53 ~ ED

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Mi sento travolgere da un'ondata di energia ustionante. Il fuoco mi si riversa nelle vene e ho la sensazione che mi stiano per esplodere. Il cuore comincia a battere in modo strano, a spasmi. Sono totalmente accecato da una fortissima luce bianca che mi avvolge, tanto che non riesco a vedere nulla intorno a me. Lascio andare la presa sull'elsa della spada, facendola cadere a terra, perché tutt'a un tratto mi pare troppo pesante per poterla tenere in mano. Il rumore del metallo contro il pavimento mi giunge attutito, lontano, come se in pavimento fosse distante anni luce da dove mi trovo, eppure ho i piedi a terra, no? Non ne sono sicuro.

Mi sembra di vagare in un denso mare di dolore che a ondate mi investe il petto, le ossa, i muscoli, mi dilania la carne. Ho gli occhi puntati dritti nel sole, che, piano piano, mi sta inesorabilmente consumando come fa una fiamma con la cera di una candela. Sono sul rogo, innocente vittima sacrificale di una guerra che non combatto per me stesso, ma per la persona che più amo al mondo, per una ragazza che mi ha stregato e ha scavato il suo posto tra le mie viscere, nella parte più profonda e nascosta di me. Poi c'è un lampo seguito da un boato, simile a quelli che preannunciano un violento temporale estivo, che mi fa tremare le ossa. Infine il nulla. Niente più dolore. Niente più niente. Tiro un sospiro di sollievo.

Mi sento risucchiato verso l'alto e ricomincio a vedere qualcosa. Dapprima sono solo ombre, poi acquistano contorni sempre più netti e definiti e riesco a distinguere Sofia di spalle, scossa da terribili singhiozzi, riversa su un corpo disteso a terra.

«Sofia, che succede?» le chiedo allarmato.

Non mi risponde quasi non mi avesse sentito affatto.

«Sofia?» ripeto più titubante.

Nessuna reazione.

«Sofia, Sofia, Sofia!» urlo a squarciagola, ma nessuno dà cenno di avermi sentito.

Mi avvicino a lei colto da un brutto presentimento.

Due occhi azzurri, spalancati a fissare il vuoto davanti a sé, mi guardano senza guardarmi davvero. Due occhi che mi hanno ricambiato lo sguardo nello specchio ogni mattina per ventotto anni. Quel corpo esanime su cui Sofia sta versando un oceano di lacrime sono io!

Indietreggio spaventato, poi mi getto in avanti e allungo una mano per afferrarle una spalla, ma le passa attraverso come se fosse fatta di aria. O come se io fossi fatto di aria. No! No! No! Nononononononono! NO! Non è possibile! È un incubo!

Non posso essere morto, glielo ho promesso.

Mi lascio cadere a terra sulle ginocchia e mi guardo intorno. Il volto di Lex è una maschera di dolore e Michi ha il volto sprofondato nella sua spalla, anche lei scossa dai singhiozzi. Non li ho mai visti così disperati. Vorrei dir loro che sono qui, che sto bene, ma non è vero, non sto bene, non provo niente perché non sono più niente, sono maledettamente morto.

Voglio piangere, ma i miei occhi sono come prosciugati. A quel punto crollano tutti i muri della speranza lasciando sgorgare impetuosamente fuori dai suoi argini la potenza della mia disperazione.

Sposto lo sguardo dall'altro lato della stanza in cerca di qualcosa che possa salvarmi, che mi impedisca di affogare nella mia sofferenza interiore, e vedo che Liv sta correndo verso Olli.

La ragazza pare proprio stremata, solleva la testa e faticosamente si rimette in piedi, senza più nessuno a trattenerla. Ma sembra dolorante, come se le facessero male tutti i muscoli. Dai segni rossi che vedo sulla pelle delle sue braccia devono averla presa a frustate. Liv spalanca le braccia, pronte a racchiudere il suo corpo ferito e, se Olli prova lo stesso affetto che io provavo per Anna, non deve aver mai conosciuto un posto in cui si senta più al sicuro e protetta di quello. Anche lei comincia a correre verso l'altra sua metà e le sue braccia accolgono la sorella ancora tremante, squassata dal pianto. Comincia ad accarezzarle piano la schiena con fare affettuoso e rimango incantato davanti a quella scena di amore fraterno, anche se quella che sta stringendo a sé è la stessa persona che mi ha condannato a morte. 

In quelle settimane che abbiamo passato insieme ho potuto vedere quanto Liv sia una persona sensibile e debole, niente a che vedere con la forza che aveva dimostrato Olli prima di scomparire, per quel poco che ho potuto vedere di lei. Katrin si è approfittata della sua fragilità, della sua insicurezza per costringerla a fare una cosa orribile perché per nulla al mondo avrebbe rinunciato alla sua gemella. Questo però non annulla il fatto che mi ha costretto a impugnare quella spada fatale e tagliare il libro, ben consapevole di cosa mi aspettava. In fin dei conti abbiamo agito secondo lo stesso principio perché anche io non avrei mai permesso che Sofia venisse uccisa per qualcosa che io non ho avuto il coraggio di fare. 

Guardo le due sorelle stringersi una all'altra e provo un ardente desiderio di poter abbracciare qualcuno anch'io, ma non posso più ormai, tutto il mio corpo non è altro che fumo. Le loro voci giungono chiaramente alle mie orecchie come se fossero accanto a me.

«Sh, stai calma. Andrà tutto bene» dice Olli per tranquillizzarla.

«Oh, Olli. Che cosa ho fatto? Questo fa di me una persona orribile, spietata.»

«Non dire così, sai benissimo che avevi buone intenzioni, non gli avresti mai torto un capello se non ti fossi sentita costretta.»

«Io non volevo.»

«Ormai non ha più importanza, quel che è fatto è fatto. Da adesso non ti accadrà più nulla e staremo bene perché ora siamo di nuovo insieme.»

Mi accorgo che Katrin si sta avvicinando a loro con fare minaccioso, ma non so cosa fare per avvisarle dato che non mi possono sentire. Così rimango impotente a fissare la scena che si svolge sotto i miei occhi atterriti. Una lama affilata affonda nella schiena di Liv, in profondità e la trapassa per conficcarsi anche nella carne del ventre di Olli, infine vien estratta dai loro corpi di scatto. Zorro e Olli avevano ragione, non c'era da fidarsi di quella lì. Il diavolo non mantiene mai le promesse.

Ancora strette nel loro abbraccio si lasciano cadere in ginocchio e si guardano negli occhi con aria complice come chi sa cosa sta per accadere, senza bisogno di parole. In un tacito accordo si sdraiano a terra una di fronte all'altra e uniscono le fronti come in un bacio per potersi guardare fino alla fine. La scena mi strazia il cuore perché alla fine nessuno di noi ha vinto, ci stanno semplicemente uccidendo uno dopo l'altro. Povera Liv, povero me. Questa battaglia è solo una catastrofe e io dovrò rimanere qui a guardare senza poter intervenire, vedendo i miei amici cadere. Voglio fermare tutto, non auguro questa fine nemmeno a Zorro per quanto il nostro rapporto sia fatto solo di scontri e incomprensioni.

«Ti avevo promesso che sareste state di nuovo insieme... per sempre» dice Katrin rivolta a Liv guardandole dall'alto con espressione disgustata. «Non sono forse stata di parola?»

Olli prende la mano di Liv e la stringe forte.

«Patetiche» la sento bisbigliare. «L'amore può solo distruggerti.»

Detto ciò si allontana da loro abbandonandole ad una morte agonizzante nella loro stessa pozza di sangue.

«Ho paura» dice Liv.

«Anch'io ne ho.»

Rimangono a fissarsi negli occhi, la vista offuscata dalle lacrime e il respiro corto. Nelle loro iridi c'è solo l'immagine riflessa una dell'altra.

«Insieme» sussurra Olli con il suo ultimo respiro.

«Insieme» le risponde senza più fiato.

E così si spengono. La loro vita volata via per sempre e io urlo per l'ingiustizia, ma il mio grido si perde nell'aria senza essere udito.

Fuori da queste pagineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora