Cap.3 Difese

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GRACE

«Grace, quell'uomo sembra venire verso di te».

Kelly indica qualcuno alle mie spalle. Mi volto lentamente e mi stupisco nel vedere il signor White camminare proprio nella mia direzione. Continuo a fissarlo, immobile.

Ha un passo felpato, emana sicurezza. Lo guardo con più attenzione; indossa un completo nero, una camicia bianca e dei gemelli fantastici che chiudono i polsini della stessa, fermandoli in modo elegante. Classico stile da uomo d'affari che però gli dona terribilmente, rendendolo unico e non scontato ai miei occhi. Il suo sguardo magnetico mi provoca una strana tachicardia. Porto le mani dietro la schiena e inizio a giocare con le mie dita per il nervosismo.

«Signorina Grace, possiamo parlare un attimo?»

Si avvicina a me con fare sicuro e con un sorriso smagliante. Credo che voglia scusarsi per l'atteggiamento avuto nei miei confronti poco prima al colloquio.

Indietreggio di due passi e intreccio le braccia mentre continuo a fissarlo inerme. Ho intenzione di ripagarlo con la stessa moneta.

«Non ho nulla da dirle, signor White».

Serro le labbra mentre fingo sicurezza. Continua a fissarmi con quegli occhi neri che sembrano due pozzi profondi per la loro intensità; il suo sguardo mi destabilizza. Non so perché ma è come se riuscisse ad andare oltre l'aspetto fisico.

Uno strano fuoco divampa dentro di me. Eccitazione per il momento o voglia di prenderlo a schiaffi? Prima che possa compiere qualche gesto avventato, gli giro le spalle, tornando così con l'attenzione su Kelly che asciuga i bicchieri in modo frenetico.

«Non ha voglia di darmi dello stronzo per l'ennesima volta, signorina?», chiede sarcasticamente.

Alzo gli occhi al cielo consapevole del fatto che non può vedermi. Sta giocando con me e io glielo sto lasciando fare. O forse dovrei dire che sono io che sto giocando con lui?

«Mi lasci lavorare in pace, non aveva detto lei che dovevo trovare un'altra occupazione?»

Quella mia risposta improvvisa e non studiata fa calare il silenzio. Mi volto lentamente e noto che il signor White ha cambiato espressione in viso; è diventato cupo.

«Mi scusi, ha ragione. Volevo solo dirle che ha dimenticato il maglioncino nel mio ufficio, passi a ritirarlo quando vuole», dice riacquistando l'autorità persa poco prima.

Mi porge la mano, in segno di saluto. Lo guardo per qualche secondo, incerta se ricambiare o meno.

Che sarà mai? È un modo galante per dirti arrivederci, Grace.

Allungo la mano e accenno un sorriso. Il signor White fa lo stesso, rilassandosi. L'espressione cupa assunta qualche minuto prima scompare dal suo volto. Quando sorride, delle piccole fossette compaiono ai lati delle sue guance.

«Passerò sicuramente in settimana», dico con voce morbida.

«L'aspetto»

Il suo tono è caldo, sicuro, sembra essere sollevato. Lentamente si volta e a grandi falcate torna al tavolo dove lo aspetta la signora bionda che sembra una modella già vista su qualche rivista.

«Passerò sicuramente in settimana...», Kelly canzona le parole che ho pronunciato poco prima, «E magari ti dirò anche che sono già cotta di te», continua con tono beffardo.

«Smettila di ridere così o ci licenzieranno», tuono, «e comunque, non mi piace assolutamente. Lo trovo odioso», continuo.

Le do una leggera pacca sulla spalla ed entrambe torniamo serie dopo qualche secondo di ilarità.

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