Capitolo 37

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"In quelle giornate che passavano in un'ora. E la tenerezza,i tuoi capelli e le lenzuola.."

La canzone E fuori è buio di Tiziano Ferro mi rimbombava nella testa. Cambiai posizione e mi stiracchiai per poi sbadigliare. Dalla finestra si poteva intravedere il sole che ormai stava tramontando,di un rosso bellissimo. Abbassai lo sguardo lentamente e vidi Andrea steso accanto a me. Era bellissimo. I capelli scompigliati gli ricadevano sulla fronte,le labbra erano arrossate e leggermente schiuse,le lenzuola lo coprivano fino al bacino,lasciando scoperto il suo petto scolpito. Sorrisi e scostai leggermente le coperte per poi alzarmi. Passai una mano tra i capelli e mi sistemai gli slip. Quando arrivai in bagno mi accorsi che addosso avevo la sua camicia azzurra,che adoravo. Sorrisi e inspirai il suo profumo. Alzai lo sguardo e mi guardai allo specchio. Non so perché ma mi sentii bella,bellissima. E appena mi guardai mi tornò tutto alla mente. Accarezzai lentamente le mie labbra ricordando i suoi baci caldi. Chiusi gli occhi e sospirai. Le sue mani tra i miei capelli che poi passavano a stringere i miei fianchi,le mie sul suo petto,il suo respiro caldo sul mio,il cuore che batteva all'unisono,il sudore,gli sguardi,la dolcezza,la voglia di averci,di possederci. Ripensai alla delicatezza con cui mi aveva fatta sua,all'amore che ci aveva messo nel pronunciare quel "sei bellissima",il nostro ansimare. Riaprii gli occhi e l'immagine nello specchio mi parve felice. Forse era davvero così,forse ero felice. Mi guardai attentamente e notai una macchia rossa e grande alla base del mio collo. Ci appoggiai su una mano ripensando ancora a quegli attimi. Ma,il momento felice fu interrotto subito dopo,in un millisecondo. Avevo appena fatto l'amore con Andrea,il mio migliore amico. La mia prima volta. Il cuore iniziò a battere all'impazzata. E ora? Ora cos'eravamo? Amici,fidanzati? Ma,domanda più importante,io lo amavo? La paura mi persuase e tornai silenziosamente in camera da letto. Dovevo farmela passare. Non avevo scelta. Tolsi controvoglia la sua camicia e mi rivestii,ammirandolo in tutta la sua bellezza. Lo guardai per un'ultima volta e andai in salone,sperando che i suoi ancora non fossero arrivati. Presi in fretta la mia borsa e uscii di casa,tirando un sospiro di sollievo. Avevo un qualcosa dentro che era impossibile da spiegare. Ero felice. Avevo una felicità immensa dentro. Ero tanto felice da aver dimenticato tutto quello che in questi anni mi aveva distrutta. Poi,però ero anche triste,impaurita. Cosa avrei fatto ora? Cosa avrei detto ad Andrea? Cosa avrei detto a me stessa? Arrivai a casa ed entrai. – Buonasera!- urlai,cercando di farmi sentire. Corsi di sopra e mi chiusi in camera. – Ok,ora mi ci vuole una doccia congelata!- sospirai. Non lo ripetei due volte che già mi trovavo sotto il getto freddo della doccia. Avevo bisogno di pensare,razionalmente,e per farlo dovevo spegnere tutto con dell'acqua ghiacciata. Uscii dalla doccia tremante e mi avvolsi nell'asciugamano. Chissà cosa avrebbe pensato Andrea non trovandomi accanto a lui. Scossi la testa mandando via quei brutti pensieri e presi il cellulare mandando un messaggio alle ragazze. Le informai che ci saremo viste al parco alla solita panchina,verso le otto di sera. Mi asciugai in fretta e legai i capelli in una coda alta per poi indossare dei jeans,le converse rosse e la felpa dell'Adidas grigia. Non mi truccai e scesi giù. Passai per la cucina e mi avvicinai a mamma. – Mamma!- sorrisi e le diedi un bacio. Non avevo voglia di tutte quelle smancerie,soprattutto di baci. Le mie labbra non dovevano essere "infettate". Ma dovevo conquistarla. – Il diavolo quando ti accarezza vuole l'anima- sospirò mentre preparava l'insalata. – Dai,su. Sai che ti voglio bene- sorrisi. – Dove devi andare Grace?- mi chiese. Mamma riusciva subito a capire cosa volessi. – Devo andare al parco e incontrare le ragazze,tornerò presto. Posso?- la guardai con gli occhi da cucciolo. Annuì più di una volta ed io le schioccai un bacio sulla guancia. – Vado!- la salutai ed uscii in fretta fuori. Iniziai a camminare verso il parco con le cuffiette nelle orecchie. Feci subito partire Ed ero contentissimo. Quando arrivai al parco le ragazze erano lì che mi scrutavano preoccupate. Le salutai e mi sedetti sulla panchina. – Tu hai qualcosa e non vuoi dircelo e questa cosa non va affatto bene!- incrociò le braccia al petto Nicole,seguite subito dallo sguardo severo di Jessica. – Lasciatemi parlare e poi parlate voi,va bene?- sospirai,stanca. Videro l'espressione sul mio viso e cambiarono atteggiamento. – Certo,parla- disse Jessica. – Ho fatto l'amore con Andrea- sputai fuori,scaricando il coraggio tutto in una volta. Le ragazze spalancarono gli occhi. – La tua prima volta e ce lo dici cosi?- urlò di gioia Nicole. – Aspettate. Se volete sapere com'è stato...beh,bellissimo. È proprio vero che la prima volta è...magica- sorrisi. Rimasero in silenzio a fissarmi,come a esortarmi a parlare. – Poi,fatto con la persona giusta- dissi quasi in un sussurro,grattandomi la nuca. – Sei innamorata di Andrea?- Jessica mi guardò incredula. – È questo il punto. Io non lo so! Sono stata con lui ma non so se lo amo. Insomma si,è stato meraviglioso ma...si sa,le storie tra migliori amici non funzionano. Non posso rovinare la mia amicizia con lui per una storia che forse finirà male come tutte le altre- scossi la testa. – Beh,questo non puoi saperlo. Lo si scopre solo vivendo- mi guardò con dolcezza Nicole. – E poi se lo hai fatto,vuol dire che ci tieni a lui. Lo ami,fidati. L'ho sempre saputo che sareste finiti insieme- sorrise eccitata Jessica. – Beh,ho preso anche io l'iniziativa- dissi imbarazzata. – E quindi? Vedi? Lo ami,lo volevi tuo,tutto qui- alzò le spalle Nicole. Iniziai a camminare avanti e indietro. – Io ho paura,non voglio illudere nessuno. E se poi va male? E se non ci parleremo più? E se ora che si è svegliato e non mi ha trovato mi ha preso per una stronza?- portai le mani sul viso. – Grace! Stiamo parlando di Andrea! È innamorato di te da Ottobre!- mi rassicurò Jessica. La guardai e deglutii. – Se ne erano accorti tutti tranne te. Cosa aspetti a convincerti che è così? Tu lo ami e lui ama te,non fare la stupida. Non perdere quest'occasione,non Andrea. Sappiamo tutte e tre che non aspetti altro che qualcuno come lui!- mi spiegò Nicole,alzandosi e avvicinandosi a me. – Grazie ragazze!- le abbracciai forte. – Vai a casa ora,rilassati e pensa. Vedrai che farà tutto lui- Jessica poggiò una mano sul mio cuore. Le salutai ancora una volta e mi incamminai verso casa. Misi di nuovo gli auricolari per evitare di sentire i miei pensieri anche se la cosa fu impossibile. Erano alti,urlavano,rimbombavano nella mia mente,chiedevano di uscire fuori. Il cellulare iniziò a vibrare ed io staccai l'ennesima chiamata di Andrea. Non so perché lo stavo evitando ma non ero ancora pronta per vederlo. Cosa gli avrei detto poi? "Scusa Andrea ho bisogno di tempo. Sai,sono venuta a letto con te ma non so se provo qualcosa per te". Risi mentalmente della mia stupidità. Feci il giro più lungo per arrivare a casa. Magari se avessi camminato mi sarei stancata e quella notte avrei dormito. Prevedevo una notte insonne e il mattino dopo due occhiaie che sembravano gli scavi di Pompei. Arrivai a casa ed entrai. – Già qui?- mi chiese mamma mentre metteva i piatti a tavola. – Te l'ho detto che avrei fatto presto- sorrisi e mi sedetti. – Ho fame,che si mangia?- versai l'acqua nel bicchiere. – Purè di patate e carne- mamma mi porse il piatto. Mi leccai le labbra e iniziai a mangiare. Fattesi le dieci e mezza decisi che era il momento di tornare in camera,che equivaleva a:lascia liberi i tuoi pensieri. Salii di sopra e lasciai il telefono,ormai pieno di messaggi e chiamate di Andrea,sulla scrivania. Aprii la finestra e mi andai a sedere sul tetto del gazebo. Appoggiai la testa al muro e iniziai a guardare le stelle. Dopo un po' sentii qualche rumore e pensai che i miei mi avessero scoperto,ma poi il volto di Andrea mi comparve davanti e il cuore per poco non esplose. Si sedette e iniziò a guardarmi. – Perché mi eviti?- fu la sua unica domanda. Cazzo. E ora? – Non ti e-evito- balbettai. – Ah no? E le 20 chiamate perse e i 10 messaggi? Ero preoccupato per te- sospirò e si sedette accanto a me. Restammo per un po' in silenzio. – Perché sei andata via?- sussurrò. Probabilmente anche lui era agitato. Si,ma io stavo per morire. Presi un bel respiro. – Scusami,sul serio. Non so cosa mi sia preso ma ho avuto paura. Il fatto è che da quella sera a Gaeta io non ci ho capito più niente. Ho iniziato a provare cose per te al di fuori del normale. E ora ho paura,paura di i-innamorarmi,credo. Perché non voglio rovinare un'amicizia così bella come la nostra per un amore che è così sbagliato- scossi la testa mentre mi torturavo le mani. – Una cosa che ti fa sentire così bene non può essere sbagliata- rispose lui. Deglutii. – Non so..-. Si voltò verso di me e mi guardò negli occhi. Quegli occhi magnifici. Stavano facendo di nuovo l'amore coi miei. – Senti,sappiamo di aver scelto un amore difficile ma è questo il bello- fece un sorriso sghembo. Tremai dentro a quelle parole. Amore. – Io non lo so...io..possiamo riparlarne domani?. Scosse la testa e si alzò per poi andare alla scala. Prima di scendere mi guardò negli occhi. – Stai scappando da una cosa che non vuoi,o stai scappando da una cosa che hai paura di volere?-.



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