Cap.16 Aria

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GRACE

«Grace! È più di un'ora che ti aspetto! Ma cosa diavolo hai combinato?»

Kelly ha i nervi a fior di pelle.

«Lo so, lo so. Hai ragione. Ho avuto un piccolo imprevisto», mi giustifico sorridendo.

Kelly aggrotta la fronte. È visibilmente offesa per il mio eccessivo ritardo. Tuttavia, so che il suo broncio durerà giusto il tempo di entrare nel bar e accomodarci.

«Dai, Kelly! Non fare così!», le do un buffetto amichevole sul braccio, «capita a tutti, anche alle persone perfette come me!», concludo, ironizzando.

La mia (finta) aria soddisfatta fa sorridere Kelly. Ci sono riuscita, ho rotto il ghiaccio nel modo corretto. Ammetto che mi succede raramente ma, ringrazio ancora una volta la mia faccia tosta per avermi salvato da una situazione spiacevole.

«Allora? Entriamo? Non vorrai mica che il mio naso si congeli», dico, stringendomi in un abbraccio per ingannare il freddo.

Kelly mi fa strada in quello che è un tipico bar americano non molto frequentato. L'aria natalizia qui la si può già percepire. Delle lucine sono appese all'esterno mentre all'interno ghirlande sfarzose agghindano i finestroni e il bancone. Sui tavoli, invece, composizioni di palline e candele rendono tutto più accogliente. Ci sediamo al centro e ordiniamo due caffè in tazza grande e una ciambella divisa in due. Kelly ha già fatto colazione, è mattiniera e soprattutto attenta all'alimentazione. Io sono una pigrona se paragonata a lei ed in più – stanotte – non ho chiuso occhio.

«Allora Grace, come è andata con Mr. muscolo?»

Kelly strizza l'occhio e sorride in modo sciocco alludendo a un qualcosa che non è mai esistito e – probabilmente – mai esisterà.

«Innanzitutto si chiama Jason, Kelly», dico con tono tranquillo.

«Ah, Jason. Adesso gli dai anche del tu», mi incalza subito, ammiccando.

«Dai Kelly, sii seria», prendo un respiro profondo prima di continuare, «a quanto pare ha pensato a tutto lui. E io sono tremendamente infastidita da ciò», continuo con tono duro.

Kelly mi guarda con un'espressione che sembra dirmi:" non posso crederci, lo hai detto per davvero".

Non riesco a capire se sia più shockata o contrariata da quanto appreso.

«Come sarebbe a dire, Grace? Per settimane non hai fatto altro che ripetere quanto sarebbe stato bello lavorare per il signor White e ora che puoi, cosa fai? Ti tiri indietro?», borbotta leggermente alterata.

Kelly ha tutte le ragioni del mondo per parlarmi in questo modo. Per settimane non ho fatto altro che lamentarmi dei miei piedi doloranti, dello stipendio troppo basso e di un mucchio di altre cose. Forse Jason ha solo accelerato il processo ma, comunque, non mi è piaciuto il suo modo di agire. Avrei preferito essere avvisata o quantomeno avrebbe potuto coinvolgermi in modo attivo.

«Kelly, non dico che mi sto tirando indietro. Semplicemente avrei preferito un comportamento diverso da parte sua nei miei confronti. Non mi piace che si giochi alle mie spalle e tu questo lo sai bene», affermo.

«Avresti accettato la sua proposta se ti avesse detto la verità?», chiede spontaneamente guardandomi negli occhi.

Esito. Questa domanda proprio non me l'aspettavo.

«No, non credo», ammetto sincera.

«Visto? Comunque non avresti accettato le sue decisioni!», picchia con una mano sul tavolo, «giuste o sbagliate, lo avresti comunque condannato. La verità è che tu ora – per qualche strano motivo che ignoro – stai facendo i capricci. La tua cadillac marcirà in quel deposito se continuerai a evitare le tue responsabilità», mi ammonisce.

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