-Atto IX-

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"With me...or Without."

Novembre 2004,

Quando Hermione si smaterializzò dinanzi all'entrata principale del Night Club erano le 22:30 p.m. Si guardò attorno, e si stupì del totale contrasto attorno a sé.

L'Infernos era situato nel quartiere di Lambeth, esattamente sulla strada principale di Clapham High Street. Tutti i magazzini attorno erano serrati, bui, così come l'intera strada desertica. Il coprifuoco era effettivamente passato da un pezzo, e nessuno si sarebbe mai dovuto opporre alla regola.

Nessuno, tranne l'Infernos.

Hermione frequentava a malapena quella strada, figuriamoci quei posti. Ma conosceva la reputazione dell'Infernos, sapeva che i proprietari fossero persone influenti nella comunità londinese, e aveva sentito di quanto fosse a circolo chiuso. In poche parole Blair aveva concesso loro la possibilità d'apertura anche durante gli orari inaccessibili agli altri, con la garanzia di una giusta sicurezza per i membri.

Ma Hermione sapeva anche che quella copertura non era stata affatto solo una legittima richiesta, come le era stato detto, di certo Blair aveva richiesto un prezzo verso quella gentile concessione. Nella sua mente legittima richiesta divenne inevitabilmente minaccia, una minaccia politica...un tornaconto. I tornaconti per Hermione non erano né giusti né sbagliati, erano semplicemente utili per chi aveva la possibilità di sfruttarli.

Dare e avere, la vita era quello dopotutto. Nessuno da niente per niente.

"Accidenti, maledetto abito!" sbraitò una ruvida voce femminile in lontananza.

"Beh se continui a correre così Angelina, ci credo che il vestito si alza," soggiunse una vocina più delicata.

"Vestito? Piuttosto andrei da chi l'ha confezionato e gli darei un ceffone in faccia," ribatté un ulteriore voce. "Insomma, non che criterio può chiamarsi vestito questo? Dopo questa Neville sicuro mi lascia," farfugliò lamentosa.

"Siamo solo abituate alle pratiche tute degli Auror Hannah, se fossimo state ragazze normali li avremmo indossati di certo...una volta o due," ritornò la voce delicata.

"Parla per te Lavanda, io non lo indosserei neanche se fosse l'ultima scopata della mia vita," sputò un'altra voce ancora.

"Ora lo stai indossando," borbottò Lavanda.

"Ora—" incise la voce precedente. Hermione le sentì più vicine, e riuscì a decifrare la voce di Ginny. "—C'é una priorità, non conta."

La riccia si girò con attenzione, non vacillò neanche per un attimo. Vide avvicinarsi Angelina, nel suo bell'abito blu notte, trasportata da Lavanda e Hannah. Capì, dal solo modo di traballare di Angelina, che neanche lei si trovasse nel pieno del suo habitat, ma doveva ammettere che era davvero bella, sembrava una pantera ricoperta di cielo notturno. Lo stesso valeva per le altre tre.

Lavanda aveva un vestito bianco, che si intrecciava al décolleté armoniosamente, le comprimeva le belle forme femminili che aveva perfettamente, enfatizzando i colori chiari della sua carnagione e il biondo dei suoi capelli. Hannah aveva invece un abitino borgogna, di velluto. I suoi capelli biondo-rossiccio erano raccolti in un ampio chignon, le sue labbra accentuate dal medesimo colore dell'abito. Ginny era l'unica libera. Si muoveva con tale souplesse da rendere quell'abito rosso ancora più bello. Fiammeggiante e sicura. Hermione non sapeva che Ginny fosse così spigliata sui tacchi, l'aveva sempre vista con abiti pratici, o a scuola nei panni di cacciatrice, di certo non si aspettava di trovare una donna di quella portata sotto la copertura grintosa che aveva sempre mostrato.

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