Cap.8 Cin

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GRACE

«Ecco la mia collega preferita che presto non sarà più la mia collega!»

Kelly si alza e mi viene incontro con un sorriso a trentadue denti. Il suo entusiasmo mi lascia senza parole.

«Non sforzarti a contenere la tua tristezza», ironizzo.

«Come potrei esserlo? Finalmente dirai addio ai piedi doloranti e a quell'aria stanca che non ti si addice», ribatte solare.

Ci accomodiamo entrambe e ordiniamo da bere.

«Un gin lemon per me, con poco ghiaccio e un gin tonic per la signorina», dico velocemente.

Kelly mi guarda perplessa.

«Vuoi farmi ubriacare?»

«Dobbiamo festeggiare, no? Al diavolo il Luxury, finalmente posso vivere come ho sempre desiderato», ribatto con tono che trasuda felicità.

«Frena l'entusiasmo, non è ancora detta l'ultima parola», mi fa notare, assumendo un'espressione seria.

Non ho nessuna intenzione di lasciarmi sconvolgere da Kelly e dalla sua eccessiva razionalità. So bene cosa c'è in ballo, non sono una sciocca sprovveduta. Tuttavia, credo proprio che il signor White sappia il fatto suo. Non mi sembra uno di quegli uomini che parla per il gusto di farlo; se mi ha detto che risolveremo la questione, significa che lo faremo. Dopo quello che ci siamo detti stamattina, ho grande fiducia in lui. Forse più del dovuto, è vero. Ma preferisco questo alla tristezza infinita che mi aspetterebbe se il signor Joe decidesse di mettermi un cappio al collo.

«Vedrai che riuscirò a metterci una pietra sopra», prendo una pausa, «cin», continuo, alzando il bicchiere.

«Cin», ribatte.

Mi sorride e finalmente capisco che ha abbandonato l'idea di farmi il terzo grado almeno per i prossimi dieci minuti.

JASON

L'arrivo di Grace in ufficio mi ha completamente destabilizzato. Continuo a pensare a lei, alla sua pelle, al suo profumo. Contemplo il panorama affacciato dalla finestra del mio ufficio, mentre sorseggio un buon whisky irlandese. È un regalo di Claire, quella donna conosce bene ogni singola parte di me. Anche troppo bene.

Accendo il laptop per leggere le ultime email della giornata. Il pensiero di Grace invade la mia mente, immergermi nel lavoro forse mi aiuterà a liberarmene. Le email sono più di un centinaio e provengono da ogni parte del mondo. Fortuna che ho una buona conoscenza dell'italiano e dello spagnolo, non saprei come avrei potuto lavorare senza. Spagna e Italia sono i Paesi in cui i miei prodotti hanno maggior riscontro positivo. Profumi, cosmetici, gioielli; la felicità di una donna è assicurata con la White Enterprise. Mi occupo di tutto personalmente; non c'è prodotto che venga immesso sul mercato senza la mia approvazione. Supervisiono ogni passaggio, seguendo il mio team in ogni passo. È vero, è un lavoro stressante. Tuttavia, sono stato cresciuto ed educato per questo. So cosa faccio e modestamente lo faccio anche bene. Il mercato non ha più segreti per me a differenza mia che sono ancora in grado di dare del filo da torcere ai concorrenti senza scoprire eccessivamente le mie carte.

Annoto alcuni appuntamenti, declino inviti di minore importanza e ne rimando altri. Non ho nessuna voglia di trascorrere il Natale in un posto che non sia casa. Fortuna che presto avrò una segretaria che farà tutto questo al posto mio, non ne posso più di dovermi trattenere in ufficio fino a tardi. Ecco, se proprio c'è una cosa che "detesto" del mio lavoro, è questa.

A proposito della 'questione' segretaria, devo assolutamente organizzare il lavoro di Grace. O almeno... devo provarci. Dovrà seguirmi in ogni luogo, dovrà programmare le mie giornate e dovrà entrare subito nell'ottica aziendale. Non le chiederò di tenere i miei ritmi a pieno ma esigerò un lavoro quasi impeccabile. Il contratto è già pronto, non le resta che firmarlo. Anche se c'è ancora la questione licenziamento in sospeso. Potrei passare dal Luxury domani all'ora di pranzo, così da poter dare una 'spinta' a questo licenziamento. O forse dovrei lasciarla fare. Per quel poco che ho conosciuto, non la prenderebbe bene. Meglio restare in panchina, per ora.

Spengo il pc, afferro la giacca ed esco dall'ufficio. Il bello di essere il capo è proprio questo: arrivo per primo e vado via per ultimo. All'uscita dell'azienda trovo una berlina nera ad aspettarmi: è Claire.

«Salta su!»

«Cosa ci fai qui a quest'ora?», chiedo con tono piuttosto annoiato.

«Muoviti, non farmi prendere freddo», mi zittisce.

Faccio come dice anche se controvoglia.

Spero solo che non provi a fare uno dei suoi giochetti.

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