"Up and Down. Down and Up."
...
Novembre 2004,
Hermione per l'intera giornata si ritrovò impossessata dall'ansia totale, con la consapevolezza che effettivamente il tempo era vicino non provò neanche un attimo a fermarsi. Lasciò semplicemente Malfoy al dipartimento Auror, e da lì partì il suo andirivieni a perdifiato. Non ci provò neanche a rimanere con le mani in mano, ebbe timore che se si fosse fermata i dubbi le avrebbero attraversato la mente, e allora le preoccupazioni le avrebbero fatto cambiare idea.
Lei non voleva cambiare idea.
Gli Auror e i vari Uffici avevano sempre qualcosa da fare al Ministero, le varie faccende che avevano tralasciato per l'indagine principale si accalcavano, e quando vi erano quegli spacchi di pausa che l'assassino gli concedeva potevano sempre appoggiarsi a quelle piccole missioni esterne che accantonavano. Le cattedre del Wizengamot erano ancora più indaffarate, la maggior parte delle loro mansioni provenivano dai vecchi maghi che, borbottanti, denunciavano gli estenuanti problemi provenienti dall'ultima scoperta dei babbani sul mondo magico.
Hermione allora, in quei lassi di tempo estenuanti, si ritrovava a girovagare alla ricerca di un lavoro da darsi. Alla fine doveva appoggiarsi alle vecchie e care mansioni che Nippy, praticamente sempre, le trovava. Gli elfi erano creature perennemente indaffarate, era impossibile trovarli con le mani in mano, e quando Hermione non aveva niente da fare s'infiltrava nei loro angoli per mostrarsi utile.
Nippy, al Ministero, prese il posto di colei che ad Hogwarts era chiamata Winky. Non seppe dire con certezza se quell'affettuosa complicità fosse nata effettivamente dal maltrattamento che subiva l'elfa dai Crouch, ma comunque si affaccendò molto per loro ai tempi scolastici. Si era sempre trovata con quelle piccole figure dai nasini adunchi e le orecchie appuntite, le sapevano di familiare. Le piaceva conversare con loro, le piaceva quando quegli occhioni lucidi e neri la guardavano curiosamente per sapere cosa volesse. Le piaceva sopratutto il loro animo mai lamentoso, mai stanco. Energico e laborioso.
Lavorò, come praticamente sempre, per tutta la giornata al fianco dell'elfa. All'ora di punta, quando ebbe terminato, il Ministero iniziò a sfollarsi. Dalle aule dei piani superiori iniziarono ad uscire, organizzate, delle donne racchiuse in tailleur blu, e uomini austeri dai conformi completi formali. Gli Auror che erano usciti non tornarono. Fu grata all'idea che Harry non tornò. Era di certo andato a mostrare conforto a Ginny.
Non voleva vederlo. Se l'avesse visto, dopo ciò che le aveva detto, ancora una volta, con quella faccia smunta, con la consapevolezza di stargli nascondendo qualcosa, allora il cuore le si sarebbe fermato in gola. Il suo autocontrollo aveva già fatto un grande lavoro quella mattinata, non pensava che avrebbe resistito ad un'altra tempesta.
Lei salutò semplicemente i colleghi rimasti e si smaterializzò con Malfoy dinanzi a Brick Lane.
Fu qualcosa di strano per lei trovarsi a ritornare a casa in un clima di apparente calma. Dopo quella lunga ed estenuante successione di eventi, per gli altri era stata effettivamente una giornata normale, ma per lei, che ora avrebbe dovuto fare i conti con la sua anima, era appena iniziata la pena.
Si stiracchiò i nervi mentre sentiva l'aria corposa riempirle le guance. Il buio coprì il cielo, che si ammantò di una coperta luccicante e cupa. L'ambiente iniziò a sfumarsi in una coltre nube disorientante. Dalle finestre dei condomini sfilavano delle luci soffuse, dormienti. Per tutta la giornata non aveva fatto altro che pensare a ciò che aveva visto, a ciò che aveva detto a Malfoy. Lei lo credeva. Gli aveva detto che lo credeva.
STAI LEGGENDO
Revelio | Dramione
FanfictionAnno 2004, post-guerra. In una società magica rastrellata dalla guerra, in una Londra distopica dove la paura divampa, i maggiori esponenti politici si sentono attaccati da una misteriosa minaccia. Il Ministero magico adotta quindi un piano per scov...