33 ~ ED

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Quando apro la porta di casa le ragazze sono già tutte lì ad attenderci con un'espressione strana sul viso, mesta, come se fosse successo qualcosa di grave e non avessero il coraggio di comunicarcelo. Tengono lo sguardo basso, rivolto al pavimento, tutte tranne Olli che se ne sta con la testa ben dritta, per niente spaventata o intimorita come invece sembrano essere le altre tre.

«Cosa è successo?» chiede Zorro sospettoso.

Nessuna risponde.

«Cosa è successo?» chiede a voce più alta.

Il tono che ha usato mi fa venire i brividi. Non può essere un pochino più delicato e gentile? Se già sono spaventate di sicuro non le convincerà a tranquillizzarsi e raccontare con calma cosa ci siamo persi mentre non c'eravamo se si rivolge a loro in quel modo.

«Siamo state attaccate» dice Olli guardandolo dritto negli occhi.

«Da chi?» chiede Zorro mentre io dico: «State tutte bene?»

Le scruto in cerca di qualche ferita e il mio sguardo cade sulla caviglia di Sofia fasciata con una benda macchiata di sangue nero, cioè di inchiostro. Lei se ne accorge e la sposta dietro l'altra gamba per nasconderla evitando in tutti i modi di incrociare il mio sguardo.

«Da un essere un po' caprino che se ne sta legato in camera» risponde intanto Olli a Zorro.

«Sì, è così» dice Michi per confermare quanto afferma l'altra ragazza. «Ho sentito Sonia urlare e sono corsa a vedere cosa stava accadendo prendendo al volo un oggetto da un mobile e l'ho usato per tramortirlo. Io... forse l'ho ucciso.»

Gli occhi le si riempiono di lacrime e comincia a piangere al pensiero di quello che forse ha appena fatto. Lex va subito da lei e la abbraccia. Potrebbe sembrare un gesto normalissimo, ma per lui non lo è affatto, tant'è che all'inizio Michi non reagisce e se ne rimane immobile a farsi circondare dalle sue braccia che di loro spontanea volontà e in modo molto naturale si sono strette intorno al suo corpo. Poi lo avvolge a sua volta e gli affonda il viso nel petto, scossa da violenti singhiozzi.

Sento un dolore nel cuore. Se solo avessi dato loro retta ora non saremmo arrivati a questo punto: quante cose ancora permetterò che capitino ai miei amici prima di porre fine alla mia folle impresa? Perché sto mettendo a rischio la loro vita per una ragazza che conosco appena?

Mi avvicino a loro e affondo le mani nelle tasche non sapendo dove altro metterle.

«Mi dispiace» sussurro e Michi allunga una mano per tirarmi dentro nell'abbraccio.

«Sei proprio un'idiota» mi sibila Lex.

«Scusate, ma adesso che cosa c'è ne facciamo di questo?» chiede Greg dalla mia camera. «Perché sarà difficile nasconderlo da qualche parte.»

Zorro prende la spada con sé per sicurezza e ci spostiamo tutti quanti nell'altra stanza per vedere l'assalitore.

Non appena sono vicino alla porta della mia camera sento una ventata d'aria come se ci fosse una finestra spalancata e, dopo aver varcato la soglia, ne capisco il motivo. Più o meno, in effetti, c'è la finestra aperta, l'unica differenza è che l'aria passa da uno squarcio dal bordo frastagliato nel vetro. Sento un colpo al cuore e lacrime di frustrazione mi bloccano la gola come un tappo. Mi devo fermare per reggermi allo stipite della porta perché temo che le ginocchia possano cedermi. Cos'altro succederà alla mia povera casa?

Sofia si ferma di fianco a me accorgendosi che sono rimasto immobile a fissare la voragine mentre tutti gli altri sono ammassati intorno ad una figura rannicchiata per terra.

«Mi spiace per la finestra, non so come, ma farò in modo che venga aggiustata» dice sfiorandomi il gomito.

«Non fa niente, non ti devi preoccupare. L'importante è che stiate tutte bene» dico cercando di sembrare convincente per non farla sentire in colpa benché dentro di me stia pensando che ho giusto finito un mese fa di far sistemare tutte le finestre. Quelle parole mi costano molta fatica e pronunciarle è come pugnalarmi da solo.

Mi riscuoto, tanto ormai non c'è più niente che io possa fare se non farla riparare, purtroppo. Raggiungiamo gli altri e finalmente vedo che cosa ha aggredito Sofia. Assomiglia a una persona ad una prima veloce occhiata, ma se lo si guarda una seconda volta con un briciolo di attenzione in più ci si accorge dello sguardo feroce e inumano, delle orecchie a punta e delle membra massicce un po' pelose che lasciano intendere la loro forza e fanno immaginare la crudeltà del loro proprietario, che di sicuro se gli fosse ordinato di uccidere qualcuno a sangue freddo non ci penserebbe due volte a farlo. In effetti come sicario deve essere eccellente.

Deglutisco a fatica.

«Chi ti ha mandato?» gli chiede Zorro scrutandolo con sguardo truce, così duro e severo da far sembrare dolci e affettuosi tutti quelli che mi ha riservato fino ad allora. In questo momento non invidio per niente l'essere imbozzolato sul pavimento della mia stanza, mi sentirei schiacciare dal peso dello sguardo furente del ragazzo finché di me non rimarrebbe altro che cenere. Tuttavia anche lui non scherza in quanto a sguardo feroce e penso che se un qualsiasi oggetto passasse tra i due prenderebbe fuoco all'istante.

Come risposta alla domanda di Zorro il mostriciattolo stringe le labbra ad indicare che non parlerà per nessuna ragione al mondo, nemmeno sotto tortura. Ha un atteggiamento fiero che mi dà la sensazione di essere io quello in trappola e non lui, quasi non fosse legato e gettato a terra in una posizione molto scomoda che lo costringe a guardarci tutti da sotto in su.

«Ma come siamo fedeli, peccato che la fedeltà non servirà a salvarti la pelle. Ti conviene parlare» dice Zorro puntandogli la spada alla gola.

Nonostante non abbia nessuna possibilità di fuga e una sola risposta sbagliata farebbe sì che la sua testa rotoli sul pavimento, sulle sue labbra sorge un sorriso sinistro.

«Non sono così stupido da credere che, se anche vi rispondessi, non mi uccidereste. Meglio morire in silenzio che da traditori.»

«Ora che ti osservo bene so chi sei: sei uno dei tirapiedi di Katrin, uno di quelli stolti sempre pronti a tutto pur di poter camminare al suo fianco. A lei non importa se tu vivi o muori, non sei nessuno, perché continuare a servirla? Ma se tu decidi di collaborare con noi avrai la nostra parola che faremo in modo di proteggerti, sarai alla pari di chiunque altro all'interno del gruppo.»

Gli sputa sui piedi e poi parla: «Non sarò mai uno di voi!»

«Scelta poco saggia. Tieni davvero così poco alla tua vita?»

Silenzio.

Rimaniamo tutti quanti a osservare senza trovare il coraggio di intervenire. Nemmeno Greg dice una sola parola, fatto alquanto strano per lui.

«Parla! Perché vuole ucciderla?» Non riceve nessuna risposta. «Rispondimi e salvati la vita!»

L'essere seguita a non parlare e, prima che ce ne rendiamo conto, Zorro ha già affondato la lama nel suo petto ponendo fine alla sua esistenza.

Fuori da queste pagineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora