-Atto X-

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"The right, and the Wrong."

...

Novembre 2004,

Passò circa mezz'ora da quando Hermione venne fatta smaterializzare da Malfoy. Alla fine dovette rassegnarsi all'idea di non poter far niente, dovette accettare, con riluttanza, che il cinico biondo avesse ragione. La sua assistenza sarebbe stata ormai inutile.

Ritornarono indietro, con passo lento, distanza controllata e completo silenzio. Hermione avrebbe piacevolmente deviato il percorso che portava al locale, ma non potevano di certo sparire così.

Le temperature erano assai basse, e l'abito fornito dal Ministero era ben poco caldo. Si strinse nelle spalle scoperte, provò a scaldarsi con le sue sole braccia, e non poté fare a meno di pensare che la galanteria di Malfoy fosse pari a zero nei suoi confronti. Era evidente il suo gelo, ma lui non ci provò neanche ad offrirle la sua giacca.

Fece scivolare quel pensiero lontano, era sicuramente l'ultimo dei suoi problemi in quel momento. Con un veloce guizzo arrivò alla figura dell'uomo più avanti. Sebbene non potesse vederla stette attenta a non farsi beccare mentre lo fissava.

Aveva accettato. Aveva accettato di aiutarla, ciò significava una specie di alleanza? Hermione non sapeva dirlo, era di certo l'ultimo di cui poteva fidarsi, eppure l'unico in quella situazione che potesse appoggiarla.

Le venne in mente solo in quel momento, con un grave accenno di fastidio, delle vaghe e lontane parole dette da Ginny qualche anno prima. Qualcosa sul suo sesto anno ad Hogwarts, durante la sua assenza per la ricerca degli Horcrux. Ricordava con chiarezza che Severus dopo l'assassinio di Silente fosse diventato preside, e che i Carrow si fossero accaparrati il ruolo di autoritari e crudeli vicepresidi.

Malfoy andò contro quelle regole. La rossa usò quella stessa parola: "contro", ciò significava che per qualche strana ragione, Malfoy, si era opposto e che ci fosse effettivamente un barlume di buonsenso in lui. Che magari non fosse un totale bastardo? Che potesse davvero appoggiarsi a quello strano e occultato atto per affidarsi?

Delle luci lampeggianti, dei chiacchiericci lontani attirarono l'attenzione della riccia, eliminandole completamente le precedenti riflessioni. Alzò il capo, e si accorse ormai troppo tardi di non poter più fuggire.

Tutto il locale era stato fatto evacuare. Tutti i clienti se ne stavano fuori con aria impaurita e curiosa, alcuni veicoli polizieschi sorvolavano l'entrata, neanche alla vigilanza babbana era stato permesso di entrare. Hermione sospirò, si acconciò l'abito ed entrò con passo svelto, le bastò presentare il tesserino del Ministero per passare. Malfoy la seguì.

Per lei non fu difficile districarsi per le stanze del locale, seguire con lucidità la pista che avrebbe portato alla camera in cui era stata poco prima. Malfoy le stette dietro con accortezza, si guardò attorno con circospezione ad ogni passo, quasi come se potesse memorizzare e rimarcare quelle aree con una sola occhiata.

Arrivarono dopo poco alle stanze superiori. Già dalle scale si poté sentire un gruppo di voci pacato, ma decifrabile. La puzza di morte. Lei si fermò dietro l'angolo che avrebbe portato al corridoio della camera, premette una mano contro il muro e cercò di farsi forza moralmente.

Sapeva che non sarebbe stata né la prima né l'ultima volta, il fatto che vedere corpi esanimi facesse parte del suo lavoro l'aveva accettato da tempo, ma stavolta era diverso. Sentì che fosse diverso. Già alla testa mozzata di Mordecai dovette inghiottire una pillola più che pesante, ma quel giorno l'adrenalina, la presenza dell'assassino, e la totale sorpresa dell'accaduto fecero il trucco.

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