39 ~ ED

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Che sciocco che sono stato a illudermi che Sofia potesse provare qualcosa per me, è una cosa assurda. La gratitudine è una cosa, l'amore un'altra. Ma adesso non ci cascherò ancora, non mi renderò più ridicolo in questo modo. Per quanto cerchi di convincermi che sia giusto così non riesco a fare a meno di sentirmi triste e insoddisfatto, come se avessi scartato un pacco di Natale per poi scoprire che è vuoto. Voglio tornare indietro nel tempo e baciarla dappertutto, sulle labbra sottili, sulle guance pallide, sulle palpebre lisce, magari se non mi fossi tirato indietro le cose sarebbero andate in modo molto diverso. È inutile ripensarci e rimpiangere di non aver fatto delle cose al posto di altre, come dice la saggezza popolare, non si deve piangere sul latte versato. Devo concentrarmi solo su quello che ci aspetta una volta arrivati alla chiesa.

«Tutto a posto?» mi chiede Liv preoccupata poggiando una mano sul mio braccio in un gesto che mi sembra piuttosto intimo e soprattutto consolante.

«Sì, va tutto alla grande» rispondo girando la testa dall'altra parte. Senza volerlo gli occhi mi si sono riempiti di lacrime e non voglio che se ne accorga.

«Okay. Comunque non pensavo che fosse così lontano, è da ore che camminiamo ormai.»

«Da ore! Non essere la solita esagerata» la rimbecca Olli.

«Be', io sono stanca come se camminassimo da ore, d'accordo?»

«Era una semplice osservazione, non essere così permalosa. Basta camminare con passo spedito e in un attimo siamo là, forza.»

«Tienitele per te le tue osservazioni» dice quasi in un sussurro. Liv e Olli sono proprio l'opposto, se la prima è riservata e silenziosa, la seconda è chiassosa ed esuberante. Altro che somiglianza tra gemelle!

Normalmente non avrei mai pensato una cosa del genere, ma in questo momento trovo confortante il loro battibeccare fraterno, questo dimostra che la vita continua a scorrere come se niente fosse, come se il pavimento non fosse appena crollato sotto i miei piedi, e che anch'io potrei ignorare il fatto dandogli poca importanza. In fondo non è successo nulla di così catastrofico: Sofia ha semplicemente ammesso di non essere innamorata di me, che è poi la cosa migliore in cui potessi sperare considerata la promessa fatta a Zorro. Che senso ha illuderla di poter stare insieme quando invece la dovrò comunque lasciare? Questo risolve il problema.

«Ehilà, terra chiama Ed!» Metto a fuoco la figura di Liv che mi sventola una mano davanti al naso. «Bentornato tra noi mortali. Dov'eri con la testa?»

«Scusa, ero distratto. Stavo pensando.»

«Sei sicuro di stare bene?» mi chiede seriamente preoccupata per me.

«Sì, cioè no, ma non importa, devo concentrarmi sulla missione di oggi.»

«Okay» dice con un sorriso rassicurante sul viso simile ad un fiore sbocciato nel deserto. Tutto mi sembra divenuto talmente arido da far apparire quel suo gesto di comprensione e di calore umano come un miracolo.

«Grazie.»

«E di che? Ti ho chiesto solo come stavi» dice Liv sinceramente stupita.

«Grazie per l'interessamento.»

«Ah, figurati. Certo che tu sei proprio strano» dice guardandomi con tenerezza.

«Spero sia una cosa positiva.»

«Sì, lo è.»

«Dai, Liv, smettila di fare l'amorino e risparmia il fiato per camminare» le dice Olli.

«Ehi, non stavo facendo nulla, ho solo scambiato due parole.» Si difende lei arrossendo.

«Basta chiacchiere. Da adesso in poi fate meno rumore possibile» ci ordina Zorro dalla cima del gruppo voltandosi a squadrarci col suo sguardo metallico. «Siamo quasi arrivati.»

Fuori da queste pagineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora