GRACE
«G-G- Grace», balbetta, alzandosi, «non ti aspettavo qui a quest'ora».
Mantiene lo sguardo fisso su di me mentre si avvicina con passo lento.
«Vero?», scoppio a ridere, «anche io non mi aspettavo che tu giocassi così sporco alle mie spalle», torno seria, incrociando le braccia al petto.
No, non sono nervosa, sono FURIOSA. Non riesco a controllare il senso di rabbia che pervade il mio corpo ora. Ticchetto nervosamente con le dita sulle braccia, convinta che questo gesto possa eliminare un po' dell'ansia che mi ritrovo in corpo. Ma ovviamente, il tutto è inutile.
Jason si avvicina a me cercando di ottenere un tipo di contatto fisico che non voglio concedergli, non ora. Che sia una semplice pacca sulla spalla o una carezza poco conta; sono troppo alterata.
Mi scosto leggermente, allontanandomi da lui.
Abbassa la mano, rassegnato. Lo vedo ricomporsi nel giro di pochi secondi; lascia la giacca sulla poltrona e si poggia su di essa, sedendosi su un bracciolo.
La camicia bianca infilata nei pantaloni stretti ed eleganti, cade perfettamente su quelli che sono i suoi muscoli. Ho modo di osservarlo meglio e devo dire che, aldilà di tutto, è davvero un bell'uomo. I suoi capelli arruffati testimoniano il fatto che la giornata non è stata una delle più tranquille. Il suo viso è stanco, mi guarda con occhi di chi vorrebbe essere altrove... immerso magari in una bella jacuzzi. Le sue labbra screpolate e tagliate dal vento implorano di essere risanate, magari da un bacio o da altro.
Grace, la tua mente sta volando troppo.
Scaccio via quei pensieri. Non posso permettere al mio inconscio di prevalere su quella che è la realtà. Il signor White o, meglio, Jason, ha giocato alle mie spalle. Mi sento presa in giro e non credo di essere mai stata così arrabbiata prima in vita mia. Ero convinta che almeno lui fosse diverso.
«Credevi davvero che non lo venissi a sapere?», chiedo, infastidita.
Accenna un sorriso.
Cosa diavolo ha da sorridere?
Mantengo il contatto visivo nonostante la mia voglia di volgere lo sguardo altrove sia altissima. Non voglio dargli questa soddisfazione, però. Non posso.
«Dovresti rilassarti. Per quanto tu sia bella anche in questo stato, il broncio non ti dona. Pensavo fossimo amici», dice con tono fintamente scioccato.
«Sono già rilassata, anche troppo», prendo una pausa, «potrei sapere il motivo per cui tu hai deciso di agire al posto mio? Se credi che sia così facile vivere la mia vita, indossa le mie scarpe e continua tu il mio percorso», alzo la voce, «non ne posso più di avere a che fare con uomini arroganti e presuntuosi come te».
Non mi rendo conto di essere andata oltre anche se – al momento – questo è ciò che penso di lui. È convinto, forse, che con il denaro si possa comprare tutto ma... non è così. Per lo meno io non posso essere 'comprata'.
Jason mi guarda allibito. Non risponde alla mia provocazione ma continua a fissarmi. Il suo sguardo emana sicurezza, anche troppa.
«Non hai niente da dire a riguardo?», insisto.
Voglio che mi risponda. Pretendo che lo faccia.
Continua a rimanere in silenzio, limitandosi a fissarmi. Bene, è giunto il momento di andare via. Non prima di aver sganciato la bomba però.
«Sono venuta qui per dirle che non ho nessuna intenzione di lavorare al suo fianco. Preferisco sgobbare altre dieci anni tra le mura del Luxury e non al fianco di un uomo poco chiaro e opportunista come lei».
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Fate or chance?
Romance(COMPLETA E IN REVISIONE) La White Enterprise è una delle più grandi aziende di cosmetici presenti sul territorio di Chicago. Ogni ragazza della città sogna di poter lavorare per il giovane White ma, il rampollo della nota famiglia, ha delle aspetta...