32 ~ SOFIA

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Dopo che i ragazzi sono scomparsi al di là della porta, rimaniamo noi quattro fanciulle a fissarci in imbarazzo. Non abbiamo molte cose in comune, oltre al fatto che l'amica di Ed sembra proprio avere un'avversione per le due gemelle dacché hanno assalito Lex non appena varcata la soglia dell'appartamento. Infatti se ne sta seduta in un angolo del divano con la faccia imbronciata.

Il silenzio che regna nella stanza è assordante.

A un certo punto Michi si alza e si dilegua in cucina a fare non so cosa, forse semplicemente è scappata da quest'atmosfera opprimente. Le due sorelle cominciano a confabulare tra di loro, anche se a parlare è più una, l'altra principalmente ascolta e ogni tanto fa un commento. Così io mi ritrovo completamente sola con i miei pensieri e decido di andare un po' in giro per la casa giusto per occupare il tempo. Mi soffermo a guardare tutti i gingilli sopra i mobili e le stampe incorniciate appese alle pareti della camera da letto. Giunta davanti alla finestra balzo indietro spaventata.

Lancio un urlo, inciampo nei miei stessi piedi e cado a terra sentendo le ossa gemere per l'ennesima botta. Questo continuo sbattere di qua e di là non giova di sicuro al mio esile fisico, ma a dir la verità quasi non ci faccio caso e mi scordo subito del mio dolore perché davanti a me c'è un problema ben maggiore. Al di là del vetro uno degli scagnozzi di Katrin mi fissa con occhi iniettati di sangue e un sorriso sinistro di denti aguzzi. In realtà non ho la certezza che sia proprio un suo sottoposto, non lo ho mai visto prima, ma non ci sono dubbi che dietro la sua apparizione ci sia lei. Dopo il suo tentativo di uccidermi, quando mi ha aspettata davanti alla Chiesa, e soprattutto dopo l'attacco del Mutaforma, non mi sono mai sentita al sicuro e da allora sono certa che ricorreranno a qualsiasi mezzo pur di eliminarmi. Quello che si sta svolgendo adesso davanti ai miei occhi conferma tutte le mie ansie e paure. L'essere che ora mi trovo di fronte, con il solo vetro a separarci, non ha scelto un gran bell'aspetto da mantenere per il resto dei suoi giorni: tutto in lui ha un'aria diabolica e a vederlo sembra un sicario della morte. In questo preciso momento si può anche dire che, in un certo modo, il suo ruolo è proprio quello.

Rimango immobile per lo shock a guardarlo, finché con un colpo rompe il vetro della finestra e io mi porto un braccio sugli occhi per evitare che vi finiscano dentro delle schegge. Sono totalmente paralizzata, cosa devo fare? Scappare? Sì, devo spostarmi da qui, fuggire da quel mostro. E allora perché i muscoli sembrano non volermi obbedire?

"Svegliati, Sofia, non restare ferma ad aspettare che qualcun altro ti salvi! Tuo fratello è morto e Zac non è qui, prendi in mano la tua vita, solo tu puoi salvarti."

Spronata da queste parole che mi echeggiano nella testa mi risveglio dal mio torpore, ma quando faccio per muovermi è ormai troppo tardi: quell'essere orripilante mi ha già afferrato per una caviglia e mi tira verso di sé. Mi guardo intorno e tasto con le mani il pavimento alla ricerca di qualsiasi oggetto con cui possa aggredirlo e liberarmi, ma non c'è nulla che sia alla mia portata, sembra che tutto sia troppo lontano per essere raggiunto. Provo a scalciare disperata, ma più mi ribello più forte diventa la sua presa e le sue unghie mi si conficcano nella carne. Stringo i denti per non urlare, ma inevitabilmente gli occhi mi si riempiono di lacrime. Ho il respiro mozzato e temo di stare per andare in iper ventilazione per il panico. Non può davvero finire in questo modo, non dopo tutti gli sforzi di Zac e di Ed, non quando siamo così vicini a quella maledetta spada, non quando mi pare di poter giungere alla soluzione del compito che mio fratello mi ha assegnato. Permetterò davvero che tutto vada perso? Che il suo sacrificio sia stato inutile?

Comincio a scalciare con il piede libero per colpirlo in faccia o per pestargli le dita che mi stringono la carne, ma ottengo solo il risultato di farmi afferrare saldamente anche l'altra caviglia. Annaspo e cerco di aggrapparmi al pavimento, ma è così liscio, non c'è nessun appiglio. Sento il rumore di una lama che viene sfilata dal fodero e mi si gela il sangue nelle vene. È finita, nonostante tutti i miei sforzi non riuscirò mai a portare a termine la mia missione. Mio fratello sarà molto deluso o lo sarebbe se lui fosse qui, ma lui non c'è più ed è solo colpa mia. Non voglio morire, voglio dimostrare al mondo che sono forte, che posso combattere e vincere. Hunter si può fidare di me. Che misera fine mi attende...

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