"Ash and Time."
...
Novembre 2004,
Hermione si sentì stringere il busto per non precipitare. La stretta di lui era forte, nervosa. Poteva sentire le sue dita guantate premere contro le sue costole, il suo busto compresso contro quello di lui. Ossa con ossa e carne con carne.
Si ancorò al braccio di lui, e alzò il collo e la mascella solo per incontrare gli occhi del suo salvatore. Grigi come quella luna luminescente.
"Malfoy—" stava per dire.
Il suono dell'accensione degli altoparlanti spezzò la sua voce già sottile e bassa. Gracchiavano alla ricerca di una voce. Hermione si guardò attorno, solo per scoprire che tutte le luci che illuminavano gli edifici si spegnevano a scaletta. Un blackout.
Anche Malfoy si guardò attorno, le sue iridi si focalizzarono su un punto fisso. L'imprevedibilità della situazione li teneva ancora legati l'una all'altra, ed erano così vicini che Hermione riuscì a cogliere il suo punto in pochi secondi.
I monitor pubblicitari iniziarono a ronzare, poi, dei flash subalterni accecarono il vicolo. Una composizione lontana, composta da archi e fiati, si librò nel centro degli altoparlanti. Sembrava così perfetta che Hermione si sentì sugli spalti del Royal Opera House, ad assistere dal vivo allo spettacolo d'orchestra. Identificò "l'Overture di Tchaikovsky."
"Spero che vi piaccia la musica."
Hermione si sentì il sangue scorrere e ribollirle nel petto, il cuore le iniziò a pulsare intensamente. Puntò l'orologio che suonò 11 rintocchi sonori. Mancava un ora al 5 Novembre.
Improvvisamente la melodia si abbassò, come a dare spazio al protagonista di entrare in scena e dire la sua battuta. I monitori si spensero solo per riaccendersi e mostrare il viso di un uomo, che viso non aveva ma una maschera fatta di bronzo e ghirigori. Era lui.
Hermione sussultò ma senza districarsi da Malfoy, non vi era tempo per focalizzarsi su ciò che vi era attorno. Né della gente che si affacciava dai balconi per vedere, né delle macchine che si bloccavano creando un traffico immenso.
Ne venne un silenzio assordante, tamburellante. Hermione riuscì a sentire il suo battito, il respiro di Malfoy. Riuscì a vedere per bene la figura del suo salvatore riflessa nel monitor, era composto nella sua seduta, rigido nel suo scuro mantello. Il mento posato svogliatamente sulle nocche coperte dai quanti, e il cappuccio che ricadeva armoniosamente sul suo volto e le sue spalle. Era in una stanza, un microfono alle labbra ferrose. Era al centro avvisi, era lì, al Parlamento.
Parve guardare prima a destra, poi a sinistra. I ghirigori argentei luccicarono sebbene la stanza in cui si trovasse fosse poco illuminata. Poi...una voce tanto metallica e sinuosa, quanto potente e profonda, capace di arrivare al cuore senza urlare, uscì da quella maschera che mai si sarebbe mossa, che non avrebbe mostrato una singola emozione.
"Oh...guarda guarda, tutti qui ad aspettare una mia parola," disse, il suo tono era sarcastico, dolorosamente divertito. Le sue parole, lente e ben studiate, erano calibrate e controllate da sospiri calmi e mai rabbiosi. "Strano non trovate? Come le cose cambino di anno in anno, di secolo in secolo. Come il volto del cattivo, possa in realtà essere simbolo di riferimento e libertà. Di vendetta, per alcuni, di possibilità, per altri. E—"
Alzò il volto, le sue scure fessure si bloccarono su un punto. Hermione tremolò, vide quasi un sorriso tirato da sotto la maschera rigargli il viso ignoto.
"—Salvezza, per molti." La guardò, ma distolse subito gli occhi. Hermione sapeva che non poteva guardarla, era una telecamera che lo riprendeva, ma si sentì comunque esposta gravemente.
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Revelio | Dramione
Fiksi PenggemarAnno 2004, post-guerra. In una società magica rastrellata dalla guerra, in una Londra distopica dove la paura divampa, i maggiori esponenti politici si sentono attaccati da una misteriosa minaccia. Il Ministero magico adotta quindi un piano per scov...