Cap.7 Un nuovo inizio

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GRACE

Una volta fuori dall'ufficio del signor White torno a respirare nuovamente. Tra quelle mura il tempo si ferma e l'ossigeno sembra smettere di circolare nei miei polmoni. Fisso per qualche secondo il mio maglioncino e penso a quanto sarebbe stato bello poterlo indossare per lavorare proprio in questo ufficio.

Sospiro. Pensavo che sarei riuscita a strappargli un'opportunità ma così non è stato. La sua segretaria non mi sembra una tipa molto sveglia tuttavia è lei che ricopre quel posto, non io. In più, la mia auto è arrivata al deposito e non ho la più pallida idea di cosa fare per accelerare i tempi e farla tornare a casa. La mia vita, in questo momento, è un completo disastro.

«Grace, Grace!»

Mi volto e vedo il signor White correre nella mia direzione. Ha la camicia sbottonata – un po' troppo sbottonato – il ciuffo ribelle ondeggia da una parte all'altra e i suoi pantaloni leggermente attillati marcano le sue gambe allenate.

Deglutisco; inspiegabilmente il mio cuore tamburella in modo anomalo.

Cosa dovrà dirmi di così importante?

«Signor White, mi dica», lo incalzo imbarazzata.

«Per fortuna ti sei fermata», dice respirando velocemente «volevo sapere se sei ancora disposta a lavorare per me come mia segretaria», continua, riprendendo man mano fiato.

Cosa? Ho sentito bene?

«Io», mi paralizzo sul posto, stupita, «non so cosa dire».

«Potresti semplicemente accettare?», ribatte sarcastico, «In fondo, mi conosci bene, no?», continua con lo stesso tono.

Simpatico, ha usato le mie stesse parole contro di me.

Assumo una posizione elegante, porgendogli la mia mano. Spero vivamente che non sia sudata in questo momento.

«Signor White, speravo che me lo chiedesse. Sono davvero felice, grazie», rispondo con tono educato.

Una luce attraversa i suoi occhi; restiamo fermi per qualche secondo l'uno difronte all'altro. Un leggero venticello fa ondulare i miei capelli, porto una ciocca dietro l'orecchio e noto che sta seguendo ogni mio gesto con lo sguardo.

«Se non c'è altro, io andrei», mi affretto a dire, imbarazzata.

«Puoi andare. Domani mattina passa dall'ufficio per concordare i termini del contratto. Ti aspetto alle nove, puntuale per favore», risponde con tono serio.

Annuisco sorridendo leggermente. C'è solo un piccolo problema: non mi sono dimessa dal Luxury.

«Signor White, un'ultima cosa», cerco di mantenere una calma apparente mentre dentro muoio per l'ansia, «Non ho avuto modo di presentare le mie dimissioni. Lo sa come funziona, no? Ho bisogno di tempo. Non posso venire qui senza lasciare un preavviso al Luxury», sparo a raffica ogni parola, impaurita dal fatto che possa decidere di ripensarci ora.

Il signor White si avvicina a me e appoggia la sua mano sulla mia spalla delicatamente. Il mio corpo sembra essersi congelato sotto al suo tocco; questa vicinanza è troppo anche per me.

«Non preoccuparti, Grace. Risolveremo tutto ciò che c'è da risolvere con il signor Joe», risponde con voce morbida.

Il suo sguardo penetra la mia anima; il mio stomaco è in subbuglio e inizio a sentire caldo. Troppo caldo.

«Grazie, signor White. Cercherò di non deluderla», incalzo velocemente «a domani», concludo.

«Non lo farai, Grace. A domani».

Mi volta le spalle tornando così in azienda. Rimango ferma sul ciglio della strada e penso a quanto sia stata fortunata; la mia vita è cambiata nel giro di una giornata lavorativa. Sono felice, incredula.

Ho voglia di condividere questa notizia con Kelly.

«Kelly, ho una bella notizia da darti!»

Dall'altro capo del telefono sento Kelly sorridere.

«Hai forse vinto un mucchio di soldi al casinò?»

«Scema! Il signor White ha deciso di assumermi!», dico entusiasta.

«Cosa?! Stai forse scherzando?»

L'incredulità di Kelly mi fa sorridere.

«No, non sto scherzando. Ci credo a stento anche io», ammetto sognante.

«E come farai con il vecchio lavoro? Sai bene che la clausola dei quindici giorni ti proibisce di lasciare il lavoro da un giorno all'altro».

«Ci penserò», dico, «intanto, dobbiamo festeggiare», continuo felice.

«Va bene, ti aspetto al solito bar».

Kelly riattacca e con una strana felicità nel cuore mi incammino verso il bar sulla ventesima.

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