Capitolo 17 - Soffrire

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25 Marzo 2013

Sana


Io e Jihyo eravamo rimaste fuori a chiacchierare fino all'alba. Niente di più, niente di meno. In fin dei conti, eravamo state avventate alla festa, era troppo presto per baciarci, non avrei fatto il medesimo errore due volte.

«Quindi questa reggia sarebbe casa tua?» Mi domandò Jihyo che aveva deciso di riaccompagnarmi a casa a piedi mentre parlavamo.

«Casa dolce casa...» Commentai guardando la mia non proprio umile abitazione. I miei genitori erano piuttosto esagerati quando volevano mettere in mostra il loro denaro, ma infondo erano brave persone e gran parte di quello che guadagnavano, lo davano in beneficenza. A volte mi chiedo cosa ci faremmo con tutti quei soldi se i miei non li dessero ai vari enti che sostengono. «Sei proprio sicura che non vuoi aiuto per risistemare casa?» Le domandai tornando alla realtà.

«Tranquilla, Mina è solita combinare disastri con le sue strane "cose", quindi ho il numero di una ditta di pulizie di fiducia memorizzata sul telefono»

«Ah, allora» Risi immaginando Mina che faceva le sue cose strane.

«Allora buonanotte Sana» Jihyo posò la sua mano sul mio zigomo e lasciò un piccolo bacio sulla guancia.

«Hai freddo?» Le domandai notando la sua mano gelida sulla mia pelle.

«Solo un po'»

«Tieni» Mi sfilai il cardigan che avevo portato nel caso in cui avessi avuto freddo e glielo misi sulle spalle.

«Ma sta per arrivare il taxi, non preoccuparti» Voleva restituirmelo, ma glielo impedii.

«Buonanotte Jihyo» Le sorrisi e anche io la baciai sulla guancia.

Aspettai che se ne andasse con il taxi prima di tirare fuori le chiavi di casa. Non le avrei mai permesso di tornare da sola a quest'ora del mattino.

«Aspetta» Mi sentii tirare per il braccio e mi voltai con il sorriso stampato sul viso. Magari era Jihyo e voleva fare un gesto avventato come tornare indietro e baciarmi, un gesto così improvviso mi sarebbe piaciuto anche se volevo fare tutto con calma... Ma il mio sorriso si spense appena misi a fuoco il suo viso.

«Tzuyu, tu che ci fai qui?»


Tzuyu


Dopo aver lasciato la festa, avevo deciso di aspettare Sana davanti casa sua. Dahyun si era anche gentilmente offerta di farmi compagnia, ma non volevo spaventarla... Già era abbastanza inquietante uscirle fuori da dietro un cespuglio, figuriamoci se mi fossi presentata con la ragazza di suo fratello a farmi da spalla... Sarebbe stato anche strano.

Passarono le ore e francamente mi ero quasi scocciata ad aspettarla, ma quando stavo per rinunciare, intravidi due figure che si stavano avvicinando, quindi decisi di aspettare un altro po'. Fortunatamente per me, erano Sana e quell'altra.

Non riuscivo a sentire bene cosa si stessero dicendo, ma il sangue cominciò a ribollirmi nelle vene appena vidi che si stavano salutando con un bacio sulle guance. Certo, non era sulle labbra, ma era pur sempre un bacio. Sarei voluta uscire fuori e rifilarle un pugno su quello stupido sorrisino compiaciuto che aveva, ma mi limitai a serrare i denti e rimasi nascosta.

Aspettai che quella sorta di essere umano sparisse dalla mia vista, per andare subito da Sana, prima che quest'ultima rientrasse in casa.

«Aspetta» L'afferrai per il braccio.

«Tzuyu, tu che ci fai qui?»

«Io avevo bisogno di parlarti»

«E sbuchi da un cespuglio alle sei e mezza di mattina davanti casa mia, dopo non avermi parlato per mesi?»

«Beh, se la metti così effettivamente mi fai sembrare pazza»

«Perchè lo sei...»

«Ok, ascolta. Io non riesco a stare senza di te e mi fa male vederti con quella»

«Avresti dovuto pensarci tempo fa» Strattonò il suo braccio così che da farmi lasciare la presa su di lei. «E ora se non ti dispiace, vado a dormire» Si girò verso la porta.

«No Sana, aspetta»

«Che vuoi ora?» Non le lasciai neanche il tempo di girarsi che la baciai. Cercò di allontanarsi da me, ma dopo poco iniziò a cedere e ricambiò il bacio. Picchiettai delicatamente la lingua sulle sue labbra per chiedere l'accesso, richiesta che venne subito accolta. Posai le mie mani sui suoi fianchi per attirarla a me ed unimmo a poco a poco i nostri corpi. «Sai che questo non significa nulla vero?» Mi domandò tra i baci.

Sapevo che per lei non era niente, ma una parte di me, sperava di farle cambiare idea. «Lo so»

«Andiamo in camera mia» Si separò dal bacio ed aprì la porta di ingresso.

«I tuoi genitori?» Le domandai timidamente mentre varcavo la soglia di casa.

«Dormono e la loro camera è al terzo piano» Mi rispose freddamente.

«E se ci dovessero sentire?»

«Ascolta, lo vuoi o no?»

Era ovvio che lo volevo, e sapevo anche che per lei sarebbe stato solo sesso, ma non mi importava. Mi ero già fatta del male con quel bacio, cosa importava se affondavo il pugnale qualche centimetro in più? «Si»

«Allora andiamo» Mi prese per mano e mi trascinò su per le scale, quella casa era enorme e se davvero i suoi genitori si trovavano al terzo piano, sicuramente non ci avrebbero sentite.


Sana


Non so' cosa mi sia preso di preciso. Non la volevo baciare, tanto meno trascinarla in camera mia per fare sesso. Sapevo solo che in quel momento la volevo, avevo bisogno di lei e credo che una parte di me avrà sempre bisogno di Tzuyu. Non avrei mai voluto farle del male o usarla, come lei aveva fatto con me per tutti questi anni in cui mi ha tenuta nascosta. Non ero una persona vendicativa, non mi è mai piaciuto giocare con i sentimenti altrui, sapevo che Tzuyu mi amava... Ma non mi importava. Avevo bisogno di sentirla mia di nuovo, anche se solo per una notte. D'altronde, nonostante tutto, anche io l'amavo ancora e questo tipo di sentimenti non spariscono da un momento all'altro, ci vuole del tempo.

«Questo non significa niente, lo sai vero?» Le dissi mentre mi toglievo i vestiti.

«Lo so» Rispose sfilandosi la maglietta.

«Non è che ti perdonerò, cambierò idea e magicamente torneremo insieme»

«Ho capito Sana, questo è solo sesso...»

«Esatto, niente di più» La buttai sul letto e cominciai a baciarla. I nostri corpi nudi si sfregavano l'uno sull'altro ed i gemiti iniziarono a pervadere la stanza.

Probabilmente tutto ciò mi avrebbe resa una persona orribile. Ma in quel momento non mi importava.





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ANGOLETTO:

Niente, sono a lavoro e mi annoio 🤪

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