Cap.19 Cedimento

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GRACE

Jason sembra essersi finalmente liberato di Claire; l'enorme vetrata che mi divide da lui ha i suoi vantaggi. L'osservo mentre lavora e devo dire che contro ogni pronostico, ha un cuore sotto quell'armatura di ferro che si è costruito. L'episodio con il signor Luke lo ha confermato. È così immerso in quello che sta facendo da non rendersi conto che lo sto fissando. Con aria un po' troppo sognante, forse; ma finché non lo nota, va benissimo così. In fondo, non ha mai fatto male a nessuno fantasticare un po' su quello che è il proprio datore di lavoro.

Sento la porta aprirsi di colpo. Sobbalzo improvvisamente, leggermente spaventata.

«Sei forse impazzito?», urlo.

«Mi scusi signorina Johnson. Il signor White le manda questo, dice che ne ha bisogno».

Un ragazzo vestito di tutto punto mi porge un caffè. La tazza è bollente, inalo l'odore e sorseggio un goccio.

«Questa è sua. Il signor White mi ha ordinato di comprarne una per lei, spero vivamente che le piaccia, non vorrei rischiare il licenziamento per questo piccolo dettaglio», si affretta a dire.

Rido di gusto.

«Non mi stai prendendo in giro, vero?», ironizzo.

Il ragazzo non sorride anzi, assume una posa statuaria e attende che io beva il caffè. Noto, nel frattempo, che Jason si sta godendo la scena dal suo ufficio.

Ti diverti, eh?

«Senti, come ti chiami?», chiedo, spostando lo sguardo da Jason a lui.

«George»

«Bene, George. Perché il signor White ti ha mandato qui?»

Lo vedo rilassarsi ma non troppo. Socchiude la porta e prima che possa invitarlo a sedersi, lo vedo assumere nuovamente la sua posizione statuaria.

«Mi giura che se le dico la verità non andrà a spifferarlo al signor White?»

Mi alzo e lo raggiungo. Porto due dita alle mie labbra e inizio a baciarle velocemente, in segno di giuramento.

George mi guarda esterrefatto.

«Ok... mi fido, eh!»

«Non farmi stare sulle spine, George», dico, scuotendolo energicamente.

«Il signor White le ha mandato questo – banalissimo – caffè per scusarsi dell'inconveniente con la signora Claire. Inoltre mi ha confessato che lei oggi sta divinamente, ma non solo oggi. E in più credo che se non troncherò questa conversazione in due secondi, mi licenzierà. Bye bye».

In men che non si dica esce dal mio ufficio, sbattendo la porta dietro di sé. Sorrido mentre mi accomodo nuovamente dietro la scrivania.

«Matti, sono tutti matti», bisbiglio, divertita.

Non posso credere a quello che ho appena sentito. George potrebbe diventare un ottimo alleato qui dentro, contando il fatto che non conosco ancora nessuno. In più, ho trovato qualcuno con cui poter parlare in azienda e questo è un vero miracolo.

Per quanto accoglienti, i dipendenti della White Enterprise non si fermano a fare conversazione con me. A dire il vero, non lo fanno nemmeno tra di loro. Tutto ciò mi intristisce ma per fortuna ho trovato l'eccezione. In fatto di caffè però, ha un pessimo gusto. Troppo pesante anche per una divoratrice seriale come me. Non dirò nulla per evitare di perdere l'unico amico trovato qui dentro.

Ho deciso, giocherò al gatto con il topo per un po'. Stando a quello che George mi ha confessato, il mio vestito in cashmere ha stregato Jason. Farò leva su questo per stuzzicarlo un po'. Dalle occhiate che mi lancia capisco che non gli sono poi così tanto indifferente. Ammetto, a malincuore, che non riesco a non fare lo stesso; non mi è indifferente già da un po'. E aver saputo questa cosa, ora, renderà la mia giornata lavorativa particolarmente movimentata.

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