque!- gli diedi un pugno. – Scusa,scusa! Solo mi faceva ridere l'idea di pensare te che facevi- e scoppiò a ridere di nuovo. – Oh ma insomma!- mi coprii il viso. La campanella suonò di nuovo salvandomi da quel momento. Salimmo entrambi sopra,io ancora imbarazzata dal discorso precedente,lui tranquillo. – Andrea,posso chiederti una cosa?- dissi. – Certo- si voltò verso di me. – Perché prima hai detto che non illudi nessuno? Stavi illudendo Sharon?- gli chiesi. Intanto eravamo arrivati fuori alla sua classe. Mi guardò intensamente negli occhi. – Non è di lei che sono innamorato e mai l'amerò- precisò ed entrò in aula. Io rimasi impietrita e poi lentamente andai via. Arrivata vicino alla mia classe le ragazze mi tirarono per un braccio. – Ma cosa diavolo?- imprecai. Eravamo davanti alla bacheca e un volantino spiccava più di tutti per il colore viola. 'Welcome back party'. Così era la festa di bentornato a scuola. Più che bentornato direi preparati di nuovo all'inferno. – Oh andiamo ragazze! Ma è una grossa cavolata!- esclamai. – Le cavolate sono la nostra specialità- mi ricordò Jessica. – Dai,dimmi che ci andremo. Ci andremo,vero?- mi implorò Nicole. – Ragazze non lo so,io..- ma qualcuno mi bloccò. – Io ci vado-. Mi voltai ed era Lorenzo con il suo magnifico sorriso. – Allora verrà sicuro. Thanks Lorenzo!- lo ringraziò Nicole e si trascinò via Jessica. – Ci divertiremo tantissimo vedrai- disse lui stringendomi a se. Mi baciò il collo e dei brividi mi percossero la schiena. Un'altra festa? Non ne avevo proprio voglia ma se non altro,c'era Lorenzo,almeno mi sarei divertita. E poi sempre meglio essere lì che a casa pensando a tutte le sgualdrine che gli si butteranno addosso.
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A Little Warrior
RomanceSi ama davvero una sola volta nella vita,Juliàn,anche se non ce ne rendiamo conto. -L'ombra del vento