Il sangue mi sgorga abbondantemente da una ferita al braccio e sento tutti i muscoli bruciare per lo sforzo, ma non ho intenzione di fermarmi finché non avrò raggiunto Sofia. Tenere la spada in mano é diventato molto difficile dato che l'elsa è viscida e scivolosa a causa del sangue che mi é colato sulla mano. Temo di perderla a ogni colpo che meno e di rimanere disarmato contro quelle belve feroci. I miei movimenti sono scoordinati e l'unica cosa che riesco a fare è impedire che mi mozzino la testa, utilizzando una tecnica di difesa che ha ben poco di tecnico. Sto rischiando tantissimo e mi stupisco di essere ancora vivo. Nella mischia non riesco a vedere i miei amici, ma prego che anche loro non abbiano riportato ferite mortali.
Proprio quando ormai sono abbastanza vicino da poter vedere Sofia, una potente onda di energia esplode dal punto in cui Magistra è conficcata nella pietra e vedo che la ragazza viene spazzata via dalla potenza dell'arma. Sbatte violentemente a terra come un giocattolo rotto che viene buttato perché tanto non serve più. Un grido squarcia l'aria e provo dolore solo nell'udirlo. Nooooooo! Sofia! Non può essere morta, devo andare da lei, devo salvarla. Perché tutte le persone che conosco rischiano di morire? Io non voglio mai più perdere nessuno.
Zorro si butta accecato dalla rabbia e dalla disperazione contro uno dei nostri nemici che sta placidamente sfilando la nostra spada dalla sua cuccia di roccia. Cominciano a combattere, ma Zorro non è abbastanza forte per contrastare la forza dell'altro uomo e della sua indistruttibile arma.
Mentre conficco la mia spada nel torace di uno, schizzando inchiostro su tutto il pavimento (cosa che mi fa girare la testa e venir voglia di vomitare), noto che si stanno avvicinando inesorabilmente a Sofia e dallo sguardo del servitore della cattiva I-miei-tacchi-non-si-spaccano capisco che, se la raggiungerà, la ucciderà proprio come hanno fatto con suo fratello.
Trovo una forza nascosta dentro di me, probabilmente quella della disperazione, e mi lancio nella loro direzione scaraventando a terra la donna che mi sta per attaccare. Mi sta succedendo quello che molte persone hanno raccontato di aver provato in momenti di estremo pericolo, quando si diventa in grado di fare cose impossibili in condizioni normali e si acquisisce un'energia incredibile. Continuo a ripetermi che devo essere un fulmine, devo correre alla velocità della luce. Due passi lo separano dal corpo incosciente di Sofia. Un passo. Zorro viene spinto via con la facilità con cui si toglie un pelucchio da un maglione di lana. Non ho più tempo. Sollevo le braccia pronto a colpire e...
In una frazione di secondo la mia spada gli è tra le scapole, conficcata nel cuore. Molla la presa da Magistra che cade a terra. Mi affretto a raccoglierla senza pensare che sono diventato un assassino, ma ripetendomi che l'ho fatto per salvare Sofia. Vince chi uccide per primo e rimane vivo, sono queste le regole. Non appena sfioro l'impugnatura c'è un esplosione di luce. Mi sento come se all'improvviso un fluido bianco e scintillante mi fosse entrato nelle vene dandomi una forza che non ho mai avuto nemmeno nei miei sogni più fervidi. Nello stomaco un calore crescente mi avvolge le budella come un rampicante che sale, sale e sale, fino ad aggrovigliarsi intorno al cuore. Mi sembra di essere rinato. Ora sono pronto ad affrontare altri mille nemici.
Ma proprio in quell'istante i nostri nemici smettono di lottare e battono in ritirata. Pare che ci sia stato un segnale per il quale non devono più combattere. In un turbinio di vestiti neri scompaiono nell'oscurità. Guardo la mia mano con la quale impugno la spada, sembra essere un prolungamento del mio braccio e, nonostante le sue dimensioni, non la sento affatto pesante.
Finalmente vengo colpito da ciò che è successo: ho ucciso l'uomo legato a Magistra e poi l'ho presa con la mano sporca del mio sangue. Per legarsi alla spada ci vuole un patto di sangue. Io sono il nuovo proprietario e tutti cercheranno di uccidermi per averla.
Il ritorno a casa è molto confuso. Zorro prende Sofia tra le sue braccia e poi ci mettiamo tutti a correre verso l'oasi con la paura di sforare l'ora che ci è concessa e rimanere intrappolati qui per sempre. Non siamo riusciti a trovare Olli da nessuna parte, né viva né morta, e abbiamo dovuto praticamente trascinare Liv per costringerla a venire con noi. Non abbiamo tempo da perdere, mi spiace per Olli, ma se non torniamo subito indietro sarà stato tutto inutile e poi Sofia ha bisogno di cure. Grazie al cielo Michi e Lex sono sani e salvi, anche se il mio amico zoppica vistosamente e lei ha il volto tumefatto e un sopracciglio spaccato. Corriamo tutti come un branco di cani bastonati. Greg tira per una mano Liv in preda a un pianto isterico, ma troppo debole per opporsi. Per miracolo arriviamo all'oasi e ci tuffiamo in acqua pregando che l'uscita sia davvero quella: nessuno ci ha dato indicazioni al riguardo, ma da lì siamo entrati quindi potremo anche tornare dove siamo venuti, no? Per fortuna è una porta che può essere usata in entrambe le direzioni e sbuchiamo tutti fradici sul pavimento del mio appartamento.
Sono ancora sotto shock. Mi sento già un uomo morto, molto morto. Guardo riluttante la spada che stringo tra le dita. Perché doveva capitare tutto questo proprio a me? Cosa ho fatto di tanto male per meritarmelo? Non doveva finire così. Eravamo d'accordo che quella dannata spada l'avrebbe presa qualcun altro, Sofia, o Zorro, non io, non era nemmeno tra le ipotesi. E in più Sofia forse è morta e Olli è scomparsa. Da quando siamo tornati Liv è in uno stato catatonico, nessuno è riuscito a farle spiccicare neanche una parola. Non che io personalmente mi sia particolarmente impegnato. Mi sento come stranito. Sto aspettando che qualcuno sbuchi da dietro un muro, una porta o un divano per dirmi che è tutto uno scherzo.
Michi e Lex, sebbene sconvolti come tutti noi, hanno preso in mano le redini della situazione e si stanno dando da fare per preparare qualcosa da mettere sotto i denti nel tentativo di tirar su l'umore generale, ma soprattutto il mio. Le occhiate che mi lanciano di tanto in tanto sono molto significative per quanto riguarda il loro grado di preoccupazione. Lex é anche andato in farmacia per comprare bende e tutto quello che gli pare possa essere necessario per curare le nostre ferite, infatti adesso il mio braccio è avvolto da una fascia bianca che sa di disinfettante. Per Sofia non sappiamo che fare, non possiamo nemmeno portarla in ospedale. Cosa direbbero i medici vedendo che ha inchiostro al posto del sangue?
Liv è persa nel suo mondo di disperazione in un angolo della casa, Zorro é incollato al divano sul quale é sdraiata Sofia priva di sensi, Greg se ne sta seduto sul pavimento, la schiena appoggiata al muro, fissando un punto nel vuoto con aria pensierosa, stranamente silenzioso, e io sono aggrappato all'elsa come un pappagallo al trespolo e probabilmente visto da fuori sembro una statua di pietra. Mi continuano a frullarmi in testa le parole che ha detto Zorro riguardanti chi possiede Magistra: "diffidare persino dei tuoi amici, perché la sete di potere non si può placare e ci sarà sempre qualcuno pronto a tagliarti la gola pur di averla per sé... chiunque impugni Magistra è legato ad essa con un legame di sangue che dura fino alla propria morte... morte... morte... morte". Come ho già detto sono un uomo morto, maledettamente morto. Senza contare che ho lo stomaco annodato dall'ansia dell'attesa. Se Sofia non si riprenderà mi sentirò come uno che è stato messo sotto da un tram e a quel punto mi tornerà utile possedere la spada perché morire sarà il mio più grande desiderio. Poi qualcosa accade: Sofia grida.
«Basta, fatelo smettere.»
Zorro che è proprio di fianco a lei, appena urla, balza per aria e la scuote leggermente per una spalla nel tentativo di svegliarla. L'attenzione di tutti viene catturata da ciò che sta succedendo, persino Michi e Lex sbucano dalla cucina per venire a vedere.
«Scricciolo, Sofia, apri gli occhi, sono qui, sono io, Zac, Scricciolo, svegliati.»
Lo dice esattamente così, senza nemmeno respirare. E gli occhi di lei si spalancano. Una delle due iridi adesso ha una crepa chiara, di un marrone quasi giallo, come se la "scossa" presa per aver impugnato la spada le avesse aperto una faglia nell'occhio. Sofia comincia a guardarsi intorno cercando di capire dove sia finita.
«Sei al sicuro adesso. Stai tranquilla, sei a casa di Ed, mi prendo io cura di te» le dice con voce così calda e rassicurante che mi chiedo come quel ragazzo e Zorro, dal tono aspro e pungente, possano essere la stessa persona. La sua preoccupazione é percepibile nell'aria, oltre che del fatto che mi ha chiamato esattamente con il mio nome e non con uno dei soliti nomignoli.
«Zac, sei tu?»
«Sì, sì, sono proprio io» risponde con le lacrime che gli scendono copiose sul viso.
Non credevo possibile che un giorno l'avrei visto piangere. Allora anche lui ha un cuore?
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Fuori da queste pagine
FantasyEd è un giovane come tanti, che divide il suo tempo tra il lavoro in libreria, gli amici e la famiglia. Ci sono giorni però in cui non riesce a darsi pace: non può accettare la recente morte dell'amata sorella, di cui si sente responsabile. Una sera...