Arizona Robbins

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Carina POV

"Calma Carina, calma" continuo a ripetermelo nella mente ma non sembra funzionare. Sto per salire sul palco per la mia presentazione e proprio lì, davanti ai miei occhi avrò lei, la donna che mi ha spezzato il cuore. No, non posso lasciarmi andare a questi pensieri adesso, devo concentrarmi.
Riguardo i miei punti, un bel respiro e si va.

Ho ricevuto molti applausi, non credevo che uno studio sugli effetti positivi dell'orgasmo femminile a livello medico potesse riscuotere un tale successo. Per tutto il tempo che ho parlato ho cercato un punto fisso nella sala, mantenendo la concentrazione ed evitando di incrociare lo sguardo con Arizona, seduta in prima fila.
Molti medici si avvicinano a me per congratularsi, sorrido a tutti, ancora non ci si può stringere la mano ma in sostanza è quello che vorrebbero fare tutti. E poi arriva lei...
"Complimenti! Ho visto nascere e sviluppare la tua ricerca ma non pensavo che riscuotesse tutto questo successo!".
È sempre così gentile e affabile ed è difficile non fare caso a quel sorriso che illumina ogni stanza in cui si trovi.
"Ti ringrazio. Sono molto soddisfatta del mio lavoro. Forse in parte dovrei ringraziare anche te, dopotutto mi hai supportata dal primo momento in cui sono arrivata al Grey Sloan".
"Che ne dici, andiamo a bere qualcosa per festeggiare il tuo successo?".
Oddio...
"Ehm... veramente dovrei fare delle telefonate e penso che Catherine Fox voglia parlare con me delle prossime tappe delle mie conferenze".
"Oh, sta tranquilla, Catherine adesso è impegnata con la dottoressa Herman e credo che non sia un problema per lei se parlate più tardi".
Non so più che scuse accampare per togliermi da quest'impasse, ingoio il rospo e decido di accettare.

Mi porta in un locale vicino alla clinica, mi ha detto di averlo scoperto appena arrivata in città e da allora è il suo posto preferito. Devo togliermi immediatamente ogni dubbio.
"Allora, come vanno lo cose qui a New York, Sofia è contenta di essere tornata a vivere con le sue mamme?".
"Sì sì, lei è contenta. Per quanto riguarda Callie invece... Le cose all'inizio andavano alla grande, ci siamo ritrovate subito, ma con il nostro lavoro è difficile passare tanto tempo insieme. Sai, io sono quasi sempre in clinica e lei è primario di ortopedia al Lennox Hill".
Credo di aver sentito una parola su due, non riesco a concentrarmi e penso solo a Maya che se mi vedesse in questo momento potrebbe impazzire.
"Oh si, bene bene, sono contenta per voi".
Allunga una mano sulla mia gamba e la posa dolcemente.
"E a te come vanno le cose? Purtroppo ho saputo di Andrew. Mi dispiace da morire Carina... Avrei voluto venire a Seattle per la commemorazione ma a causa del Covid era impossibile spostarsi. Era un bravo ragazzo e un ottimo medico".
"Si... si è stato terribile. Per fortuna ho sempre avuto Maya al io fianco".
"Maya?".
"Sì, Maya, mia moglie".
"Ma non mi dire, ti sei sposata?" mi dice con un tono un po' troppo sorpreso. Evidentemente alla mia fede non ha proprio fatto caso. Maledetta me e alla mia mania di portare sempre troppi anelli!
"Qualche mese fa. Siamo molto felici".
"Bene, sono contenta per te. E lei dov'è adesso? Non ti ha accompagnata?".
"No, è rimasta a Seattle, è un capitano dei vigili del fuoco. L'ho conosciuta poco dopo che te n'eri andata ed è stato amore a prima vista".
"Hai fatto presto a dimenticarmi...".
"Sì, cioè, no..." non riesco ad uscirne e quella maledetta mano sulla mia gamba mi distrae sempre di più.
"Carina, va tutto bene?".
"... no, in questo momento mi stai rendendo le cose molto difficili. Quando te ne sei andata mi hai spezzato il cuore e ho sofferto molto. Ho voltato pagina, non è stato facile e adesso... eccoti qui. E tutto quello a cui riesco a pensare è la tua dannata mano sulla mia gamba e a cosa penserebbe mia moglie se entrasse dalla porta in questo momento".
Le parole mi escono di bocca come un fiume in piena, non riesco a fermarmi.
"Arizona tu mi hai ferita, sei passata dallo stare con me a flirtare apertamente con la tua ex moglie, ci sei tornata insieme e adesso? Che stai facendo?".
"Tranquilla, tranquilla. Non voglio fare assolutamente niente. Non sapevo che tu stessi con un'altra persona, pensavo solo che potevamo ricordare i vecchi tempi...".
"Non sto con un'altra persona, sono sposata. Con una donna che mi ama e che ha stravolto la sua vita per stare con me. Questo è amore".
Improvvisamente toglie la mano dalla mia gamba e abbassa lo sguardo.
"Hai ragione, scusami. Sai, mi sono sentita un verme per il modo in cui ti ho lasciata. Provavo un sentimento vero per te, ma ho dovuto fare una scelta e ho scelto la felicità di mia figlia".
Adesso sono io che mi sento uno schifo.
"Ok, ascolta, facciamo finta che tutto questo non sia successo. Finalmente ho trovato la felicità, io amo da impazzire mia moglie e non voglio in nessun modo farla soffrire. Adesso scusami ma devo proprio andare. Buona serata Arizona e complimenti per il lavoro che fai qui nella tua clinica".
Senza darle il tempo di replicare mi alzo ed esco dal locale.
Finalmente mi sono liberata, respiro a pieni polmoni l'aria gelida di New York e tiro fuori il telefono dalla tasca.
Due squilli e finalmente la pace, la voce di Maya.
"Amore mio ciao! Com'è andata la prima conferenza?".
"È andata benissimo, ho avuto un sacco di applausi. Avrei tanto voluto che tu fossi stata qui con me. Mi manchi da morire...".
"Anche tu mi manchi. Purtroppo qui la situazione è sempre un casino e dai piani alti non hanno ancora deciso chi sarà il nuovo capitano della 19. Non credo che riusciremo a vederci prima del tuo ritorno...".
Me lo immaginavo, ma capisco che non posso farle perdere dei giorni di lavoro per averla al mio fianco.
"Non ti preoccupare, lo capisco. Ci sentiamo domani. Ti amo".
Riaggancio in fretta il telefono, quasi senza darle modo di salutarmi. In questo momento avrei voglia di piangere per il peso che mi sono tolta dal cuore dicendo una volta per tutte addio ad Arizona. Però allo stesso momento un timido sorriso si fa largo sul mio viso. Ho capito quanto amo Maya, quanto conti solo lei nella mia vita adesso. Non ci sono più scheletri nel mio armadio.
Torno verso l'hotel, ho voglia di camminare e la città che non dorme mai è la mia perfetta compagna di strada.

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