-Atto VI-

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"Pandora's Box."

...

Novembre 2004,

Hermione si sporse in avanti per superare gli altri Auror, e si accovacciò verso una scatola di cartone ben impacchettata. Il magazzino del Parlamento ne era pieno, pieno zeppo di quelle scatole enormi.

"Scatole?" Chiese Angelina sbuffando. "Ci avete chiamato per delle scatole?" Il suo tono era tagliente.

Il primo Ministro si schiarì la voce. Era un uomo dalla rigida conformazione facciale, e l'atteggiamento professionale. Tony Blair, Hermione ricordava che in quell'anno governava Tony Blair.

Si girò verso Angelina, e iniziò a gesticolare verso lei. "Miss..."

"Johnson," rispose lei.

"Sì, Miss Johnson," ripose le braccia dietro la schiena. "È stato già per noi un grande sforzo chiamare il Ministero...magico," si trascinò sulla parola, guardò gli Auror di sottecchi diffidente. Maghi, Streghe, quale assurdità?

Tutti gli Auror lo fissarono contriti. Lui si sistemò la giacca nervosamente. "Quello che voglio dire è che non era mia intenzione disturbarvi. Mi scuso."

"Nessun disturbo Mr. Blair," rassicurò Shacklebolt freddamente. "Siamo entrambi Ministri, e tra di noi bisogna aiutarsi. Abbiamo fatto un patto no? Riservatezza totale sulle nostre abilità e protezione per il suo popolo," delucidò.

Blair annuì. "Chiaro," confermò. Con un sospiro ritornò alla faccenda delle scatole, si rivolse ad Angelina. "Dunque, la situazione è questa. Non sono le scatole a farci paura Miss, bensì il fatto che ci sono arrivate stamattina senza alcun preavviso e senza alcuna autorizzazione. Per quanto ne sappiamo potrebbe esserci anche polvere da sparo o qualunque genere di composto esplosivo all'interno."

Hermione deglutì. Si rialzò e indicò una delle scatole. "Quindi non le avete aperte?"

Il Ministro babbano scosse il capo repentinamente. "Assolutamente no. Abbiamo chiamato al "New Scotland Yard", ma ci hanno detto di non aprirli assolutamente fino al loro arrivo."

Shacklebolt si guardò attorno. "A che ora li avete chiamati esattamente?"

"Questa mattina, appena ci sono arrivati questi—strani pacchi," rispose l'altro, gesticolando rabbiosamente verso le scatole.

"Oh e...dove sono questi poliziotti?" Domandò Dawlish con fare inquisitorio. "Dovevano essere già qui da un pezzo..." tirò un mordace sorriso.

Blair s'irrigidì. Bisognava ammettere che tra la polizia babbana di Londra e gli Auror magici, c'era una bella differenza di professionalità. L'uomo fece per ribattere ma Ron si accovacciò nuovamente verso la scatola e sfiorò lo scotch su di essa.

"Ma—adesso siamo qui, apriamola," consigliò. "Se fosse una bomba noi maghi potremmo disinnescarla in un pungolo di bacchetta. Sarebbe meglio giusto?" Si girò verso i suoi per chiedere conferma.

Harry scosse il capo. "È troppo rischioso. Potrebbe non essere un babbano e conoscere tecniche magiche che metterebbe a rischio anche noi."

Hermione abbassò il capo e si morse il labbro. Già, non era un babbano.

Si tirò indietro e si accostò a Malfoy che se n'era stato da parte da quando erano arrivati. Cercò una soluzione. Lo guardò e mentre gli altri discutevano decifrò il suo sguardo fermo sulla scatola. Rifletteva.

"Consigli?" Chiese Hermione a bassa voce.

Malfoy alzò lentamente le iridi, e la guardò dall'arco laterale della palpebra. Infilò la mano nella tasca e ne estrasse la sua bacchetta. La puntò improvvisamente verso Shacklebolt.

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