-Atto I-

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"Yellow like...Blood"

...

Novembre 2004,

5 anni dopo la battaglia.

La guerra sembrava aver marchiato violentemente le figure umane e vive. Sembrava aver lasciato un indelebile segno su quella società pencolante.

Il 2004 non sembrava essere una buona annata per la comunità magica.

In realtà per Hermione, che aveva sempre posseduto quel realismo concreto, nessuna annata per la comunità magica sembrava aver presentato caratteristiche positive.

Erano passati ormai cinque anni dalla fine della battaglia, e niente dava a pensare che il bene avesse effettivamente vinto.

Probabilmente, il corpo ormai esangue e orribilmente deturpato di Michael Corner sul ciglio della dodicesima di Woburn Walk, accertava queste già solide supposizioni.

Non c'é male senza bene, non c'é bene senza male.

Hermione rimuginò su quel dettaglio mentre teneva stretto il fascicolo degli ultimi caduti, armeggiò con la stilografica d'acciaio e tracciò un compendioso resoconto della salma rinvenuta.

Il corpo del povero Michael era stato trovato esanime sul porfido stradale, alle 11 p.m. circa. Una pozza di sangue ricopriva e inzuppava le vesti di Auror ormai ridotte a brandelli, gocciolando e imbrattando il vicolo solitario e notturno. Un orribile recisione partiva dallo sterno fino alla pancia, aprendo la tenera carne dell'ormai cereo venticinquenne, mostrandone le membra interne e disseccate.

Gli occhi sbarrati parevano di vetro, le pupille spente riflettevano quella luna biancastra e pallida quasi quanto il suo colorito.

Hermione dovette far appello a tutta la sua fermezza interna. Non tanto per la scioccante scena che si parava davanti ai suoi occhi, vedeva quel genere di prestazioni almeno una volta a settimana, il fegato le era diventato di ferro. Ma ciò che le mangiò lo stomaco fu vedere ancora una volta un suo compagno scolastico ridotto a quella maniera. L'aria stantia e puzzolente evidenziava il dettaglio del corpo in stato di decomposizione.

Non aiutava.

Esattamente un anno prima una strana e intricata successione di eventi e assassinii aveva smosso profondi dubbi al Ministero. Di morti se ne vedevano praticamente a bizzeffe certo, ma ciò che insospettì Shacklebolt, il team dei dipartimenti e il popolo magico e babbano stesso fu proprio la coincidenza delle situazioni.

Il primo punto, era che si trattava sempre di figure politiche, non importava il grado, non c'era alcun collegamento che indicasse un'ordinazione precisa delle dimostrazioni. Auror, governatori babbani, membri del Wizengamot. L'assassino, che si trattasse di un uomo o una donna, mirava di certo alla figura pubblica e giustiziera della comunità.

Quattro fin'ora, quattro assassinii. Lee Jordan, il sindaco babbano inglese, la madre di Cho Chang e Michael Corner quella stessa sera.

Il secondo punto, e forse quello più aggravante, era che le dimostrazioni si erano presentate esattamente un anno dopo la cattura di tutti i sostenitori di Voldemort. Quattro anni per scovarli e imprigionarli tutti.

L'unico collegamento plausibile poteva essere una sorta di vendetta o ribaltamento di posizione della società. Ma anche quel punto venne gravemente accantonato. Erano stati fatti innumerevoli controlli ad Azkaban, e nessuna cella riscontrava evasioni o minimi accenni a tentate fughe. Gli unici dimezzamenti erano dovuti alle morti dei prigionieri, sia per processo che per evidente disperazione.

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