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Giro attorno alla gabbia con la prigioniera pregustandomi già la vittoria, quando quell'essere insulso apre la bocca rompendo la quiete.

«Non lo farà mai!» urla rabbiosa contro di me.

«Certo che lo farà, sciocca. Cosa non si è disposti a fare per amore?» dico con un sorrisetto perfido ad incresparmi le labbra.

«Che ne sai tu dell'amore?» mi risponde con aria di sfida.

Questa sua semplice affermazione basta a farmi andare su tutte le furie.

È uguale a tutte le altre: non sa assolutamente niente di me, eppure è così pronta a giudicarmi, a puntarmi il dito contro, come se io fossi il male sulla Terra. Ma non ha ancora capito che non è di me che deve aver paura, anche se devo ammettere che è molto brava a dissimularla, se non fosse per le mani tremanti si potrebbe pensare che sia perfettamente tranquilla e a suo agio anche dietro quelle sbarre.

Comunque io sono soltanto una pedina nelle mani di mio padre. Quando Greg mi aveva voltato le spalle, io, che in lui avevo riposto tutto il mio futuro, sostenendolo quando nessun altro lo aveva fatto, mi ero ritrovata a dover tornare da mio padre strisciando, umiliata fin nel midollo. In quale altro posto sarei potuta andare? Da sola? Non mi era rimasto altro da fare se non diventare il suo braccio destro per convincerlo a non cacciarmi via. Se prima non era mai stato affettuoso con me, allora era decisamente crudele nei miei confronti. Col tempo ha pian piano ripreso a fidarsi e per lui è tornato tutto come prima. Ma, anche se non lo si nota, sono io a essere diversa, sono cambiata dentro e il ricordo del dolore, dell'umiliazione e della sottomissione hanno fatto crescere in me un odio smisurato nei confronti di chiunque.

«Non so chi ti credi di essere per poterlo dire. Ti assicuro che so quello che dico» dico furibonda, avvicinandomi alle sbarre.

Devo ammettere che rimango sorpresa quando non indietreggia, ma resta lì immobile come una colonna a fissarmi, nonostante io la sovrasti di ben venti centimetri e legga chiaramente nei suoi occhi che in realtà non ha tutta quella sicurezza che ostenta. Ha addirittura il coraggio di parlare: «Forse è qualcos'altro quello che tu chiami amore. Mi risulta impossibile credere che tu possa averlo mai conosciuto».

«Razza di un'insolente! Vuoi sapere cos'è l'amore?! È aver paura di perdere. E, stanne pur certa, tua sorella ha una folle paura di perderti.»

Poi le volto le spalle e, mentre me sto andando, la sento sussurrare qualcosa tra sé e sé, ma non riesco a capire cosa. Adesso però ho un incontro importante che mi aspetta.

Da qualche giorno mi è venuto un dubbio riguardo al grande piano che io e mio padre abbiamo elaborato e che io sto eseguendo in modo impeccabile. C'è qualcosa che non mi torna. Voglio avere più informazioni al riguardo, non mi stupirebbe se il caro paparino mi avesse mentito o per lo meno avesse tenuto nascosta una parte della verità. È stato difficile trovarlo, ma finalmente sono riuscita a scoprire dove hanno fatto finire il vecchio Sergio. Quei bastardi lo tengono prigioniero e questo mi fa pensare che sappia qualcosa di importante di cui il benamato re vuole che nessuno venga a conoscenza. Alla faccia della fiducia e di tutte le sue promesse di aiutare il suo popolo. Ma ora forse riuscirò a far luce su questa faccenda. Mi incammino a passo deciso verso la torre certa che quello che sentirò cambierà le sorti dell'intera battaglia.

Fuori da queste pagineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora