Zac ritira di scatto la spada e dalla ferita della creatura fuoriesce un fiotto di liquido nero che incomincia a imbrattargli la maglietta. Urlo per l'orribile gesto a cui ho appena assistito e non sono l'unica. Come ha potuto ucciderlo così a sangue freddo? Per quanto sia cattivo e abbia tentato di farmi fuori è comunque un essere vivente con sembianze semiumane, che parla e lo fissa dritto negli occhi. L'ha ucciso senza fare una piega mentre ancora lo guardava negli occhi! Con che coraggio è riuscito a farlo? Quel suo lato crudele, io che l'ho sempre amato incondizionatamente, mi spaventa. Chi è veramente la persona con cui ho passato tutta la mia vita?
«Tanto non vincerete mai» dice lo scagnozzo di Katrin con un ghigno sulle labbra dalle quali cola un rivolo di inchiostro, che poi gli gocciola dal mento appuntito per andare a macchiargli la maglia. Guardo quel filo nero sgorgare dalla sua bocca, ipnotizzata, come davanti a uno spettacolo terrificante e affascinante allo stesso tempo. Per quanto provi ribrezzo non riesco a distogliere lo sguardo.
«Non vincerete» ripete prima di spirare.
Vedo la fiamma che arde in lui cessare di guizzare di colpo, come se fosse spenta da una folata improvvisa di vento, e la vita abbandonare il suo corpo in quell'ultimo respiro. Muore così, con quella smorfia congelata sul volto e gli occhi rossi aperti senza più vedere.
Nessuno osa praticamente respirare.
«È... morto?» chiede forse Liv, con gli occhi spalancati per la paura, tanto è sconvolta.
«Sì» risponde con voce fredda Zac, come se il fatto non lo turbasse minimamente. Rimane impassibile. «Non ci avrebbe detto niente. Adesso dobbiamo pensare a un modo per liberarci del cadavere.»
«O mio Dio» esclama Lex. «L'hai ucciso! Sei un assassino! Io chiamo la polizia.»
Nessuno tenta di fermarlo, nemmeno Ed, come invece ha fatto fino ad allora a ogni tentativo del suo amico di allontanarlo da noi. Se ne sta lì con la bocca aperta, senza dire nulla. Zac però afferra il ragazzo per la maglietta prima che lui possa chiamare chicchessia.
«Lasciami, assassino! O forse vuoi uccidere anche me?» Il labbro inferiore gli trema e la voce gli è uscita come un piagnucolio.
«Tu non chiami proprio nessuno» dice Zac vagamente minaccioso. «Era quello che andava fatto o ci avrebbe ammazzati lui e poi sarebbe andato a fare rapporto al nemico. Non possiamo permettercelo. Quando capirai che siamo in guerra? E in battaglia ci sono sempre i caduti.»
«Tu sei pazzo» interviene Michi e si getta su di lui per liberare Lex dalla sua presa.
Lascia andare la maglia, stupito della furia con cui la giovane le si è scagliata contro, come se trovasse assurdo che lei avesse pensato che avrebbe potuto fare del male al suo amico. In realtà l'ho temuto anch'io per un momento.
«Non potete chiamare la polizia, anche perché per la legge io non esisto. Chi vorresti denunciare? Un libro omicida? Finiresti dritto dritto nel reparto psichiatrico» dice Zac. «Ormai avete deciso di schierarvi dalla nostra parte e partecipare all'impresa, perciò preparatevi perché questa non sarà l'unica morte a cui assisterete, ma, se non siete pronti ad uccidere per difendervi, la prossima sarà la vostra. Io ve l'avevo detto che non faceva per voi.»
«Ora ho compreso la pericolosità della faccenda e credo abbia ragione, non possiamo rimanere fermi a guardare mentre ci distruggono, dovremo trovare la forza per lottare» dice Olli sostenendo Zac mentre uno strano e inquietante scintillio le illumina lo sguardo.
«Olli, forse è il caso che lasciamo perdere e ce ne stiamo da parte, non trovi?» le sussurra Liv.
«Solo i pavidi di cuore si tirano indietro, dobbiamo aiutarli» le risponde la sorella non dando retta al saggio consiglio che le è stato offerto. Fossi in lei e potessi scappare da questa situazione coglierei l'occasione al volo.
Vedo che Zac la guarda ammirato e mi sembra incredibile che poco tempo prima abbia insistito affinché lei e la sua gemella si levassero dai piedi. Ho come l'impressione che la considerazione che ha di lei sia cambiata all'improvviso grazie alla sua determinazione. È l'unica in quel momento che capisce appieno il suo punto di vista. Non che io non comprenda la necessità di quel gesto, ma non riesco comunque a trovarlo giusto. Non c'è davvero altra soluzione?
«Le cose stanno così. Ci sono altre obiezioni?» chiede Zac rivolto agli altri. Mentre parla ripulisce la lama della sua spada con un fazzoletto per poi riporla nel fodero di pelle che gli pende da un fianco.
Nessuno fiata.
Capisco chiaramente però che gli amici di Ed vorrebbero dire che non hanno intenzione di proseguire con questa pazzia, ma il loro amico non dà cenno di aver cambiato idea e quindi si rassegnano alla collaborazione con l'assassino pur di non lasciarlo solo. Sono certa che dopo avranno un'altra accesa discussione in privato. Se solo io avessi promesso a Michi di andarmene ora potrebbero riprendere le loro vite normali e non avrebbero bisogno di litigare. Perché me ne sono stata zitta? Perché non riesco a fare a meno di essere così egoista?
«Bene, allora adesso diamoci da fare per sbarazzarci di questo qui» proclama Zac.
Mi siedo per terra, ancora tremante per lo spavento, per pensare a come potremmo liberarci in segreto del corpo morto, perché di sicuro non può rimanere in casa di Ed. Gli occhi vitrei dell'essere sono fissi nel vuoto, ma da quella prospettiva, con la luce che, entrando dall'apertura nel vetro della finestra, balugina sulla loro superficie curva e lucida, sembra quasi che mi stia osservando facendosi beffe di me. Non riesco a togliermi di dosso quella spiacevole sensazione, nemmeno spostando lo sguardo dal suo volto diabolico.
Anche gli altri hanno messo in moto i loro cervelli per trovare una soluzione, soprattutto Lex, che non vuole che qualcuno trovi il cadavere nell'appartamento del suo amico e gli causi ulteriori problemi, più di quanto se ne stia creando da solo. Tutti hanno un'espressione assorta e concentrata e mi pare quasi di poter sentire il lavorio delle loro meningi. Tutti tranne Ed che continua a fissare la creatura come se volesse impedire con la sola forza del suo sguardo che l'inchiostro, sgorgante dallo squarcio sul suo petto, cada sul parquet macchiandolo indelebilmente, e Liv, che piange in silenzio in un angolo mentre si stringe le ginocchia al petto, quasi temesse di andare in pezzi. Se non è affatto d'accordo con la decisione della sorella perché non se ne va allora? Comprendo che non ne è in grado perché, come io prima con Hunter e ora con Zac, dipende da lei e se si allontanasse si sentirebbe persa.
«Potremmo bruciarlo» suggerisce Olli, la sorella satanica. Ora mi sarà più semplice distinguerle.
«In effetti è proprio quello che ci vuole per non attirare l'attenzione di nessuno: un bel falò in mezzo alla piazza, come ho fatto a non pensarci prima» dice Zac con tono sarcastico.
«Scusa tanto, supergenio! Stavo solo cercando di aiutare. Hai da proporre qualcosa di meglio?» dice lei piccata.
«Potremmo aspettare che faccia buio e poi, dopo averlo messo in un sacco con delle pietre, buttarlo nel lago» dice Greg di punto in bianco.
«Come il lupo della fiaba, nella cui pancia vengono messi dei sassi per farlo affondare anziché stare a galla?» chiede Olli pensosa.
«Esatto.»
«Ah-ah, e come facciamo a portarlo dove l'acqua è abbastanza profonda?» gli chiede lei come se stesse elaborando le informazioni per partorire un piano geniale.
«A questo non avevo pensato. Suggerimenti?» ci chiede Greg guardandosi intorno speranzoso.
«Rubiamo una barca?» propone dubbiosa Olli.
«Sì, certo, adesso ci mettiamo pure a rubare una barca» si lamenta Lex rabbrividendo al sol pensiero di trasgredire un'altra regola, lui che è così ligio al dovere, da come mi è sembrato di capire.
«Hai forse un'idea migliore?» chiede Zac infastidito, guardandolo storto, mentre se ne sta tranquillamente appoggiato contro il muro.
Serra le labbra arrabbiato per non avere niente da suggerire. Michi è rimasta tutto il tempo attaccata al suo braccio e lo guarda fiduciosa che risolva la situazione grazie a un'intuizione fulminea, ma presto capisce che non ci sarà nessun miracolo: butteremo l'essere nel lago.
«Bene, vediamo di organizzarci, la sera si avvicina ormai» dice Zac ponendo fine alla discussione.
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Fuori da queste pagine
FantasyEd è un giovane come tanti, che divide il suo tempo tra il lavoro in libreria, gli amici e la famiglia. Ci sono giorni però in cui non riesce a darsi pace: non può accettare la recente morte dell'amata sorella, di cui si sente responsabile. Una sera...