GRACE
Può un semplice biglietto da visita rendermi così irrequieta?
Sono tornata a casa da poco e non faccio altro che fissarlo mentre mi rilasso sul divano. Dovrei alzarmi e fare una doccia per lavare via il sudore e la stanchezza ma proprio non riesco a distogliere l'attenzione da quel pezzettino di carta che rappresenta – al momento – un vano tentativo di salvezza.
La dicitura riportata su di esso mi ricorda ancora una volta quanto siamo diversi io e il signor White.
White Enterprise
Michigan Avenue
312 880 3456
Jason White
Wow. Non deve essere facile gestire una delle più grandi aziende del panorama americano e non solo. Io fallirei miseramente, ne sono certa. Dall'alto del mio divano non posso che pensare questo. Guardo i miei piedi gonfi e ricevo conferma proprio dallo stato in cui mi trovo in questo momento: capelli arruffati, trucco quasi sbavato e occhiaie che hanno vita propria.
Lascio il biglietto sul tavolino del salone e mi dirigo in bagno. Una doccia calda allenterà, sicuramente, il flusso dei miei pensieri. Da quando ho messo piede in quell'azienda, non faccio altro che pensare a quell'uomo dal fascino ineguagliabile. È così misterioso, pieno di sé ed arrogante eppure... eppure tutto questo mi attira, inspiegabilmente. L'ho mandato al diavolo, è vero. Ma non avrei potuto fare diversamente, d'altronde; ha dimostrato di avere poco tatto nei miei confronti trattandomi in quel modo.
Il getto di acqua calda accarezza delicatamente la mia pelle nuda. L'odore di cocco riecheggia nell'aria, questo è il bagnoschiuma che più amo al mondo. Mi lascio trasportare da quella fragranza e con gli occhi chiusi mi immagino su un'isola deserta a sorseggiare un drink in riva al mare. Canticchio una canzone stonata inventata sul momento e per un attimo svuoto completamente la mente dai pensieri. Tutto questo fino a quando non sento vibrare il telefono sul mobile accanto al lavandino. Afferro l'accappatoio e lo infilo velocemente, stringendo la cintura attorno alla vita. I capelli bagnati cadono sulle spalle, facendo scendere delle piccole goccioline sul pavimento.
«Pronto», rispondo affannata.
«Signorina Grace, mi scusi per il disturbo. Sa che giorno è oggi?»
«Venerdì?», ribatto istintivamente con un velo di sarcasmo.
«Sì, certo. Volevo avvisarla che la sua auto verrà trasferita oggi».
Come ho potuto dimenticarlo?
Porto una mano alla mia testa e inizio a vagare per casa con fare sconnesso.
Il meccanico dall'altro capo del telefono continua a parlare elencandomi i costi per i vari servizi.
E io che fantasticavo sul biglietto da visita fino a qualche minuto fa!
La mia macchina non può più aspettare in officina e sarà trasferita entro la giornata odierna in un deposito che si trova a Los Angeles.
Un giorno e otto ore di viaggio per poter recuperare la mia bambina. Non so perché io mi ostini a riportarla in vita ogni qual volta che lei decide di abbandonarmi. Ormai è abbastanza datata ma ci tengo troppo, ha una storia particolare dietro.
«Conosco la prassi, passerò nel pomeriggio a firmare i documenti. Grazie per aver telefonato», ribatto con tono afflitto.
Riattacco e velocemente asciugo i capelli. Il riflesso nello specchio implora pietà. Ho bisogno di riposare ma con i turni che sono costretta a fare al ristorante, non ho proprio il tempo materiale per farlo. Se voglio la mia auto a casa in breve tempo, gli extra a lavoro sono l'unica soluzione. Ho perso tre chili e il mio viso inizia ad accusare il colpo. Le mie guance scavate e le occhiaie testimoniano la mancanza di riposo adeguato. Ah, quanto vorrei essere altrove! Quanto vorrei avere un lavoro dignitoso, un lavoro per cui valga la pena fare le ore piccole e dormire poi nei momenti di pausa. Un lavoro che mi dia soddisfazioni, uno di quelli per cui è necessario sudare se si vogliono vedere dei risultati concreti. Se solo... se solo potessi affiancare il signor White, io sarei la persona più soddisfatta al mondo.
Avrei modo di studiarlo a fondo, studiare la sua strategia di marketing e aiutarlo negli affari. Non è detto che le segretarie servano solo per prendere appuntamenti! Con il bagaglio culturale che mi ritrovo poi, sarebbe triste affermare una cosa del genere.
Devo assolutamente raggiungere il suo ufficio. Lo lascerò a bocca aperta. Dirò che passavo di lì per caso, con la scusa di ritirare il maglioncino osserverò attentamente il suo modo di relazionarsi con me. In questo modo, non avrà tempo di 'studiare' una possibile reazione alla mia vista.
Restare qui impalata non mi aiuterà a risolvere i miei dannati problemi.
Afferro le chiavi ed esco di casa velocemente, sbattendo la porta dietro me. Sono entusiasta e motivata, sono certa che il signor White mi darà una seconda opportunità.
JASON
«Signor White, mentre era via, ha ricevuto varie telefonate. Le ricordo la riunione che ha tra quindici minuti con i soci italiani e inoltre, prima che me ne dimentichi, ha ricevuto anche un messaggio dalla signora Claire. Vuole che glielo legga?»
Brenda non fa altro che parlare mentre continua a camminare goffamente al mio fianco. Ci prova ma proprio non riesce a mantenere il mio passo. È una ragazza in gamba ma ho bisogno di qualcuno di più dinamico, qualcuno che non abbia bisogno di troppi insegnamenti.
«Brenda, apprezzo il tuo impegno ma proprio non possiamo continuare così. Lo vedi anche tu che questo lavoro non fa per te. Al termine della tua giornata, passa dalla contabilità e lascia che ti paghino l'intero stipendio del mese di novembre. Di che ti ho mandato io».
Liquido la ragazza in men che non si dica. Il suo sguardo triste scombussola il mio umore. Non avrei voluto ma in tre giorni di lavoro non ho visto nessun miglioramento. Ho davvero bisogno di qualcuno che mi capisca senza troppe parole. Qualcuno con cui entrare in confidenza, ecco.
Raggiungo il mio ufficio e una volta dentro, sfilo la cravatta dal colletto della mia camicia. Per quanto siano belli, detesto questi abiti. Preferirei lavorare in comodità, magari con una bella tuta e delle scarpe da ginnastica. Ma non si può. Nel modo degli affari c'è un codice per tutto.
Chiudo gli occhi per qualche secondo e lascio vagare i miei pensieri indisturbati. Sorrido mentre ripenso al pranzo con Claire; il mio sorriso però non è causato dalla mia collega ma da un'altra donna. Grace. Credo che quegli occhi mi daranno il tormento ancora per molto.
Qualcuno bussa improvvisamente alla mia porta, riscuotendomi dai miei pensieri.
«Posso entrare?»
Una voce delicata e quasi fanciullesca raggiunge le mie orecchie. Mi sistemo velocemente, riassumendo un'espressione seria e decorosa.
Non avrei dovuto togliere la cravatta, decisamente.
«Avanti», urlo con tono autoritario.
La porta si apre lentamente; la vedo fare capolino da un lato mentre entra nell'ufficio con tutta l'eleganza possibile. Indossa un maglioncino verde che risalta il color nocciola dei suoi occhi, dei jeans attillati che cadono bene sulle forme che si ritrova e i suoi capelli sono raccolti in una coda morbida.
Rimango estasiato da tanta bellezza racchiusa nella semplicità più assoluta.
Mi alzo di scatto, aggirando la scrivania per invitarla ad accomodarsi.
Non se lo aspetta e a dire il vero anche io mi stupisco di questo comportamento.
Una strana elettricità attraversa il mio corpo nel momento in cui le nostre mani si sfiorano per sbaglio. Arrossisce tenendo lo sguardo fisso su di me. A primo impatto sembra quasi che la sua visita non sia stata programmata.
Mi siedo e inizio a osservarla intensamente. Dovrei mantenere un certo contegno ma è come se fossi attirato dalla sua presenza nella stanza; il suo essere così pura mi spinge a mantenere l'attenzione solo ed esclusivamente su di lei.
«Scusi se non l'ho avvisata ma...»
«Signor White, i soci sono arrivati», viene interrotta da Brenda che irrompe nel mio ufficio come un uragano.
«Non vedi che sono impegnato?», sbotto, «Di a Claire di occuparsene al posto mio. Non voglio più essere disturbato», concludo.
«Dove eravamo rimasti?», continuo rivolgendomi a Grace.
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Fate or chance?
Romance(COMPLETA E IN REVISIONE) La White Enterprise è una delle più grandi aziende di cosmetici presenti sul territorio di Chicago. Ogni ragazza della città sogna di poter lavorare per il giovane White ma, il rampollo della nota famiglia, ha delle aspetta...