Cap.18 Collisione

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GRACE

Saltello giù dal letto come un grillo. L'ansia per il nuovo lavoro non mi ha permesso di riposare correttamente stanotte. Sono troppo emozionata all'idea di conoscere nuova gente, di lavorare al fianco del signor White e sono curiosa di vedere con quale atteggiamento la signora Claire mi accoglierà. Non credo di piacerle, anzi. Sin dal nostro primo incontro ha dimostrato di nutrire poca simpatia nei miei confronti. Ed è proprio per questo motivo che una sensazione di nausea mi accompagna sin dalle ore buie. Ho paura che possa rovinare la serenità creatasi in questi giorni in azienda tra me e il capo.

Dopo giorni incessanti di pioggia e freddo, il sole sembra fare capolino dalla finestra. Le temperature sono comunque basse ma il bel tempo mi permetterà di vestirmi in modo decente senza dovermi stratificare come una mummia.

O almeno spero

Faccio una doccia veloce nonostante io sia in largo anticipo. Voglio lasciare l'appartamento pulito prima di andare in azienda. È vero, non ho nessuno che possa metterci piede da un momento all'altro ma preferisco navigare in acque limpide e non torbide. Tradotto: preferisco avere la casa in perfetto stato e non sommersa di tazze, plaid e quant'altro.

La mia casa rispecchia un po' quella che è la mia vita. La mia vita abitudinaria da trentenne single non offre chissà quali novità. A differenza delle altre però, non ho un gatto da compagnia. Abito da sola in un grande appartamento, praticamente sfrutto solo due stanze e mezzo della mia abitazione e per giunta lo faccio anche nel modo sbagliato. Difatti, la colazione al mattino è sempre volante. Ho giusto il tempo per preparare il caffè e poi via di corsa. Il frigo è praticamente quasi sempre semi vuoto. Complice il fatto che spesso e volentieri pranzo fuori casa e salto la cena. Mi auguro con tutto il cuore di migliorare le mie abitudini di vita con l'anno che verrà.

Indosso un vestito di cashmere bianco con scollo a barca che lascia intravedere il mio collo nudo. Cingo la vita con una cintura e abbino un paio di stivali color cammello con tacco. La giusta via di mezzo tra casual ed elegante. Spazzolo i capelli che cadono lisci sulle mie spalle, indosso degli orecchini placcati in oro e mi trucco in modo naturale.

Sospiro mentre mi guardo allo specchio con aria alquanto terrorizzata.

«Andrà bene, Grace. Andrà bene. In fondo, dovrai solo stare al passo del capo per tutto il tempo», mi ripeto con voce tremante.

Continuo a parlare da sola con la speranza di ingannare l'ansia ma tutto ciò con pessimi risultati. Sono più agitata di prima e alla vista dell'ora segnata sull'orologio, la sensazione di nausea accresce nel mio stomaco. Spero solo di non vomitare nel tragitto casa – azienda.

Lavo velocemente le tazze che da giorni popolano il lavandino. La mia pigrizia non ha eguali, speravo che rimandando, potessero lavarsi da sole. Ovviamente così non è stato. Appunto su un post- it tutto ciò che manca per poter riempire il frigorifero e sistemo i cuscini sul divano. Fortunatamente ho ancora cinque minuti per poter programmare la lavatrice. Il miglior elettrodomestico di questa casa! Fa tutto autonomamente, senza bisogno che io mi applichi più di tanto. Lava e asciuga in mezza giornata e i miei abiti profumano divinamente.

Tac

Nonostante siano trascorsi pochi secondi, il tasto di accensione mi libera da quell'attesa quasi snervante. Finché non metterò piede in azienda, la situazione non migliorerà.

Forse dovrei iniziare a praticare yoga così che impari a rilassarmi e a contenere l'ansia.

Sorrido immaginandomi in qualche assurda posizione in attesa di calmare i miei pensieri tormentati.

Afferro il cappotto ed esco di casa.

Non avendo ancora la macchina a disposizione, opto per un taxi. Mi sbraccio in lungo e largo ai piedi della strada ma nessuno sembra essere disponibile per la corsa. Dopo qualche minuto, lo vedo accostarsi.

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