Cap.30 Cena per due

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GRACE

Rientro in casa velocemente. Non so cosa mi abbia spinto, per l'ennesima volta, ad abbandonarlo alla sua solitudine. Sto scappando, sto scappando dall'unico uomo che forse vorrebbe stare al mio fianco e apprezzare la donna che sono realmente.

La pioggia scende velocemente e in modo fitto. Le gocce si poggiano sui finestroni del mio salone, lo fanno con una delicatezza tale che quasi mi destabilizza. Sembra che il meteo vada a pari passo con il mio umore.

Salterò la cena questa sera, ho lo stomaco completamente chiuso. Raggiungo la camera da letto e mi spoglio lentamente. Sbottono la mia camicia adagio, quasi come se volessi fermare il tempo al ricordo che essa scaturisce in me. Le mani di Jason sui miei fianchi, nei miei capelli, attorno alla mia vita. Rimango a fissare il riflesso nello specchio con indosso solo il reggiseno. Sono seduta sul mio letto e una strana malinconia attraversa il mio viso. Mi sento così... vuota.

Dopo qualche minuto passato a fissare l'altra me in quello specchio che tanto sembra sbattermi in faccia la realtà, afferro il telefono e decido di scrivergli un messaggio. Sono stata così maleducata nei suoi confronti, non merita un trattamento simile. Non dopo tutto quello che mi sta dimostrando.

G.J: Ho paura. Tanta paura.

Invio frettolosamente e blocco lo schermo. Sfilo i pantaloni e li lascio cadere a terra. A pieni nudi attraverso la stanza, raggiungendo il bagno. Il pavimento ghiacciato e la pioggia che continua a battere incessantemente sulla finestra, mi danno uno strano senso di tranquillità. Forse è questo quello di cui ho bisogno: calma e freschezza.

Da quando mi sono imbattuta in Jason, sembra quasi di essere stata catapultata in una vita di cui non sapevo neanche l'esistenza. È come se fossi costantemente sulle montagne russe: un giorno in alto, un giorno in basso. Tutto questo a una velocità incontrollabile. Ecco, ho paura proprio di questo: perdere il controllo. Controllo di me stessa, delle mie azioni. Non ho mai avuto una relazione con un uomo come Jason, un uomo del suo calibro ecco. Non ho mai pensato minimamente che proprio il mio capo potesse piacermi e attrarmi così. Non posso negarlo... mi piace. Tanto. Tremo come una foglia quando sfiora la mia pelle. Mi perdo nelle sue labbra che sembrano calamite per il modo in cui mi attraggono sempre. Sì, sempre. Non c'è attimo in cui non vorrei baciarlo o semplicemente stargli accanto. Non c'è attimo in cui non desideri la sua compagnia. Che sia al mattino o che sia di sera poco importa. Che sia per una colazione o un pranzo, una passeggiata o una chiacchierata sul divano. Jason è come una fiamma che non si spegne mai. Per quanto io ci provi a non avvicinarmi, finisco sempre per trovarmi proprio li... tra le sue braccia.

«Cotta a puntino Grace», dico ad alta voce mentre entro in doccia.

...20 minuti dopo...

Afferro l'accappatoio e lo infilo velocemente. L'eccessivo calore fuoriuscito dalla doccia ha fatto sì che il vetro sopra il lavabo si appannasse. Infilo il pigiama nei calzettoni antiscivolo, una rivoluzione per chi odia indossare le pantofole come me, raccolgo i capelli in un cipollotto discutibile e raggiungo la cucina per preparare la mia amata tisana rilassante al lampone. Adoro le bacche e i frutti rossi, stimolano la mia fantasia e sono paradisiache per il mio palato.

Prendo la tazza – ancora bollente – e mi siedo sul divano. Sorseggio poco per volta, lentamente. Rischio quasi di scottarmi, come sempre. In tv passano un film di cui non ricordo il nome. Uno di quelli vecchio stile, italiano se non sbaglio. Mi emoziono nel vedere la coppia così genuina e affiatata, in sella a una vespa, in giro per la città.

Sostituisco i volti degli attori con il mio volto e quello di Jason. Rido da sola come una stupida immaginandomi avvinghiata a lui, in preda alla disperazione. Non credo che Jason sappia guidare una moto. Un'auto forse sì... ma non ne sono tanto convinta. In fondo, ha la soluzione per tutto.

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