-Atto VIII-

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"Beams of Darkness."

...

Novembre 2004,

Passarono due giorni dall'attacco al Parlamento.

Dopo l'accaduto vennero apportate censure verso i media da parte del Wizengamot e il governo babbano, vennero apportate delle restrizioni verso possibili scioperi. Venne eliminato da qualsiasi schermo, radio e giornale il messaggio ribellistico dell'assassino, per sterminare dalla radice qualsiasi idea d'appoggio da parte del popolo.

Shacklebolt non rispose mai alle accuse dell'ex Mangiamorte e, sebbene quest'ultimo non si fosse mai riferito esplicitamente al Ministro, i maghi intuirono che egli avesse una gran fetta di colpa. Ma ignoravano la faccenda, rispettavano e conoscevano la benevolenza di Shacklebolt. Sapevano che era solo una pretesta per farli mettere contro, e s'incentrarono sul vero nemico e l'obiettivo principale.

La paura, è l'arma più potente.

Ma nonostante tutto, nonostante il Parlamento distrutto, nonostante il 5 Novembre passato, nonostante l'assassino ancora in piedi, la vita continuava. La convivenza con Malfoy per Hermione durante quei due giorni era stata particolarmente assente, a parte per alcune regole casalinghe apportate e gli spazi ben divisi. Aveva palesemente bluffato sulla parola, sull'atteggiamento, ed Hermione non aveva alcuna voglia di intraprendere qualsiasi contatto comunicativo con Malfoy, né prima e sopratutto ora.

Si alzava di buon'ora e, con la scusa di doversi esercitare un minimo per il nuovo compito affidatole, si materializzava al Ministero desertico e si chiudeva nella sala d'addestramento, usciva solo per ricongiungersi con gli altri e presenziare allo studio del piano. Malfoy, dal canto suo, aveva che da fare al Ministero. Si era guadagnato il suo bel posto nel gruppo maschile e, malgrado la denigrazione che ancora riceveva dai vari Auror, si poteva dire che soddisfaceva eccellentemente le necessità che gravavano in quel momento.

Il mattino del 7 Novembre Hermione seguì la sua solita routine, con le nuove regole apportate Malfoy si era aggiudicato il bagno nell'ora mattutina, quindi non ebbe neanche bisogno di incontrarlo. Si strinse la cintura del cappotto attorno alla vita, si sistemò la coda nodulosa e lanciò un ultimo sguardo alla porta del bagno, poté vedere la scia della luce accesa dalla fessura inferiore dello stipite. Uscì.

Non appena aprì il portone d'entrata sentì sulla pelle la pungente brezza autunnale, lasciò che le carezzasse le guance prima di stringersi nelle spalle. Si guardò attorno, guardò le finestre e i cancelli dell'isolato. Incontrò gli sguardi vacui dei residenti spostare le tende impauriti. Nonostante l'arresto delle news, il Wizengamot non poteva eliminare la memoria della vista del mondo magico a mezza Londra Babbana, e le voci giravano. Streghe e maghi, assassini e imbroglioni. La gente aveva paura persino dei loro stessi occhi ormai, sfiduciata dal loro stesso governo.

Hermione riportò sconsolata lo sguardo verso il basso, sospirò e si materializzò al Ministero davanti a quegli stessi occhi, ormai era inutile nascondere. Raggiunse a gran falcate l'interno per immergersi nel torpore dato dai verdastri focolari, superò l'atrio e arrivò velocemente al Quartier Generale. Si chiuse nell'enorme sala d'addestramento e, dopo essersi tolta il cappotto per restare con una pratica maglietta a maniche corte, spinse con lo stivale un manichino, lo fece scivolare verso altri tre e li incantò.

I manichino centrale aprì gli occhi anonimi, le decifrò il volto. "Hermione Jane Granger," disse meccanicamente. "Scelga l'arma contro cui si vuole battere e il livello. Dica "pronto" non appena ha finito."

"Armi bianche, livello: veterano," rispose lei. Un varco si aprì alla sua destra, ne uscì una teca vetrata con all'interno dispositivi bellici incantati d'ogni tipo. Pugnali, spade, spadini, katane, scimitarre e chi più ne ha più ne metta.

Revelio | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora