"Memento Mori."
...
Novembre 2004,
Gli occhi di Hermione vagarono nell'oscurità della stanza, alla ricerca di una risposta in quelli di lui. Magari stava ancora dormendo, magari era un altro di quei terribili incubi che la facevano svegliare con lo strepito nel petto.
Si passò una mano sugli occhi, e li strizzò, cercando di focalizzare meglio il contesto, cercando di trovare un'accenno che la ricollocasse alla realtà. Allungò il braccio verso il comò accanto al letto, e la sua mano ramingò alla ricerca dell'interruttore della minimale abat jour. L'accese.
Quando la stanza s'illuminò lei ebbe più chiara la situazione. Vide Malfoy nella sua interezza, e si rese conto che non era accanto al letto, ma era molto più lontano, sullo stipite della porta.
Fu come se si fosse appena svegliata, fu come se quello che le era stato detto non fosse accaduto realmente. Si mise più comoda sul materasso, e lo fissò.
"Non ho capito, che hai detto?" mormorò, tremava come se avesse effettivamente catturato la sua notizia, e sperasse che fosse stato solo un qualcosa di irreale che si era creato tra la veglia e il sonno.
"Hai capito bene" disse lui, "la McGranitt è stata uccisa."
Hermione sprofondò. Fu sicura di aver sentito da lui, un attimo prima: "La McGranitt, stasera, morirà." Era stata una possibilità, adesso era una sicurezza. "La McGranitt è stata uccisa."
Forse era stata lei a non aver sentito bene, forse non aveva afferrato a causa del risveglio improvviso. Ma non fu quello a turbarla. Per lei fu impossibile, fu qualcosa che non sarebbe dovuto succedere. Scese dal letto, e si sentì scossa mentre lo guardava, sentiva i nervi tremarle.
"Ma che stai dicendo?" domandò tramortita, "noi eravamo lì stamattina, io—io ci ho parlato stamattina. Lei—noi, l'abbiamo vista, eravamo da lei" farfugliò sotto voce.
Ecco. Ecco cos'era che la turbava. Lei quella mattina l'aveva abbracciata, l'aveva baciata, aveva sentito la sua voce. Non aveva alcun senso. Avevano fatto il sopralluogo, l'avevano tenuta protetta. Era assurdo. Per lei, che una morte doveva sempre avere un senso, per lei che una morte accadeva sempre per un disastro...era irreale. Non era pronta, non era stata pronta a sentire quella secchiata in pieno viso.
Lui la guardò. Fermo, con gli occhi di ghiaccio, e il tono liscio. "È come ti dico."
Hermione lo fissò, sentì i nervi nelle mani, negli arti, e nel corpo, farsi sempre più incontrollati, si sentiva di gelatina. Fino ad allora non ci era ancora arrivata, fu l'ultima cosa che le diede il colpo di grazia. Era la McGranitt.
"Io devo—" boccheggiò, "devo avvisare gli altri, devo andare ad Hogwarts," disse, prima di prendere la bacchetta sotto al cuscino.
"No" sentì dietro di lei.
Hermione si girò, alzò un sopracciglio. "Che?"
"Ho detto di no" ripeté lui, con ancora più freddezza. "Non puoi fare niente ormai."
Non puoi fare niente ormai. Non puoi fare niente ormai. Non puoi fare niente ormai. Non puoi fare niente ormai. Non puoi fare niente ormai. Non puoi fare niente ormai. Non puoi fare niente ormai. Non puoi fare niente ormai.
Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai. Ormai.
Improvvisamente le vennero in mente tutte le vittime, tutti i crimini che aveva visto ad atto compiuto. E un'ammasso, grande quanto una casa, le si aggrappò alla schiena quando si ricordò di Buckland. "Non devi niente, ormai è bello che andato." "...meglio che non si faccia vedere dopo la totale mancanza di utilità che ha avuto."
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Revelio | Dramione
FanfictionAnno 2004, post-guerra. In una società magica rastrellata dalla guerra, in una Londra distopica dove la paura divampa, i maggiori esponenti politici si sentono attaccati da una misteriosa minaccia. Il Ministero magico adotta quindi un piano per scov...