-Atto XXVIII-

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"Ubi Manor, Minor Cessat."

...

Gennaio 2005,

Da lì il cinguettio dei volatili notturni appariva come un coro di pianti sommessi; il vento che carezzava le foglie, le siepi, e i cespugli, un ululato sottile che a malapena si udiva. Il freddo era intenso, la nebbia fitta.

Hermione si staccò solo in quel momento dalla cancellata, e quasi poté percepire ancora le sbarre sulla pelle delle dita gelate per quanto le avesse strette. Gli occhi non si staccarono però dall'edificio che stagliava il cielo ombroso.

"Come facciamo ad entrare?" la vocina di Teddy sferzò l'aria. Si allungò sui piedini verso l'entrata, e ne indicò le lastre con il mento. "Scavalchiamo?"

"Non credo sia possibile" constatò Andromeda, lanciando una diretta occhiata agli spuntoni di metallo che si ergevano come offendicula. "Dovremmo scassinare il cancello, mi sa."

Nel frattempo Hermione si sfregò le mani coperte dai guanti, e le infilò nelle tasche alla ricerca di qualcosa di utile. Stranamente la nostra strega dall'oggetto sempre giusto con sé stavolta non ebbe nulla da fornire.

Fu sicura che la forcina non avrebbe funzionato con una serratura tanto tosta, la magia lì funzionava, ma lanciare un Alohomora con le loro bacchette sarebbe stato troppo pericoloso. Erano nella proprietà di Shacklebolt, ci avrebbe messo una manciata di secondi a rivelarne la firma.

Fortunatamente Dorcas fu subito pronta a prestare soccorso, e neanche il tempo di far nascere in loro la delusione, che già li aveva fatti arretrare tutti per porsi al centro.

Si tirò sul fianco il borsone che si era portata da casa, lo aprì con un acuto rumore di zip, e mentre tutti la guardavano smanettare all'interno di quello, la donna ne cacciò fuori un vasto set portatile da fabbro. La perplessità dei presenti si fece palpabile.

"Poco preparata eh, Dorcas?" il tono di Andromeda grondava sarcasmo mentre fissava l'amica scegliere con maestria un grimaldello dalla sacca.

L'altra si chinò verso il basso della cancellata, e cercò con le dita la serratura. La trovò dopo pochi istanti, e infilando il grimaldello all'interno iniziò ad opporre forza tra le sbarre e il lucchetto.

"Che ti posso dire...sono dell'idea che sia meglio prevenire che curare" rimbeccò lei, mentre smanettava con una mano, e con l'altra smuoveva le sbarre. Con un click, e una buona assestata di braccio, la serratura si forzò, il cancello si aprì.

Sotto gli occhi entusiasti dei presenti ritirò il grimaldello, e, facendoselo girare tra le dita come una pistolera vincente, schioccò verso Teddy un ammiccante occhiolino. "Un gioco da ragazzi."

Teddy era estasiato, colmo di voglia di imparare negli occhi come sempre. Andromeda, invece,  schioccò all'amica solo un ironico, ma forse non troppo, sguardo da "tiratela di meno", prima di farsi avanti e invitare gli altri ad aspettare. Diede un rapido controllo al perimetro, e assieme a Dorcas si assicurò che lo spazio fosse stato sicuro prima di far avanzare anche loro.

La prima cosa che pensò Hermione non appena mise piede in quella radura, che doveva essere categorizzata come giardino, fu Neville, era sicura che gli sarebbe piaciuto tutto quel verde, e quell'ambiente pregno di pino e muschio che si disperdeva sotto le loro narici.

Il selciato si riempiva dei loro passi, i ciottoli che facevano da percorso venivano scalciati dai loro passi falcanti, l'aria buona riempiva i loro polmoni. Le mancava la campagna, quella salubre e genuina, le ricordava i suoi.

Revelio | DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora