Capitolo 13

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La voce di mamma interruppe quel momento di tenerezza,segno che la cena era pronta. Mi alzai di scatto. – Andiamo- dissi aggiustandomi i capelli,buttandoli all’indietro. Scendemmo giù ed erano arrivati anche i miei fratelli,anche loro conoscevano Andrea e la cosa mi imbarazzava ancora di più. Mi sedetti a tavola e rimasi chiusa a riccio,sperando che non dicessero cose squallide o non carine nei suoi confronti. Non volevo pensassero che fosse il mio ragazzo,Andrea è il mio migliore amico. Mamma mise i piatti a tavola e iniziammo a mangiare. – Allora Andrea,da quanto conosci Grace?- iniziò mamma. Ecco,iniziamo con l’interrogatorio. Perfetto. – La conosco da quando è iniziata la scuola,più di un mese- rispose lui. – Sembrate molto amici- sorrise mia sorella maggiore. – Si,siamo migliori amici- rispose Andrea afferrando una fetta di pane. Lui era tranquillo,sorrideva e scherzava con la mia famiglia. Io ero tesissima come se avessi portato a conoscere il mio ragazzo ai miei. Per questo lasciavo fare tutto a lui. Del resto però poteva servirmi,nel caso avessi dovuto portare un giorno Lorenzo. La cena sembrava non finisse mai e io dopo un po’ davvero non ne potevo più. – Oh ma perché,non ti ha raccontato di quando era piccola e andò a scuola con una scarpa e una pantofola?- iniziò a dire mamma,ridendo. Tutti i miei familiari risero e anche Andrea. Si voltò e mi guardò ridendo mentre io ero già un pomodoro. – Mamma,smettila!- la rimproverai. – Dai tesoro,ci divertiamo!- disse papà. Così la mamma continuò i suoi racconti. Da quando mi feci la pipì addosso perché avevo paura di Teddy l’orsacchiotto che mangiava le mani dei bambini,fino a quando feci le trecce come Pippi Calzelunghe e per un periodo di tempo tutti mi chiamarono così. Ero umiliata e rossa in viso. Questa non gliel’avrei perdonata a mamma. Ora Andrea mi avrebbe preso in giro per il resto della mia vita. Finita la cena aiutai mamma a fare i piatti mentre Andrea rimase a parlare con papà. Fatte le undici Andrea diede la buonanotte a tutti. – Torna presto,mi raccomando!- gli disse la mamma prima che io chiudessi la porta dietro di noi. Mi appoggiai ad essa e sbuffai. Si sedette sulle scale d’ingresso. – Bella serata- commentò. – Già,per te magari- sbuffai di nuovo. Si voltò. – Pippi Calzelunghe,eh?- disse ironico. Rimasi a fissarlo nel buio. Quello non avrebbe dovuto dirlo. – Io ti ammazzo- dissi avventandomi su di lui e picchiandolo. Intanto scoppiammo a ridere tutti e due. Mi staccai e mi misi col broncio davanti a lui,mentre il freddo iniziava a farsi sentire. – Non chiamarmi mai più cosi!- gli dissi. – Vieni qui- mi disse a bassa voce. Rimasi bloccata un po’ e poi decisi che perdonarlo era la cosa migliore. Voglio troppo bene ad Andrea,non so come farei senza lui a volte.  Mi fa stare bene,mi fa ritornare il sorriso,mi fa divertire. A volte non hai bisogno di qualcuno che ti alzi da terra,ma di qualcuno che si sdrai al tuo fianco fino a quando non sarai in grado di alzarti. E lui lo fa. Mi prese delicatamente un polso e mi fece sedere sul gradino dopo il suo,tra le sue gambe. Mi abbracciò da dietro,facendo diminuire quel freddo che si sentiva fin dentro alle ossa. Mi baciò i capelli e io intanto mi feci cullare dal suo tepore. Chiusi gli occhi e mi rilassai. – Grace,ehi bimba svegliati- una voce mi fece riaprire gli occhi. –  Ora devo andare,è tardi. Sei stanchissima,vai a dormire. Ci vediamo domani- sorrise aiutandomi a rialzarmi. – Si magari vado che dormire scuola,Lorenzo- dissi mezza addormentata. Lo sentii sorridere e rientrai. Il calore della casa mi riscaldò subito e la prima e ultima cosa che feci fu quella di gettarmi sul letto.

La sveglia. Mi alzai di scatto e la spensi. Subito dopo mi pentii di quello che avevo fatto. Odio alzarmi di botto perché poi per il resto della giornata sarò sempre arrabbiata. Sbuffai e mi diressi in bagno. Mi feci una doccia e sotto l’acqua calda tentai di ricreare tutto quello che era  successo ieri. Ah,giusto. La grande figuraccia che ho fatto e Andrea che è stato dolcissimo. Poi ricordo solo lui che mi abbraccia e quando se ne va. Dovrò essermi addormentata. Uscii dalla doccia e mi coprii con l’accappatoio. Poi mi vestii indossando la tuta dell’Adidas e asciugai e piastrai i miei capelli. Amo i miei capelli,sono lunghissimi,però li devo curare bene e a volte questa cosa mi annoia. Afferrai la borsa e scesi giù di corsa,prendendo la mia solita brioche. Uscii fuori e il freddo mi ghiacciò le mani. Mangiai in fretta la brioche mentre camminavo verso la fermata. Quando arrivai,Andrea era già lì. – Buongiorno. Mattiniero? Mi dispiace per ieri,ero stanchissima e chissà che ho detto. Poi,ti ho fatto andare via tardi- mi scusai. – Buongiorno e comunque non preoccuparti. Hai detto qualcosa tipo ‘dormire,sonno,Lorenzo’- mi spiegò sorridente. L’autobus arrivò. – Cazzo. Oggi vedo Lorenzo!- esclamai portandomi le mani alla testa. Saltellai fin sopra all’autobus e poi mi sedetti al mio posto. – Sono...sono...- cercai di dire. – Felicissima,al settimo cielo,in preda a una crisi di nervi?- mi precedette Andrea. Annuii fissandolo e poi scoppiai a ridere. Trascorremmo tutto il viaggio facendo dei film su quello che potrebbe succedere. Io ero la regista romantica,Andrea trasformava tutto in thriller,horror e via dicendo. Quando l’autobus arrivò il panico iniziò a farsi sentire. Il cuore mi batteva a mille e le farfalle nello stomaco non ne potevano più di stare chiuse lì. Poi lo vidi arrivare,sorridente,verso di me. Era bellissimo. Si avvicinò pian piano,intanto Andrea mi diede un pizzicotto e andò via. – Ciao Grace!- esclamò Lorenzo. Sembrava felice di vedermi. Non sapeva cosa avevo dentro io. – Ciao!- lo salutai baciandolo sulle guance. Il mio cuore tremò. – Ti va di fare un giro nel giardinetto prima che suoni?- mi chiese. Altro invito. Altro invito. Non ci posso credere. – Con piacere- risposi. Mi voltai cercando Andrea con gli occhi e senza saperlo era poco distante da me e mi fece l’occhiolino. Sorrisi e seguii Lorenzo nel giardinetto. Iniziammo a passeggiare. – Come vanno gli allenamenti?- parlai io per prima. Avevo paura di essere impreparata ad una qualsiasi domanda. – Tutto bene. Te con il divano e il cibo?- mi chiese. Ridemmo entrambi. – Direi tutto bene- risposi portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio. – Posso chiederti una cosa?- mi disse. Il cuore riprese a battere forte. Avevo un uragano dentro di me che cercava di uscire fuori. Davanti a quegli occhi non riuscivo a resistere. Avevo voglia di dirgli quanto lo amavo e poco m’importava se mi avrebbe presa per scema. – Perché sei così in conflitto con Rosalie?- mi chiese. Cioè,insomma tutto qui? Noi ci dobbiamo conoscere meglio e parliamo della sua ex? Fico. – Beh diciamo che nessuno riesce a vederla per com’è veramente. Non sai quante crudeltà ha detto su di me,mi dispiace se è la tua ex. Ma con me è una persona spregevole- risposi,secca. – Non capisco il perché,sembri una ragazza così tenera. Secondo me con te si trovano tutti- disse sorridendo. Quel sorriso mi fece morire. La campanella suonò e interruppe quel momento magnifico. – A dopo ragazzina- disse pizzicandomi leggermente una guancia. Andò via e io rimasi lì,imbambolata. Mi accarezzai la guancia e sorrisi. Solo dopo un po’ mi ricordai che dovevo entrare a scuola. Quando fui in classe raccontai tutto in fretta alle ragazze,a partire dalla serata precedente fino al pizzico sulla guancia di Lorenzo. Avevo una voglia matta di urlare e cantare a squarciagola ma la prof entrò in classe e addio urli di liberazione.

Nell’intervallo aprii Facebook distrattamente e un post risaltò ai miei occhi. Nel giro di una settimana sarebbe uscito il nuovo singolo di Tiziano Ferro,il mio idolo. Si intitolava ‘Senza scappare mai più’. Rimasi a bocca aperta e iniziai ad urlare. Jessica mi strappò il telefono dalle mani e lesse tutto. Mi abbracciò e ci commuovemmo. Per noi era una cosa importante,dopo ben tre anni che non si è fatto sentire. Finalmente ricomincerà tutto. Canzoni nuove,foto,interviste,cd,tour,concerti. Stava andando tutto troppo bene quasi che mi stavo per chiedere dove stava la fregatura. Alla fine dell’ultima ora scendemmo tutti giù. Salutai le ragazze appena vidi Lorenzo avvicinarsi a me. Mi salutò di nuovo e mi diede il suo numero,chiedendomi il mio. Si,sinceramente troppe cose belle. Sorrisi ed entrai nell’autobus ancora calma. Appena mi sedetti urlai e abbracciai forte Andrea. -Tra una settimana esce il nuovo singolo del mio idolo e Lorenzo mi ha dato il suo numero e lui ha i miooooooooo!- urlai. Andrea cercò di farmi calmare,ridendo come un pazzo. – Ok,Andrè. Adesso dimmi dove sta la fregatura- gli chiesi. Sorrise mostrandomi le sue fossette. – Non c’è. Questa felicità te la meriti tutta-.

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