Incontriamoci in un sogno (parte II)

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Carina POV

Sono tutta intorpidita, un'atmosfera irreale mi circonda. Sento molte voci intorno a me, ma non ne distinguo nessuna. Le parole non sono chiare e non riesco ad aprire gli occhi per capire chi sta parlando. D'improvviso però sento un leggero tocco sui miei piedi, come se qualcuno mi stesse facendo il solletico. Si, me lo stanno sicuramente facendo. Di scatto apro gli occhi e... lo vedo lì, in fondo al mio letto.
"Che ci fai tu qui? Vuol forse dire che..." il suo sorriso, quanto mi manca.
"Quando eravamo piccoli era l'unico modo per farti svegliare. Ti facevo sempre il solletico sotto i piedi. Te lo ricordi?" mi risponde Andrew guardandomi negli occhi e non smettendo di ridere.
"Andrea... ma che sta succedendo?".
"Sono venuto a trovarti Carina. E poi volevo conoscere la mia nipotina".
Oddio... è vero, il mio bambino è nato. È una femmina...
"Dai su, alzati da questo letto e andiamo a fare una passeggiata".
"Ma che stai dicendo? Non posso.. non ce la faccio...".
"Vuoi scommettere?" mi dice porgendomi una mano.
L'afferro e mi alzo come se non ci fosse nessun problema.
Sempre tenendo stretta la sua mano mi giro e vedo Maya con la testa posata sul letto e con le mani strette alla mia. Qualche passo più in la c'è una culla. Non riesco a vedere bene la mia bambina, è completamente avvolta dalle coperte, spunta solo un cappellino rosa e nella targhetta si legge solo "Baby DeLuca", il peso e la lunghezza.
"Aspetta, voglio vedere bene mia figlia. Ti prego, fammela guardare".
"Non adesso, avrai tutta la vita per goderti quella bambina. Dobbiamo andare".
Ammetto di essere confusa e forse anche un po' spaventata, ma sono con mio fratello ed è un momento che voglio godermi fino in fondo.
"Mi manchi tantissimo, lo sai?".
"Lo so... lo so... Ma io sono sempre con voi. Non te l'ha detto tua moglie? Wow... non posso credere di dire questa cosa: mia sorella che è riuscita a portare avanti una relazione per più di tre mesi e si è addirittura sposata. Incredibile!".
Gli do una pacca sulla spalla ed entrambi ridiamo.
"Hai visto, dovresti essere fiero di me. E poi me l'hai sempre detto che Maya era la persona giusta. Oppure sei geloso?".
Lo vedo rabbuiarsi, forse anche in questa dimensione parallela soffre per non esserci più e per aver perso l'occasione di vivere fino in fondo la sua relazione con Meredith.
"Scusa... non volevo...".
"Tranquilla, io sto bene. E poi sai, sono riuscito anche a salutarla prima che la mamma venisse a prendermi".
"La mamma? Sei con lei adesso?".
"Certo. E non sai quanto è felice al solo pensiero che tu abbia appena avuto un figlio. Forse un nipotino se lo aspettava più da me, però è al settimo cielo. Letteralmente".
Non ci posso credere, più questa conversazione prosegue, più mi sembra impossibile... Forse ho avuto un danno cerebrale, forse il sangue non è più arrivato al mio cervello per troppo tempo.
È tutto così assurdo e irreale allo stesso tempo che faccio fatica a darmi una spiegazione.
"Dove mi vuoi portare?".
"Un po' di pazienza, adesso vedrai".
Camminiamo attraverso i corridoi dell'ospedale, in giro non c'è nessuno e non si sente nessun rumore.
Improvvisamente ci fermiamo davanti ad una porta, Andrew fa per aprirla e io gli stringo più forte la mano. Non so perché ma ho una forte sensazione di paura.
"Stai tranquilla Carina, fidati di me".
Sicuramente ha percepito il mio stato d'animo, ma non se ne cura e spalanca la porta. Come se fosse un riflesso incondizionato chiudo gli occhi.
"Guarda" mi dice.
Ancora non riesco ad aprire gli occhi, ma un vento caldo e leggero mi accarezza il viso, sento il rumore del mare e la sensazione della sabbia sotto i piedi. Mi faccio coraggio e lentamente apro un occhio e poi l'altro.
"Ti ho portata sulla nostra spiaggia, a San Lorenzo. Sei contenta?".
Non ci posso credere, questo dev'essere sicuramente un danno cerebrale, ma di quelli forti.
"È incredibile... ma come ci siamo arrivati?... com'è possibile che siamo qui?".
"Nei sogni, soprattutto in quelli belli, tutto è possibile Carina. Guarda cosa hai fatto tu: per tutta la vita hai sognato di avere un figlio e adesso c'è una bellissima bambina che sta aspettano il tuo risveglio. E poi non vorrai lasciare Maya da sola ad occuparsi di lei? Voglio dire, è una brava ragazza, ma non è ancora pronta per questo".
Le sue parole sono come macigni nel mio cuore, lo so che non posso lasciarle sole, ma ancora non riesco a risvegliarmi.
Passeggiamo a lungo sulla battigia, sempre mano nella mano, mi manca così tanto mio fratello. Siamo stati separati per la maggior parte della nostra vita e quando finalmente ci eravamo ritrovati mi è stato strappato via un'altra volta...
"Perché sei venuto da me Andrea?".
"Te l'ho detto, sono venuto a trovarti e a conoscere la bimba... E poi devo darti una smossa perché tu ti decida a svegliarti e a tornare a casa con la tua famiglia".
"Lo vorrei tanto... Ma non ci riesco...".
"Devi farlo per loro Carina, devi mettercela tutta. Io ho fiducia in te. Lotta con tutte le tue forze, lo so che ce la puoi fare".
D'improvviso una voce, c'è qualcuno che sta gridando i nostri nomi. Ci giriamo entrambi. In lontananza c'è una figura, sembra una donna. 
"Mamma...?".
"Hai visto, ti ho portato da lei" mi dice Andrew facendomi l'occhiolino.
Lascio andare la mano di mio fratello e corro verso mia madre. È come se le forze mi fossero tornate e in un attimo la raggiungo, l'abbraccio e non riesco a trattenere le lacrime.
"Mamma... mamma...".
"Oh la mia bellissima bambina che ha appena avuto una bimba. Figlia mia, quanto mi manchi!".
"Anche tu mamma... Ti penso spesso, spero che tu sia fiera di me".
"Lo sono piccola mia, lo sono. Ti chiedo scusa per essermene andata con Andrea e averti lasciato sola con tuo padre. So quanto hai sofferto e non mi perdonerò mai per questo...".
"Non preoccuparti mamma, sono una tosta e ho sempre saputo come tenergli testa".
La stringo forte a me, la sensazione del suo abbraccio è così reale.
"Adesso ti devi svegliare bambina mia. Ci sono due persone che ti aspettano e una in particolare la devi proprio conoscere" me lo dice con una dolcezza disarmante.
"Lo so mamma e io voglio tornare da loro. Ma non ci riesco...".
"Tira fuori tutta la tua grinta Carina. Tu puoi fare tutto!".
La tengo stretta a me con tutta la forza che ho in corpo, Andrew ci ha raggiunte e si unisce al nostro abbraccio.
"È ora che tu vada piccola mia, la tua famiglia ti aspetta" dice mia madre prendendomi il viso tra le mani.
A malincuore li lascio e inizio ad allontanarmi da loro.
"Ehi Carina... mi raccomando, datele un bel nome!" mi grida Andrew mentre me ne sto andando.
In un attimo la spiaggia di San Lorenzo scompare e sembra solo un ricordo lontano.
Sono di nuovo dentro una nuvola, distesa sul letto dell'ospedale.
"Lotta Carina, lotta!" continuo a urlare dentro di me.

Forever and Ever. And then...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora