È passato troppo tempo da quando Sofia se n'è scomparsa in corridoio. Michi e Lex non sembrano molto preoccupati e continuano imperterriti a punzecchiarsi, anche perché per loro Sofia non è nessuno. Io al contrario non riesco a togliermi di dosso un brutto presentimento. E se le è capitato qualcosa di brutto? Non che possa succedere qualcosa in un bagno, ma magari è svenuta. Magari è allergica a un ingrediente che Michi ha messo nel cibo e adesso sta morendo soffocata. Magari è inciampata e ha sbattuto la testa. Basta, devo smetterla con le mie inutili e insensate ansie, sicuramente sta benissimo. Magari non è via neppure da così tanto tempo come pare a me. Guardo Zorro e noto che anche lui è agitato perché ha cominciato a picchiettare sul tavolo con un dito. Allora forse faccio bene a preoccuparmi.
Blackman si alza facendo stridere le gambe della sedia contro il pavimento, non riuscendo più a stare fermo ad aspettare che Sofia torni, e, senza dire una parola, se ne va diretto verso il bagno.
Michi smette di controbattere alle accuse di Lex sul fatto che Sofia si sia sentita male a causa del suo piatto "assolutamente delizioso" e si gira verso il posto che prima era occupato da quello là.
Quando la scura figura di Zorro non ci é più visibile Michi mi bisbiglia nell'orecchio: «Strani i tuoi amici, non trovi?»
«Quello non è amico mio e mai lo sarà e poi li ho trovati per caso. Sofia è piombata nella libreria durante il mio turno di lavoro con un'aria molto smarrita e io ho deciso di darle una mano. Lui non era previsto, si è aggiunto in seguito.»
«Il solito gentiluomo. Un giorno o l'altro ti caccerai nei guai se continui a fidarti degli sconosciuti» mi dice Michi con aria di preoccupata.
«In che senso le hai dato una mano?» chiede Lex allarmato.
«L'ho portata a casa mia» ammetto.
«Ma non la conosci» ribatte lui.
«Già, ma...»
«Ed, non dovresti portare in casa tua tutti quelli che ti sembra possano avere un problema. Come puoi sapere quali sono le loro intenzioni?» mi rimprovera Lex .
«Lo so, hai ragione, ma lei non è pericolosa.»
«Come puoi esserne sicuro. Dovresti invitarli gentilmente ad andarsene.»
«Non voglio.»
«Non fare lo sciocco, avranno pure una casa in cui andare, non assomigliano a senza tetto.»
«No, non c'è l'hanno. Sofia ha bisogno di me.»
Lex sospira. «Senti, Ed, non mi sembrano tipi a posto, non immischiarti in faccende che non ti riguardano. Cosa pensi di poter fare per lei?»
«È completamente sola, suo fratello è morto e non c'è nessuno al mondo che se ne possa prendere cura. Io so come ci si sente.»
«Lei non è te e tu non sei lei. Lascia che siano i suoi amici a consolarla.»
«Ma è in pericolo, quello lì è il suo unico amico. Magari io potrei...»
«Ed, basta!»
Vedo Michi posare una mano sul suo braccio per fargli capire che sta esagerando. Io ho il respiro affannoso. Lex non mi crede, non si fida del mio giudizio. Sento gli occhi offuscarsi per le lacrime che a mala pena riesco a trattenere.
L'uccellaccio nero piomba nella stanza molto allarmato.
«È scomparsa.»
«Come è scomparsa?» chiedo saltando in piedi come se avessi un fuoco acceso sotto le chiappe.
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Fuori da queste pagine
FantasyEd è un giovane come tanti, che divide il suo tempo tra il lavoro in libreria, gli amici e la famiglia. Ci sono giorni però in cui non riesce a darsi pace: non può accettare la recente morte dell'amata sorella, di cui si sente responsabile. Una sera...