"Ad Maiora Semper."
...Gennaio 2005,
Il cinguettio dei fringuelli che annunciavano il primo mattino sembrava un suono così lontano da apparire quasi indistinto tra i sensi di Hermione. La luce filtrava sotto fiochi e chiari fasci irraggiungibili, trapassando le sue palpebre ancora per poco morbidamente chiuse.
A quel punto il suo viso subì un breve spasmo, e dalle sue labbra uscì un lieve mugolio di contrazione. Ancora con gli occhi chiusi si apprestò a delucidare la mente, sistemarla per concentrarsi sulla realtà che la circondava e che, per quella notte, si era trasformata in una culla di seta.
Non aveva fatto brutti sogni.
Da tempo non le accadeva di svegliarsi in quel placido modo, così dolce e raro che una strana sensazione, quasi di malinconia, le avvolse il corpo come una patina morbida e leggera.
Si trovò a sorridere mentre, ancora sonnolenta, si sfregava il viso contro il cuscino immacolato. La sensazione malinconica venne presto sopraffatta da una più poderosa e gratificante: la soddisfazione.
La sua mente non ricordava alcun sogno, neanche un minimo barlume di coscienza le aveva sussurrato quella notte, e si sentì quasi vicina alla redenzione, alla libertà.
Quello stesso pensiero si legò presto al ricordo, al calore di qualcosa che l'aveva accompagnata quella notte, ad un corpo che si era addensato al suo e le aveva addolcito quella sgradevole emozione acre che era ormai diventata un'abitudine. Il profumo di quel qualcosa impregnava ancora le coperte di quell'aroma profondo e selvatico, e la portò a sprofondare ancora di più il viso nel letto.
La sua luna di marmo.
Senza neanche accorgersene il suo braccio si era già allungato dalla parte opposta, le sue dita stavano già ramingando tra le pieghe delle candide lenzuola, premendo contro la solidità del confortevole materasso al di sotto.
Un freddo immenso le colpì i polpastrelli, e lentamente sgorgò, raggiungendo velocemente il suo intero arto e presto il suo cuore.
Il lato era più freddo del suo interno, il gelo di gennaio le graffiò solo in quel momento il corpo ancora nudo, coperto dalla trapunta solo apparentemente calda e confortevole.
Non c'era nessuno accanto a lei.
Aprì le palpebre di scatto, e si trovò a doverle sbattere più volte per abituare la vista alla luce tenue, ma accecante per lei che aveva dormito così bene. Dovevano essere le 7, o le 8 del mattino.
Si alzò a mezzobusto in un sussulto a quella constatazione, e i suoi occhi seguirono gli angoli della stanza illuminati. Il vuoto la investì completamente a quel punto. Era presto, e il fatto che Draco si fosse alzato di buon mattino non doveva essere una sorpresa per lei...
Magari non lo era, e non si trovò delusa neanche dal fatto di essersi trovata nel letto come un'anima abbandonata dopo una nottata come quella che avevano passato entrambi, dopo una nottata che due come loro non avrebbero mai passato. Dopo quelle parole confessate a fior di labbra, con tale, stentorea chiarezza.
Credo di essermi innamorata di te.
Hermione, sebbene non avesse fatto chissà quante esperienze nella sua vita, non poteva ritenersi del tutto una verginella, non al punto da dispiacersi o farsi paranoie sull'assenza dell'altra parte accanto a lei. Non poteva di certo pretendere uno scambio melenso o quantomeno cordiale, nonostante l'avesse tanto voluto a quel punto...
Magari anche solo un "grazie" da offrirgli, magari anche solo una certezza che avrebbe concretizzato l'episodio della sera prima, magari anche solo vederlo svegliarsi accanto a lei, scolpirgli ogni briciola di familiarità, sarebbe stato sufficiente.
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Revelio | Dramione
FanfictionAnno 2004, post-guerra. In una società magica rastrellata dalla guerra, in una Londra distopica dove la paura divampa, i maggiori esponenti politici si sentono attaccati da una misteriosa minaccia. Il Ministero magico adotta quindi un piano per scov...